In 3 sorsi – Perché l’Unione Europea lancia una strategia di de-risking economico? Come intende affrontare i pericoli di sicurezza derivanti dalla globalizzazione che sono emersi negli ultimi anni?
IL CONTESTO: IL RIPENSAMENTO DELLA GLOBALIZZAZIONE
Il commercio libero e regolato è il perno su cui la costruzione europea si basa fin dalla nascita e lo sviluppo economico è un elemento fondamentale di coesione dell’Unione Europea. Negli ultimi anni, però, sono emersi diversi fattori che rischiano di minare la sicurezza economica di cui gode gran parte del continente: tensioni geopolitiche in aumento, accelerazione dei cambiamenti tecnologici, shock imprevisti come la pandemia di Covid-19 e la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina sono tutti fattori che hanno evidenziato i rischi di determinate dipendenze economiche e che possono mettere in pericolo non solo l’economia, ma gli stessi interessi strategici europei e persino le direttrici di sviluppo e funzionamento delle nostre società. Da queste considerazioni nasce la comunicazione sulla nuova Strategia europea di sicurezza economica, presentata dalla Commissione Europea e dell’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Sicurezza il 20 giugno.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – La presentazione della Strategia europea di sicurezza economica il 20 giugno 2023. Da sinistra l’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Sicurezza Josep Borrell, la Commissaria per l’Innovazione e la Ricerca Margrethe Vestager e il Commissario al Commercio Valdis Dombrovskis
QUATTRO AREE DI RISCHIO
La strategia proposta copre quattro aree: rischi per la resilienza delle catene di approvvigionamento, compresa quelle relative alla sicurezza energetica; rischi fisici e di sicurezza informatica per le infrastrutture critiche; rischi legati alla sicurezza tecnologica e alla perdita di tecnologia; rischi di strumentalizzazione (a fini militari) delle interdipendenze economiche e di coercizione economica (imposizione di difficoltà economiche a fini politici).
Il piano proposto dalla Commissione segue la strategia di riduzione dei rischi, preannunciata in precedenti occasioni dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, piuttosto che inseguire l’obiettivo della separazione dell’economia europea rispetto alle interdipendenze economiche e tecnologiche con Paesi terzi.
Le due potenze “non nominate”, qui, sono Cina e Stati Uniti: la prima tesa ad allargare la propria influenza commerciale attraverso le catene di approvvigionamento globali e a espandere gradualmente la propria potenza anche militare, i secondi impegnati a contenere Pechino mantenendo il ruolo di superpotenza mondiale egemone e riprendendo il controllo del monopolio tecnologico che sta loro sfuggendo di mano.
Fig. 2 – La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen
UN PROCESSO DINAMICO
Il processo europeo di identificazione, valutazione e mitigazione dei rischi dovrebbe, nelle intenzioni, essere dinamico e continuo, basato sulla cooperazione tra Stati membri, Istituzioni UE e settore privato. Ciò dovrebbe avvenire promuovendo la competitività dell’UE, rafforzando il mercato unico, sostenendo un’economia forte e resiliente, investendo nelle competenze e promuovendo ricerca e investimenti in campo tecnologico e industriale dell’UE. In questo quadro l’Unione avvierà un dialogo strutturato, assieme agli Stati membri, con i privati, per sviluppare una comprensione e gestione del rischio alla luce dei problemi di sicurezza economica (tecnologia a duplice uso, civile e militare).
Al contempo, l’UE dovrebbe spingere per accordi commerciali e partenariati tesi a rafforzare un ordine economico internazionale basato su regole e istituzioni multilaterali (come l’OMS). Inoltre, l’Europa dovrebbe investire ancora di più nello sviluppo sostenibile globale, attraverso il suo programma di riduzione del divario globale degli investimenti Global Gateway.
La proposta della Commissione dovrà ora essere discussa e approfondita nel dialogo con Consiglio e Parlamento. Il Consiglio Europeo dovrebbe esaminare la questione durante la prossima riunione del 29 e 30 giugno, dove vedremo le prime reazioni dei Governi nazionali. Il soggetto è delicato, basti pensare che tra le altre cose sono in ballo la revisione del regolamento sul controllo degli investimenti esteri e di quello sulle esportazioni di beni a duplice uso: non è difficile ipotizzare ostacoli da parte degli Stati membri alla cessione di competenze alla UE sui relativi controlli.
Paolo Pellegrini
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