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Il ruggito dei Leoni

Dopo l’assenza ai Mondiali di Germania 2006 e la delusione in quelli nippo-coreani del 2002, torna una delle squadre più forti d’Africa. Il Camerun ha fatto scoprire il calcio africano al mondo in occasione dei Mondiali di Italia ’90. Eto’o e compagni sembrano essere tornati ad essere competitivi almeno quanto venti anni fa. Dove vorranno arrivare i Leoni Indomabili?

IL PAESE

Il Camerun è uno dei Paesi che gode di maggiore stabilità politica all’interno del continente africano, sebbene ciò non abbia potuto evitare, negli anni, una situazione di ineguaglianza nella redistribuzione delle risorse, tipica di tutti i Paesi del continente nero, che rende un’ampia fetta di popolazione ancora dipendente da un’agricoltura di assistenza e ridotta ad una condizione di povertà. E’ una Repubblica Presidenziale con un sistema monocamerale e l’attuale Presidente, in carica dal 1982, è Paul Biya. Ha ottenuto l’indipendenza dalla Francia nel 1960, in quella stagione del secondo dopoguerra che si è caratterizzata per il movimento di decolonizzazione dall’Africa all’Asia.

Come succede in molti Paesi dell’area, uno dei maggiori freni allo sviluppo dell’economia e del benessere del Paese è costituito dall’endemica corruzione, insieme alla burocratizzazione soffocante delle istitiuzioni. Per combattere la corruzione, il Presidente Biya ha recentemente lanciato l’operazione “Sparviero”, affidata al Ministro della Giustizia Amadou Ali. In tale ambito ha suscitato clamore l’arresto di un Ministro, quello per l’Insegnamento Superiore, Tito Atangana, accusato di distrarre fondi pubblici e condannato a 15 anni di reclusione. Nel Paese molti sono però convinti che l’operazione voglia solo mascherare una intenzione di Biya di epurare il governo e la scena politica camerunense dalle figure che più si distanziano dalle proprie politiche.

CAFFE’ IN PILLOLE

  • Il Camerun, nonostante le difficoltà cui deve far fronte, risulta una delle maggiori realtà economiche della regione sub-sahariana.

  • Come sottolineato più volte quando si parla di Camerun, quest’ultimo a tutt’oggi rimane uno dei pochissimi Paesi del continente africano a non aver mai subito un colpo di Stato o un rovesciamento violento del potere, nei suoi 50 anni di storia da Paese indipendente.

  • Il Presidente Biya ha lanciato un piano per l’installazione di più di 200.000 ettari di piantagioni di palma. In questo modo il Camerun spera di poter estrarre l’olio necessario per poter essere convertito in biodiesel. Ciò ha comunque provocato malcontenti sociali e danni ambientali, dal momento che, a tale scopo, è in atto la sostituzione forzata delle foreste, con gli alberi da palma.

I LEONI INDOMABILI

Nessun appassionato di calcio potrà dimenticare la favola del Camerun ai Mondiali di calcio di Italia ’90. Una squadra di perfetti sconosciuti che ha esordito battendo per 1-0, e alla fine della partita in 9 contro 11, i Campioni del Mondo in carica, vale a dire l’Argentina di Maradona. In quell’edizione il Camerun arrivò, prima squadra africana della storia a tagliare questo traguardo, ai quarti di finale. E fu eliminata soltanto dall’Inghilterra ai tempi supplementari, in uno spettacolare 3-2 e con due rigori assegnati agli inglesi. In quella nazionale figurava il giocatore simbolo del Camerun: Roger Milla, eletto dalla Federazione calcistica africana il “giocatore africano del secolo”. Nel 1990, a 38 anni, Milla era fuori dal giro della Nazionale, ma rientrò e fece un Mondiale strepitoso, con 4 gol in 5 partite e l’invenzione della Makossa, la danza intorno alla bandierina come esultanza, che diventerà famosa e ripresa in tutto il mondo. Ai Mondiali di USA ’94, incredibilmente Milla torna nuovamente in squadra e segna un gol, diventando all’età di 42 anni, il più vecchio partecipante e realizzatore di un gol nella storia dei Mondiali di calcio.

I “Leoni Indomabili” (questo il soprannome della squadra) oggi hanno un degno erede di Milla e vanno in Sudafrica guidati dal capitano Samuel Eto’o, attaccante dell’Inter e capocannoniere assoluto della storia della Nazionale, con 44 gol all’attivo. Altro pilastro è il difensore Rigobert Song, al suo quarto Mondiale, detentore del record di presenze in Nazionale (ben 135). Chiude la triade delle stelle camerunensi (ma sono tanti i giocatori da tenere d’occhio) Achille Emana, numero 10 ed erede del leggendario Patrick Mboma. Il Camerun vanta anche una vittoria alle Olimpiadi, quelle di Sidney 2000, ottenuta in finale contro la Spagna di Puyol, Xavi e Abelda. Il Camerun ha ottenuto la qualificazione piazzandosi prima nel proprio girone con Gabon, Togo e Marocco, dopo un avvio disastroso. Il girone eliminatorio del Mondiale la vede a contendersi il posto negli ottavi con Olanda, Danimarca e Giappone. Nessuno lo dice apertamente, ma Eto’o e compagni potrebbero puntare direttamente al primo posto del girone.

GEOPALLONE

Il poliedrico e rimpianto Franco Scoglio, ex allenatore del Genoa e poi delle nazionali di Tunisia e Libia, aveva dichiarato: “Non c’è Paese africano in cui il calcio non sia acclamazione di regime. Ma c’è fantasia e amore. Senza sentimento tutto è inutile”. E in effetti in Africa il calcio si intreccia con la politica nella misura in cui diventa spesso uno strumento di propaganda dei regimi. Lo stesso Presidente camerunense Biya si era distinto per invadenza nel mondo del calcio in occasione dei Mondiali di Italia ’90, quando praticamente impose il ritorno in Nazionale di Roger Milla (a livello calcistico, la storia gli darà senz’altro ragione…). Ma in un continente difficile come quello africano, il calcio può intrecciarsi cob la politica e la cronaca anche per episodi spiacevoli.

Come accadde all’ex interista e stella della Nazionale camerunense, Pierre Wome, l’8 ottobre 2005. Il Camerun si gioca con l’Egitto l’accesso ai Mondiali di Germania 2006 e, al 95° minuto di gioco, ha un rigore a favore che potrebbe portarla in Germania. Nessuno vuole prendersi tale responsabilità, neanche Eto’o o Song. Wome sì. Nonostante la pressione va sul dischetto, non si tira indietro. E sbaglia: palo. Il Camerun non si qualifica per i Mondiali e molti camerunensi non lo perdonano a Wome, che viene anche fatto oggetto di una sorta di ostracismo per cui non viene convocato per la Coppa d’Africa del 2006. Wome dovrà tornare in patria scortato dalla polizia e attraverso strade secondarie; l’11 ottobre la sua villa viene presa d’assalto da alcuni “tifosi” e saccheggiata e devastata. Chissà cosa sarebbe successo se il calciatore o qualche membro della sua famiglia si fosse trovato a casa. Questo è il lato oscuro del calcio. Quello che si intreccia con la vita reale e rischia di far diventare politica un gioco.

Stefano Torelli

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