In 3 sorsi – Lo scorso 25 settembre il Presidente turco Erdogan e il Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian Ilham Aliyev hanno inaugurato la costruzione di un nuovo gasdotto che, una volta terminato, collegherà l’exclave azera di Nakhchivan alla Turchia.
1. LA REPUBBLICA AUTONOMA DI NAKHCHIVAN E IL NODO DEL CORRIDOIO DI ZANGEZUR
Mentre il mondo osserva con apprensione l’esodo che dal Nagorno-Karabakh ha spinto centinaia di migliaia di persone verso l’Armenia, il Presidente turco Erdogan e l’omologo azero Ilham Aliyev guardano verso la Repubblica autonoma di Nakhchivan, un’exclave dell’Azerbaigian confinante con Turchia, Armenia e Iran.Il 25 settembre i due Presidenti si sono incontrati a Nakhchivan per presenziare alla cerimonia inaugurale di un nuovo gasdotto che collegherà la regione alla linea trans-anatolica TANAP che attraversa la Turchia.
La Repubblica Autonoma di Nakhchivan è stata separata dalla terraferma azera a seguito dell’invasione sovietica della Transcaucasia nel 1920. Il deflagrare del conflitto armeno-azero nella regione separatista del Nagorno-Karabakh, dopo la caduta dell’Unione Sovietica, ha reso quest’area uno dei teatri di guerra. Con la fine della prima fase del conflitto le linee di comunicazione tra Nakhchivan e il resto del Paese sono cadute in disuso, lasciando la regione isolata e creando un legame di dipendenza dall’Iran come unica via di accesso.
Uno degli obiettivi dell’Azerbaigian è quindi rafforzare il collegamento con l’exclave potenziando il corridoio Zangezur, una linea di trasporto multimodale che percorre per 43 km la provincia amministrativa armena Syunik.
L’apertura del corridoio rimane un contenzioso aperto tra i due Stati belligeranti. Dopo la sconfitta dell’Armenia nella guerra per il Nagorno-Karabakh del 2020, questa si è impegnata, tramite memorandum, a garantire la sicurezza della linea di transito tra Nakhchivan e Baku. Il corridoio Zangezur porterebbe vantaggi strategici anche all’Armenia in quanto potenzierebbe la sua connettività regionale nel Caucaso. Tuttavia, i rapporti con i vicini azeri e turchi sono ancora conflittuali e Yerevan non è disposta a concedere quella che considera una limitazione della propria sovranità territoriale.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Erdogan e Aliyev durante la cerimonia di inaugurazione del gasdotto Igdir-Nakhchivan, 25 settembre 2023
2. IL NUOVO GASDOTTO CHE LEGA L’EXCLAVE AZERA ALLA TURCHIA DI ERDOGAN
La costruzione di un nuovo gasdotto che dalla provincia orientale turca di Igdir rifornisce il Nakhchivan rientra tra gli obiettivi del memorandum d’intesa firmato nel dicembre 2020 da Turchia e Azerbaigian. Il nuovo collegamento energetico mira a sostituire l’Iran con la Turchia come principale fornitore e sarà in grado di trasportare fino a 2 milioni di metri cubi di gas al giorno, soddisfacendo ampiamente le esigenze energetiche annuali della Repubblica Autonoma.
Durante la cerimonia inaugurale i due leader hanno espresso considerazioni sulla solida relazione che lega Ankara e Baku, e sulla volontà condivisa di rafforzare l’integrazione tra i due Paesi attraverso un miglioramento delle reti infrastrutturali, incluso il progetto di costruzione di una nuova ferrovia tra Kars (Turchia nord-orientale) e Nakhchivan.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Il tracciato del gasdotto, che collegherà energeticamente l’exclave azera alla Turchia
3. LE AMBIZIONI TURCHE
Si può osservare come questi progetti di integrazione nell’area caucasica rientrino più ampiamente nello schema geopolitico della Turchia guidata da Erdogan. L’incremento delle linee energetiche e commerciali, l’apertura di un corridoio verso l’alleato azero e il coinvolgimento negli sviluppi regionali innescati dal conflitto nel Nagorno-Karabakh sono espressione di un ambizioso disegno che vede la Turchia avvicinarsi sempre di più verso l’Asia centrale e le risorse del Mar Caspio. Dopo la recente vittoria azera in Karabakh, Erdogan vede maggiori opportunità per rimodulare gli assetti della regione seguendo le proiezioni del proprio schema geostrategico. Il nuovo gasdotto rappresenta, quindi, un altro piccolo tassello che mira a consolidare il rapporto con l’Azerbaigian (entrambi sostengono di essere “una nazione in due Stati”), e ad affermare il ruolo turco nel mercato energetico della regione caucasica.
Chiara Battaglini
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