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La crisi senza fine del Kenya

In 3 sorsi – Il Governo del Kenya aveva concordato con le opposizioni la costituzione di una Commissione bipartisan per affrontare la crisi economica, ma le trattative sono state interrotte prima della convocazione del tavolo. Nel frattempo continuano le proteste nel Paese contro il carovita e il Presidente William Ruto.

1. LE TRATTATIVE BIPARTISAN MAI AVVIATE

Le trattative tra esponenti dell’opposizione e membri del Governo che sarebbero dovute partire il 22 aprile e durare 90 giorni per affrontare numerose e importanti tematiche riguardanti in particolare la precaria situazione economica del Paese non sono mai cominciate, mentre le manifestazioni di piazza sono riprese con forza. Gli incontri tra le due parti avrebbero dovuto definire la riforma della Commissione elettorale che vigila sulla validitĂ  delle elezioni e altre questioni di ambito economico come l’aumento del prezzo della benzina, il debito pubblico e l’inflazione. In particolare, circa il costo del carburante l’opposizione contesta al Governo di aver eliminato dei sussidi che avevano la funzione di evitare l’eccessivo aumento invece avvenuto, con un conseguente impatto negativo anche sulle spese di trasporto di tutti i tipi di merci. Il confronto è saltato secondo le opposizioni a causa di una chiara e palese malafede degli esponenti della maggioranza parlamentare, i quali avrebbero voluto dettare i tempi e i modi delle trattative. I sostenitori del Presidente William Ruto, da parte loro, avevano mostrato apertura a discutere solamente dei temi economici, mentre si erano dichiarati fortemente contrari riaprire la questione della regolaritĂ  delle elezioni del 2022. Infatti in seguito alla conferma della loro validitĂ  ottenuta dalla Corte Suprema, i risultati delle urne vengono considerati dal Presidente un affare ormai chiuso, sul quale non esistono spiragli di trattativa.  

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Fig. 1 – Proteste a Nairobi il 30 marzo scorso

2. LA CRISI ECONOMICA E SOCIALE SULL SFONDO

in un precedente articolo avevamo trattato le proteste sostenute dall’opposizione e dal suo leader Raila Odinga contro l’attuale Presidente William Ruto. I disordini erano scoppiati a causa del mancato riconoscimento da parte dell’opposizione della validitĂ  delle elezioni tenutesi nell’agosto del 2022 che hanno confermato Ruto al potere. Le violente manifestazioni avevano fatto emergere però anche il generale malessere presente nella societĂ  kenyota, la cui situazione economica negli ultimi anni è decisamente peggiorata a causa di crisi legate alla Covid-19, alle carestie nel Corno d’Africa e alla guerra in Ucraina, che hanno comportato un aumento dei prezzi dei beni alimentari di base come la farina. La contestazione delle elezioni è quindi sicuramente la causa scatenante delle proteste, ma le motivazioni profonde, ben piĂą complesse e radicate, sono da ritrovarsi nelle ancora grandi disuguaglianze nel Paese, nonostante la costante crescita economica, e nell’incertezza per quanto riguarda il pericolo terrorismo.

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Fig. 2 – Il Presidente kenyota William Ruto

3. POSSIBILI SVILUPPI FUTURI

Il fallimento delle trattative tra maggioranza e opposizione ancora prima che ci si sedesse al tavolo negoziale è certamente un’occasione persa. L’avvio del percorso di dialogo sarebbe stato un’opportunitĂ  sia per migliorare la delicata situazione economica e sociale in cui versa il Kenya, sia per dare prova di maturitĂ  democratica, mostrando come le parti politiche possano superare differenze anche critiche in vantaggio del bene comune. Le manifestazioni continuano, seppur con minore intensitĂ  rispetto ai mesi precedenti, ma per ora non sono emersi indizi che facciano pensare alla ripresa delle negoziazioni.

Daniele Atzori

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Perchè è importante

  • La prevista Commissione parlamentare bipartisan in Kenya per discutere delle problematiche economiche non si è mai seduta al tavolo.
  • L’insofferenza della popolazione aumenta sempre di piĂą, anche se le proteste sono ora di minore entitĂ  rispetto agli scorsi mesi.
  • Il fallimento delle trattative tra Governo e opposizione rappresenta anche un’occasione persa per mostrare la maturitĂ  della democrazia kenyota.

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Daniele Atzori
Daniele Atzori

Classe 1998, sardo. Studente di Scienze Storiche all’Università di Bologna, attualmente mi trovo in Svezia per conseguire un master in African Studies. Fin da piccolo appassionato di storia e geografia ho con il tempo sviluppato un forte interesse per l’area del continente africano e per i fenomeni migratori. Sto facendo i primi passi nel mondo della fotografia e pratico muay thai.

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