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Aree protette e rifiuti: strategie per una corretta gestione

In 3 sorsi – I piani per la gestione rifiuti nelle aree protette devono tenere in considerazione la conservazione degli ecosistemi fra gli obiettivi primari. A supporto delle normative europee e nazionali in materia, alcuni progetti di cooperazione transfrontaliera stanno cercando di fare la differenza, come nel caso dell’Interreg Italia-Croazia WasteReduce.

1. I RIFIUTI: UN PROBLEMA PER LA NATURA

Una corretta gestione dei rifiuti nelle aree protette è fondamentale per la conservazione degli ecosistemi e il raggiungimento degli obiettivi sul clima del 2030. GiĂ  minacciati dagli effetti del cambiamento climatico, questi sono ulteriormente compromessi dalle attivitĂ  umane, in particolare da quelle turistiche, che contribuiscono significativamente alla produzione e all’abbandono incontrollato di rifiuti in queste aree. In virtĂą del loro valore naturalistico, le aree protette devono assumere un ruolo guida per l’intero territorio, favorendo scelte sostenibili e politiche di sviluppo per la salvaguardia ambientale. Tuttavia, secondo i dati del report “Parchi rifiuti free edizione 2024“, la media della raccolta differenziata dei 498 comuni presenti nei 24 parchi nazionali italiani è del 59,62%, ben al di sotto degli obiettivi di legge.

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Fig. 1 – Parco Nazionale del Gran Paradiso

2. IL FRAMEWORK NORMATIVO

L’inquadramento normativo europeo in materia di gestione dei rifiuti mira a ridurre al minimo gli impatti negativi sulla salute umana e sull’ambiente, stabilendo un quadro strategico integrato e un approccio che promuove attivamente la prevenzione della produzione eccessiva di rifiuti. Nello specifico, la Direttiva Quadro Rifiuti prevede che gli Stati membri adottino misure per il trattamento dei rifiuti conformemente al principio di gerarchia dei rifiuti: prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia, e smaltimento. In Italia l’evoluzione del quadro normativo fa riferimento a strategie nazionali che abbracciano i principi dell’economia circolare, perseguendo gli obiettivi del Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti e dei criteri ambientali minimi (CAM) per l’affidamento del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti urbani. Non esistono specifiche strategie di gestione rifiuti rivolte ad aree protette e siti naturalistici.

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Fig. 2 – Rifiuti in attesa di raccolta a Lavagna

3. IL PROGETTO WASTEREDUCE: UN ESEMPIO CONCRETO

Riconoscendo le attivitĂ  turistiche e il conseguente aumento dei visitatori nelle aree protette come principali cause del problema, il progetto Interreg WasteReduce è un perfetto esempio di cooperazione transfrontaliera tra Italia e Croazia. “Con il progetto Interreg WasteReduce abbiamo voluto colmare una significativa lacuna: nei siti di interesse naturalistico manca spesso una visione strategica e di lungo termine per la gestione dei rifiuti. Partendo dall’area pilota del Medio Brenta, e grazie alla collaborazione con Etra – SocietĂ  Benefit e Arpav, il nostro obiettivo è quello di sviluppare una strategia integrata che bilanci prevenzione, monitoraggio e incentivi. Il nostro impegno mira a favorire un cambiamento culturale, promuovendo una maggiore consapevolezza ambientale e un approccio piĂą responsabile,” racconta Linda Barci, manager di progetto per Etifor-Valuing Nature.

Chantal Betti

Photo by andreiprodan_ is licensed under CC BY-NC-SA     

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  • Le aree protette italiane sono minacciate dalla perdita di biodiversitĂ  e danneggiamento degli ecosistemi.
  • Una corretta gestione dei rifiuti è quanto mai necessaria per ridurre la pressione antropica sulla natura.

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