Ristretto – Il caso di Asia Bibi, la donna pakistana condannata a morte per blasfemia, continua a tenere la comunità internazionale con il fiato sospeso.
Dopo essere stata assolta dalla Corte suprema pakistana la scorsa settimana, Asia Bibi è stata infine scarcerata ma la sua situazione resta estremamente precaria. Al momento non si sa nemmeno dove si trovi e ciò ha provocato intense speculazioni su giornali e social media, smentite poi ufficialmente dal Ministero degli Esteri di Islamabad. La più quotata è che Asia e la sua famiglia siano in viaggio verso l’Olanda, che ha accolto nei giorni scorsi l’avvocato difensore della donna, Saif Mulook, in fuga dal Pakistan dopo aver ricevuto diverse minacce di morte da estremisti islamici. Ma la storia ha perso gradualmente credibilità con il passare delle ore e l’ipotesi più realistica resta quella di un semplice trasferimento della donna in una località segreta di Islamabad in attesa di una decisione politica o giudiziaria definitiva sulla sua sorte.
L’assoluzione di Asia Bibi ha infatti provocato violente proteste da parte di diversi e influenti gruppi islamici radicali, costringendo il Governo di Imran Khan a rimangiarsi la promessa fatta di rispettare il verdetto della Corte suprema. In particolare, le autorità sono state costrette a sottoscrivere un umiliante accordo con gli estremisti di Tehreek-e-Labbaik (TLP), in cui accettano di impedire ad Asia Bibi di lasciare il Paese e di rivedere la sua sentenza in cambio della fine delle proteste di piazza contro l’assoluzione della donna. Una vera e propria capitolazione che ha spinto il marito di Asia, Ashiq Masih, a chiedere l’intervento diretto di Donald Trump e di altri leader occidentali per garantire la sicurezza della sua famiglia. L’Italia sembra intenzionata a offrire asilo politico ad Asia Bibi e ai suoi familiari, mentre il Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani li ha invitati ufficialmente a Bruxelles o a Strasburgo nella speranza di convincere il Pakistan a lasciarli andare. Alla fine, però, la sorte della donna resta nelle mani del Governo Khan.
Simone Pelizza