In Colombia, paese con molte questioni sociali e politiche irrisolte, le elezioni presidenziali che si terranno il 30 maggio assumono un’importanza fondamentale. Gli ultimi quarant’anni della storia colombiana, caratterizzata dall’alternarsi di fasi di conflittualità interna ed esterna, non possono considerarsi conclusi: corruzione, guerriglia, narcotraffico e criminalità organizzata continuano a essere le principali sfide che il paese affronta quotidianamente.
LE DUE COLOMBIE – Domenica 30 maggio sarà il giorno della verità in Colombia. Il risultato che uscirà dalle urne delle elezioni presidenziali potrebbe infatti delineare in maniera netta il percorso che il Paese sudamericano deciderà di intraprendere, a causa delle profonde divergenze politiche tra i due favoriti alla vittoria finale. I due candidati principali infatti, l’ex Ministro della Difesa, Juan Manuel Santos (del Partido Social de Unidad Nacional, di centrodestra), e l’ex sindaco di Bogotà, Antanas Mockus (esponente del Partido Verde), propongono due Colombie differenti.
Secondo gli ultimi sondaggi Santos( in alto a sinistra), che è il successore designato del presidente uscente Alvaro Uribe, potrebbe vincere le elezioni al primo turno con due punti di vantaggio sul rivale (34% – 32 %) e, invece, al secondo turno, che si terrà il 20 giugno, si prevede che Mockus(in alto e a destra) prenderà il sopravvento con il 45% – 40%. Il resto dei candidati dovrebbe ottenere una percentuale minore del 10%.
IL FENOMENO MOCKUS – Con il candidato del Partito Verde Mockus, le elezioni presidenziali, che fino ad ora erano date per certe con la vittoria dell’erede del presidente uscente Alvaro Uribe, hanno assunto tratti imprevisti .
Mockus, di origine lituana (e quindi apparentemente ben poco “latino”), è esponente di uno stile completamente nuovo. Filosofo e matematico, ex rettore dell’università pubblica più importante del paese, ha fatto dell’importanza dell’istruzione e del rispetto dell’ambiente i suoi principali cavalli di battaglia: “… la storia della Colombia non sarà più scritta con il sangue ma con penne…”.
Il grande successo che sta riscuotendo, soprattutto tra i giovani e in generale nell’opinione pubblica, può essere interpretato come il risultato della sfiducia che la popolazione colombiana nutre verso le istituzioni, la politica, la corruzione e l’illegalità.
“Salto al vacío” (salto nel vuoto): è così che da molti è stato definita l’eventuale presidenza di Mockus, perché potrebbe compromettere tutti gli sforzi compiuti dall’amministrazione Uribe in materia di sicurezza e lotta contro la guerriglia marxista. L’esecutivo uscente ha infatti adottato il pugno di ferro nei confronti delle Farc (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane), alzando molto spesso il livello della tensione con gli Stati limitrofi, Ecuador e Venezuela, accusati di fornire ospitalità ai guerriglieri.
L’ALTRA COLOMBIA – Santos, che promette di seguire una linea politica di pari passo con quella che è stata tracciata da Uribe nel corso di questi otto anni, ha assunto come slogan della sua campagna elettorale la lotta contro la disoccupazione, che ha raggiunto il 13%.
A chiusura della sua campagna elettorale lo scorso giovedì, il candidato del Partito Sociale di Unità Nazionale ha invocato un governo di unità nazionale, invitando anche i suoi rivali politici a unirsi in questo intento.
Ma non mancano accuse nei confronti di Santos. Le questione delle sparizioni forzate, realizzate dall’esercito durante il suo mandato come Ministro della Difesa, si manifestò quando furono scoperte fosse comuni con più di mille cadaveri, che erano stati definiti combattenti morti in battaglia. Dalle investigazioni, invece, emerse che i corpi erano di contadini che probabilmente collaboravano con la guerriglia delle FARC.
Santos, inoltre, è stato accusato di aver preparato un colpo di Stato contro il governo del presidente Ernesto Samper (al potere dal 1994 al 1996). Il discredito anche a livello internazionale nei confronti dell’ex ministro è cominciato nel 2008, anno in cui la Colombia attaccò un accampamento delle FARC in Ecuador, violando la sovranità territoriale del vicino.
E GLI ALTRI? – Noemí Sanín del Partito Conservatore, Rafael Pardo del Partito Liberale, Gustavo Petro candidato del Polo Democratico Alternativo, Germain Vargas Lleras del Partito Cambio Radical, gli altri candidati alla presidenza, hanno manifestato le loro critiche per i vantaggi che il candidato del Partito della U (che sta per Uribe) trae soprattutto dai discorsi pubblici tenuti dall’attuale presidente in favore di Santos.
Perché ci sono intromissioni del presidente se ciò è vietato per legge? Questa è stata l’osservazione di Mockus che nel corso di un dibattito ha criticato la diffusione di uno spot radiofonico per la campagna di Santos in cui si sente una voce, simile a quella del presidente, che invita a votare per il candidato della U.
Sono già iniziate le previsioni sulle alleanze e sui patti che potrebbero essere fatti durante il secondo turno di elezioni e soprattutto sulle tattiche che Santos e Mockus useranno per aumentare la differenza tra i rivali. In uno scenario così imprevedibile il minimo errore che sarà compiuto nelle tre settimane che separano dal ballottaggio potrebbe costare molto caro.
A influenzare la scelta del candidato presidenziale è intervenuto, con sempre più assiduità, il Presidente venezuelano Hugo Chávez, che ha minacciato di interrompere completamente le importazioni e le esportazioni da e verso la Colombia nel caso nel caso di vittoria di Santos, che lui stesso ha definito “il mafioso”. Le relazioni tra i due Stati, che erano reciprocamente partner commerciali strategici, si sono deteriorate nettamente da circa un anno, quando il Venezuela ha bloccato la maggior parte delle esportazioni dalla Colombia cominciando a concludere accordi commerciali con altri Stati della regione come l’Argentina.
Valeria Risuglia