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La fuga di Sandhu scuote l’India

In 3 sorsi – La polizia indiana è alla ricerca di Amritpal Singh Sandhu, il leader del movimento separatista sikh che vorrebbe creare uno Stato indipendente nel Punjab. Sandhu è latitante da febbraio e su di lui pendono diversi capi di accusa, tra cui quello di minaccia all’ordine sociale.

1. È CACCIA APERTA A SANDHU

Da diversi giorni è caccia aperta al leader secessionista sikh Amritpal Singh Sandhu, accusato di minaccia all’ordine sociale dal Governo indiano. Sandhu è il capo religioso di Waris Pujab De, traducibile come Eredi del Punjab, un movimento separatistico intenzionato a creare lo Stato indipendente del Khalistan nella regione a maggioranza sikh del Punjab, la parte nord-occidentale dell’India confinante con il Pakistan. 
Sandhu è latitante da febbraio, quando ha preso d’assalto con diverse armi, tra cui il kirpan, il coltello sikh simbolo di resistenza, la stazione di polizia di Ajnala per chiedere il rilascio di un suo fedele collaboratore.
Qualche giorno fa la polizia è stata sul punto di arrestarlo, ma con l’aiuto di alcuni fedeli è riuscito a scappare: da quel momento diversi suoi seguaci sono stati arrestati, il Governo indiano ha istituito una serie di blocchi stradali e gli abitanti del Punjab non hanno avuto accesso a internet per due giorni. La sospensione del traffico internet è stata decisa dopo gli attacchi perpetrati da alcuni fedeli sikh contro i consolati indiani di San Francisco e Londra, ed è stata giustificata dal Governo indiano come l’intenzione di fermare il proliferarsi di fake news dentro e fuori il Paese.

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Fig. 1 – Manifestazione ad Amritsar per chiedere la liberazione di alcuni giovani sikh arrestati durante il tentativo di cattura di Sandhu, 31 marzo 2023

2. LA RIVOLTA DELLA COMUNITÀ SIKH

Il trentenne secessionista appartiene alla religione monoteista dei sikh, nata in India intorno al 1500, sebbene un quarto dei fedeli oggi viva in Paesi anglosassoni, e ormai da un anno è il capo del movimento separatista che sta raccogliendo sempre più membri tra le proprie fila.
Sandhu è accusato anche di aver minacciato di morte il Ministro dell’Interno Amit Shah, promettendogli la stessa sorte toccata all’ex Prima Ministra Indira Gandhiuccisa nel 1984 dalle sue stesse guardie del corpo come ritorsione per l’operazione Blue Star. La donna aveva infatti autorizzato un assalto delle forze di sicurezza al Tempio d’oro di Amritsar, l’edificio sacro dei sikh, per stanare ricercati e armi che il Governo centrale pensava fossero stati nascosti al suo interno. L’operazione Blue Star aveva innescato una rivolta, molto sentita anche all’estero, durante la quale avevano perso la vita circa 20mila persone appartenenti alla comunità sikh, centinaia delle quali uccise in violenti pogrom dopo l’assassinio di Indira Gandhi. Dal 1993 non si sono più verificati gravi episodi di violenza nella regione. Negli ultimi anni, però, anche a causa della crescente disoccupazione, le tensioni sono tornate a infiammare il Punjab, che fa sempre più affidamento su Sandhu per uscire dalla situazione di grande disagio che sta vivendo.

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Fig. 2 – Un ragazzino, avvolto nella bandiera del Khalistan, partecipa a una manifestazione indipendentista sikh a Londra, 25 marzo 2023

3. LA PROTESTA NEGLI USA

L’attuale ondata di proteste ha travolto anche gli Stati Uniti, dove qualche giorno fa diversi sostenitori del Khalistan hanno manifestato fuori dall’ambasciata indiana di Washington DCminacciato apertamente l’ambasciatore indiano Taranjit Singh Sandhu. 
I seguaci di Sandhu hanno creato grande disordine, incitando pubblicamente alla violenza chiunque fosse presente alla manifestazione e rompendo vetri e finestre di un edificio adiacente all’ambasciata.
La rivolta è stata presto sedata dalla polizia americana, che ha anche condannato l’assalto al giornalista indiano Lalit K Jha, inviato estero della Press Trust of India, presente durante la sommossa.
Le proteste oltreoceano stanno mettendo in seria difficoltà il Governo indiano, minandone la credibilità ed evidenziando l’inefficienza della polizia interna. Chissà che altri Paesi decidano di aiutare l’intelligence indiana, o, al contrario, che gruppi sempre più folti pro-Khalistanpresenti soprattutto in Canada, Australia e Gran Bretagna diano sempre più slancio alla causa separatistica.

Alessia Ritardo

Remembering the Sikh Genocide – Victoria Square, Birmingham – Khalistan Zindabaadh” by ell brown is licensed under CC BY-SA

Dove si trova

Perchè è importante

  • Il leader separatista sikh Amritpal Singh Sandhu, ricercato per minaccia all’ordine sociale, sta creando grande scompiglio in India.
  • Tumulti come quelli odierni non si vedevano da oltre 30 anni, quando il movimento separatista sikh, oggi guidato da Sandhu, aveva dato vita a una rivolta contro il Governo indiano, durante la quale erano state uccise 20mila persone appartenenti alla comunità sikh.
  • Negli Stati Uniti alcuni sostenitori del separatismo sikh hanno protestato fuori dall’ambasciata indiana a Washington D.C., inneggiando alla violenza e ferendo un reporter presente alla manifestazione.

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Alessia Ritardo
Alessia Ritardo

Curiosa di esplorare ogni angolo di mondo, appassionata di geopolitica, giornalismo e sostenibilità, ho da sempre un grande interesse per le lingue e le culture che mi ha portata a conseguire una laurea in Mediazione linguistica e diplomazia, per poi approdare nel mondo della comunicazione attraverso un Master in Comunicazione per le relazioni internazionali, all’università IULM di Milano.
Con uno sguardo costantemente rivolto all’Asia, soprattutto al Medio ed Estremo Oriente, trascorro il mio tempo libero viaggiando, leggendo, e scoprendo.

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