Ristretto – La bozza di accordo tra Londra e Bruxelles sta facendo vacillare il governo May. A questo punto, tutti gli scenari sono sul tavolo
Mercoledì sera il primo ministro britannico Theresa May ha annunciato che il suo governo aveva approvato la bozza di accordo tra il Regno Unito e l’Unione Europea sulla Brexit. Il compromesso trovato con l’UE è stato tuttavia giudicato insufficiente da una consistente parte del partito conservatore e dall’intero DUP (il partito unionista il cui appoggio esterno è fondamentale per la sopravvivenza del governo), mentre critiche sono arrivate anche dai laburisti. Quattro ministri si sono dimessi, tra cui lo stesso Dominic Raab, il ministro della Brexit. In particolare, sono finite sotto tiro le clausole riguardanti il confine in Irlanda, che, secondo i critici, minerebbero addirittura l’integritĂ del Regno Unito.
Il parlamentare conservatore Jacob Rees-Mogg, un deciso sostenitore della Brexit, ha introdotto una mozione di sfiducia contro il governo May, accusandolo di avere fatto troppe concessioni a Bruxelles e di avere tradito il programma dei tories. Se la mozione di sfiducia fosse approvata, il partito conservatore dovrebbe cercare di dare un nuovo governo al Paese o andare a elezioni anticipate.
In questo momento tutti gli scenari sono sul tavolo. Al momento l’approvazione dell’accordo da parte del Parlamento britannico sembra improbabile e la posizione di May rimane estremamente in bilico. Le altre opzioni sono un’uscita del Regno Unito senza un accordo (lo scenario hard Brexit, insomma), la conclusione di un nuovo accordo Londra-Bruxelles (ma l’UE ha affermato che questo è il miglior accordo possibile e ha convocato per il 25 novembre un vertice straordinario dei Capi di Stato e di governo per sottoporre l’accordo alla loro firma) o nuove elezioni (e potenziale convocazione di un secondo referendum sulla Brexit da parte dei laburisti). Tuttavia, il tempo sta scadendo, visto che, accordo o meno, il Regno Unito dovrebbe uscire dall’UE entro il 29 marzo 2019. Insomma, la battaglia sulla Brexit è davvero entrata nelle sue fasi cruciali.
Davide Lorenzini