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Euro 7: fragilità tedesca, fragilità europea?

In 3 sorsi –  In Germania le aziende tedesche annunciano costi miliardari per adattarsi al cosiddetto Euro 7, la recente proposta di Regolamento della Commissione Europea. Ciò complica il raggiungimento degli obiettivi europei di emissioni zero entro il 2050.

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1. UNA PARTITA EUROPEA

Nel settembre 2020 la Commissione ha annunciato di voler perseguire un traguardo climatico più ambizioso rispetto al passato. Il pacchetto Fit for 55 del 2021 vuole ottenere una riduzione di emissioni nette di almeno il 55% entro il 2030. In tal senso la proposta di regolamentazione lanciata a novembre 2022, rinominata Euro 7, consiste nel rinnovamento del parco mezzi a partire dal 2025. Rispetto all’attuale normativa Euro 6 essa supera i precedenti standard obsoleti, semplifica le norme sulle emissioni e migliora il controllo delle emissioni reali. Tuttavia il Consiglio dei ministri dei Trasporti dell’UE del 13 marzo 2023 ha registrato lo scetticismo di otto Stati Membri sulla proposta, poi ribadito da un documento informale pubblicato il successivo 29 maggio. La ragione di tale scetticismo è fondata sui costi che le industrie nazionali dei veicoli devono sopportare per allinearsi agli standard Euro 7. Come registra la Commissione stessa, però, è uno sforzo necessario, dal momento che il settore dei trasporti costituisce quasi il 20% delle emissioni totali di gas serra dell’UE.

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Fig. 1 – Il Cancelliere tedesco Scholz in conferenza stampa a Bruxelles

2. DIATRIBE TEDESCHE

La Germania è uno degli otto Paesi del fronte anti-Euro 7. Allo stesso tempo, Berlino ha portato avanti con successo la propria istanza sui carburanti sintetici (e-fuel). Inizialmente era parso che la Germania avesse allentato il suo no ad Euro 7. Infatti le cancellerie europee contrarie alla regolamentazione europea – come quella ceca –  avevano espresso soddisfazione per quanto riguardava l’accordo sugli e-fuel, visto come base per la revisione di Euro 7. Tuttavia questo risultato non ha frenato le tensioni interne al gabinetto di coalizione del cancelliere Olaf Scholz. Non a caso, da un lato il ministro dell’Ambiente Steffi Lemke (Verdi) insiste nell’introduzione della proposta entro il 2025, dall’altro lato quello dei Trasporti Volker Wissing (Liberale Democratico) cerca un’implementazione graduale. Quest’ultima istanza è alimentata dai malumori delle industrie automobilistiche tedesche. Come sottolineato da Alexander Vlaskamp, CEO di MAN, e Christian Levin (Traton), la regolamentazione della Commissione rischia di tradursi in un costo insostenibile per le industrie per adattare il parco mezzi. L’ACEA (Associazione europea dei costruttori di automobili) stima un aumento dei costi fino a 10 volte superiore rispetto ai calcoli della Commissione. In ultimo il rialzo ricadrebbe sui consumatori meno abbienti, già provati dall’attuale crisi inflazionistica.

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Fig. 2 – Il cancelliere tedesco Scholz durante un intervento al Bundestag

3. UNA TRANSIZIONE INCERTA

La divisione interna tedesca sulla questione Euro 7 tende a confermare l’attuale debolezza della Germania come leader dell’UE. Ciò rappresenta un fattore di instabilità dentro l’UE, oltre che un segnale pericoloso per le sue ambizioni in termini di transizione ecologica. La posizione tedesca è rilevante, dato che la proposta di regolamentazione Euro 7 passerà a condizione che ci sia una maggioranza del 55% degli Stati Membri che rappresentino il 65% delle emissioni. Da Paese sviluppato e caratterizzato dal peso demografico più grande, la Germania rappresenta il maggior emettitore totale europeo in termini di volume di anidride carbonica. Nei prossimi mesi si terranno nuovi negoziati che potranno vedere probabilmente dei risultati concreti solo dopo le elezioni europee del 2024.

Lorenzo Avesani

Photo by Mediamodifier is licensed under CC BY-NC-SA

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Perchè è importante

  • La Commissione Europea tenta di contenere le emissioni inquinanti sul settore dei trasporti con la normativa Euro 7, causando l’opposizione di otto Stati Membri.
  • La proposta della Commissione sta dividendo il gabinetto del cancelliere Olaf Scholz, mentre gli industriali tedeschi sono scettici.
  • Questa divisione interna alla Germania trasmette incertezza sulla leadership tedesca nell’UE oltre che sull’approvazione della normativa Euro 7 al Consiglio Europeo.

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Lorenzo Avesani
Lorenzo Avesani

Nato e residente a Negrar di Valpolicella (VR), classe 1999. La mia carriera universitaria si è sviluppata a Trento e a Forlì nell’ambito delle Relazioni Internazionali. Ho vissuto un’esperienza Erasmus in Slovacchia dove ho coltivato la passione per l’Europa centro-orientale. Mi interessano particolarmente le tematiche riguardanti sicurezza energetica e cambiamento climatico.

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