In 3 sorsi – L’ultima rilevazione dello Stockholm Resilience Center evidenzia l’avvicinamento ai “confini planetari” ricordando l’attualità del tema sulla salvaguardia del pianeta.
1. 6/9: GLI ULTIMI RISULTATI
Il 13 settembre 2023 lo Stockholm Resilience Centre ha pubblicato la terza relazione sul concetto dei confini planetari, dichiarando un peggioramento dell’equilibrio ecologico terrestre: sei indicatori su nove (cambiamento climatico, integrità della biosfera, cicli biogeochimici, uso del suolo, livello di emissioni di sostanze chimiche antropogeniche ed uso del suolo) registrano livelli oltre le soglie critiche delineate dalla comunità scientifica. Quest’ultimo report è il primo a fornire una dimensione per ogni indicatore. Johan Rockström, pioniere del progetto, ha affermato chiaramente come la Terra non goda di buona salute e la stessa autrice del report Katherine Richardson, professoressa di oceanografia biologica e leader del Sustainability Science Center della Università di Copenaghen, ha paragonato la condizione del pianeta al quadro clinico di un paziente con problemi di pressione sanguigna da monitorare costantemente. Il pianeta non è davanti ad un infarto certo (ossia danni irreversibili e conseguenze imprevedibili all’ecosistema), ma il rischio che accada è molto alto.
Fig. 1 – I risultati dei tre report dello Stockholm Resilience Centre a confronto
2. RIFLESSIONI SUL FUTURO
L’analisi del 13 settembre è l’ennesimo allarme che la comunitĂ scientifica lancia all’opinione pubblica e alla classe politica riguardo l’ormai nota crisi climatica. L’ondata anomala di maltempo che ha colpito ad inizio di novembre alcuni Paesi europei, Italia inclusa, conferma nuovamente come il clima sia una variabile non piĂą trascurabile nei processi di policy making. Il report certifica un insufficiente impegno da parte dei governi nell’affrontare la questione. L’aspetto piĂą pratico (e rilevante) del report è il passaggio nel quale si delinea un quadro sistemico per affrontare l’impatto dell’uomo sul pianeta. Pur non indicando raccomandazioni politiche precise, la ricerca vuole stimolare l’umanitĂ all’innovazione per un futuro in cui la stabilitĂ del sistema terrestre sia preservata e salvaguardata. La COP 28 di fine novembre a Dubai sarĂ un banco di prova cruciale per vedere se questi avvertimenti troveranno riscontro.
Fig. 2 – Micheal Rubens Bloomberg, inviato speciale ONU per il clima, annuncia Dubai come sede della COP 28 che si terrĂ dal 30 novembre al 12 dicembre 2023
3. COSA SONO I CONFINI PLANETARI?
Il report del 13 settembre è la terza edizione di un progetto che ha avuto inizio nel 2009. Un team di ventisei scienziati, guidati da Rockström e dal collega australiano Will Steffen, definiscono i cosiddetti “confini planetari”, diventati un punto di riferimento nel campo della ricerca sulla sicurezza ambientale e sul cambiamento climatico. Questo quadro analitico prevede che il pianeta sia misurato da nove parametri fondamentali che ne definiscono l’equilibrio ecologico, condizione necessaria per l’abitabilitĂ degli esseri viventi. Oltre ai sei citati precedentemente, il livello di acidificazione degli oceani, la riduzione dell’ozono stratosferico e il carico di aerosol atmosferico sono inclusi come indicatori. Il trend è andato in peggioramento poichĂ© il primo report segnalava che solo tre dei nove indicatori erano stati superati e avvertiva su come questi processi avrebbero influenzato gli altri parametri, portandoli fuori dallo “spazio operativo sicuro per l’umanità ” entro cui questi sarebbero stati prevedibili.
Lorenzo Avesani
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