In 3 sorsi ā Nel 2011, a seguito delle proteste scoppiate in Siria, la Lega Araba aveva deciso di sospendere il Paese, condannando la repressione violenta del regime di Assad nei confronti dei protestanti. Dodici anni dopo lāOrganizzazione regionale ha votato il reinserimento del Paese nella Lega, nonostante le sanzioni e crimini commessi dal Presidente Assad.
1. LA LEGA ARABA TORNA SUI SUOI PASSI
A seguito dello scoppio delle proteste in Siria nel 2011 la Lega Araba, Organizzazione regionale degli Stati del Medio Oriente e Nord Africa che conta 22 stati membri, aveva proposto dei progetti di pace, iniziati nel settembre 2011, che avrebbero dovuto mediare la crisi nel Paese. Il 2 novembre 2011 il Governo siriano aveva accettato un piano di pace proposto dallāOrganizzazione che prevedeva, tra le altre cose, la non repressione violenta dei manifestanti pacifici. Il regime perĆ² non si rispettĆ² gli accordi previsti e uccise circa 300 manifestanti e oppositori del regime. La Lega Araba a quel punto sospese formalmente la Siria dalla membership dellāOrganizzazione il 16 novembre. Dal 2011 ad oggi la situazione del Paese di Bashar al-Assad ĆØ gravemente peggiorata, ĆØ scoppiata una guerra civile che sembra non conoscere fine e che conta mezzo milione di morti e cinque milioni di sfollati. Nonostante questo, ĆØ nel maggio scorso che la Lega Araba ha votato a favore la riammissione della Siria dovuta anche alla ripresa dei rapporti tra il Governo e i Paesi della regione, soprattutto a seguito del grave terremoto del 6 febbraio scorso che ha portato i leader arabi ad accelerare il reinserimento di Damasco nelle fila diplomatiche regionali e grazie anche allāaccordo del 10 marzo scorso tra Iran e Arabia Saudita, mediato da Pechino, che prevede una ripresa dei rapporti diplomatici tra due potenze che sul campo siriano, e non solo, sono state rivali.
Embed from Getty ImagesFig. 1- Stretta di mano tra il principe ereditario dell’Arabia Saudita e il Presidente Bashar al-Assad
2. UNA POSSIBILITĆ PER LA QUESTIONE SIRIANA
La decisione di riammettere la Siria nella Lega Araba ĆØ stata alimentata anche dagliĀ effetti negativiĀ che la crisi ha riversato su tutti i Paesi della regione, a detta del Sottosegretario generale dellāOrganizzazione Hossam Zaki. Tra gli obiettivi del reinserimento cāĆØ la necessitĆ di porre fine alla guerra civile e alle conseguenti crisi dei rifugiati e del traffico di droga. Per quanto riguarda il primo punto, dallāinizio della guerra si contano almenoĀ 21 milioni di sfollatiĀ e uno degli obiettivi degli Stati arabi per frenare il vortice in cui il Paese ĆØ inserito, ormai da 12 anni, ĆØ il ritorno di questi nelle loro cittĆ ma gli sfollati delle zone del nordovest siriano nellāarea di Idlib, sotto il controllo dei ribelli, si dicono sconvolti e non concepiscono che i leader arabi, invece di aiutarli a liberarsi dalla loro condizione, “abbiano imbiancatoĀ le mani del criminale e dellāassassino del nostro sangue“. Lāaltro punto su cui hanno insistito i membri della Lega ĆØ porre fine al traffico di droga. Con la guerra civile, la Siria ĆØ diventata una sorta di narcostato, prima nel contrabbando di Captagon, unāanfetamina a basso costo che viene rifilata nei Paesi di tutta la regione. Il traffico di Captagon ha fornito al Governo di al-Assad unĀ business da miliardi di dollariĀ ogni anno che gli hanno permesso di trovare una via dāuscita dallāisolamento finanziario in cui era caduto allāinizio della crisi. Il recupero dei rapporti con gli alleati arabi perĆ² ĆØ talmente prezioso che il leader siriano ha accettato di frenare il traffico di droga per il reinserimento nellāOrganizzazione regionale. La riammissione nella LegaĀ ĆØ solo lāinizio di un graduale processoĀ che prevede la soluzione āstep-by-stepā di tutte le crisi sopra elencate, come ha detto il ministro degli Esteri della Giordania. Durante il summit del 19 maggio scorso, il primo a vedere la partecipazione della delegazione siriana,Ā Assad ha affermatoĀ che spera che āquesto segni lāinizio di una nuova fase dellāazione araba per la solidarietĆ , per la pace nella regione, lo sviluppo e la prosperitĆ invece che della guerra e della distruzione.āĀ
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Trentaduesimo summit della Lega Araba a Gedda, Arabia Saudita
3. LāOCCIDENTE TRA DISINTERESSE E INDIGNAZIONE
Nonostante le sanzioni per lāuso di armi chimiche e i numerosi crimini di guerra commessi, la riammissione nella Lega Araba ĆØ certamente una vittoria per il regime di Assad che puĆ² considerare terminato lāisolamento economico, politico e diplomatico cominciato con la guerra civile nel 2011. Rispetto alla decisione dellāorganizzazione i Paesi si dividono tra chi ritiene che questo sia uno step positivo e dettato dalla necessitĆ di riallacciare i rapporti per garantire la stabilitĆ nella regione, come Emirati Arabi Uniti, e chi invece, nonostante non si sia espresso con voto negativo, ritiene comunque che questo non sia un passo verso la normalizzazione delle relazioni con il Governo siriano, come il Qatar, il quale ha da sempre sostenuto l’opposizione. Il successo ottenuto da Assad ĆØ stato possibile anche grazie a un progressivo disinteresse dellāOccidente verso la questione siriana. La decisione della Lega ha comunque scatenato pareri negativi da parte di Washington, che ha condannato il reinserimento siriano e ha visto la proposta da parte di Joe Wilson, Presidente repubblicano della Sottocommissione Affari esteri della Camera per il Medio Oriente, Nord Africa e lāAsia Centrale, di introdurre il cosiddetto āAssad Anti-Normalization Actā il 16 maggio scorso in cui viene āproibito il riconoscimento o la normalizzazione dei rapporto con il Governo siriano guidato da Bashar Al Assadā. Anche Londra ha fermamente espresso che non ci sarĆ nessun supporto per la normalizzazione dei rapporti con la Siria se prima il regime non cambia comportamento. Lāobiettivo dei Paesi occidentali ĆØ arrivare a una soluzione diplomatica in accordo con la Risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che prevede una transizione politica che porti alla formazione di un Governo legittimato dal popolo siriano.
Francesca Giordano
Immagine di copertina: “Bashar al-Assad propaganda” by watchsmart is licensed under CC BY