In 3 sorsi – La Commissione Europea ha di recente adottato un nuovo pacchetto di aggiornamento della politica di allargamento. La volontà di espandersi ancora resta una delle priorità dell’UE, come dichiarato dalla Presidente della Commissione von der Leyen durante il SOTEU 2023.
1. I PAESI CANDIDATI DEI BALCANI OCCIDENTALI
I Paesi che godono dello status di candidato all’adesione all’UE sono attualmente dieci, di cui ben sei localizzati nella regione dei Balcani Occidentali. L’obiettivo dichiarato dell’UE è quello di allargare ulteriormente il blocco degli Stati membri, in funzione della stabilizzazione a livello regionale e dell’ampliamento del mercato comune. L’accesso alla membership UE è soggetto al rispetto dei cosiddetti criteri di Copenaghen e all’adeguamento all’acquis communautaire, il sistema di standard normativi dell’UE. La Serbia e il Kosovo non hanno ancora implementato gli accordi di dialogo facilitati dall’UE, e sono indietro con le riforme rispettivamente nella politica estera e nel settore giudiziario. L’Albania è alle prese con le riforme riguardo allo Stato di diritto e le libertà fondamentali, mentre il Montenegro sta attraversando un periodo di stallo causato dalla polarizzazione politica interna, che ha comportato ritardi nelle riforme necessarie. La Bosnia Erzegovina, candidata dallo scorso anno, dovrà proseguire con le riforme elettorali e costituzionali, mentre la Macedonia del Nord necessita di adeguamenti del proprio apparato pubblico e giudiziario. I negoziati con la Turchia, anch’essa Paese candidato, sono sospesi dal 2018, vista l’incompatibilità dell’agenda politica e degli standard normativi turchi con quelli dell’acquis europeo.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – La Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il Commissario Europeo per l’Allargamento e la Politica di Vicinato Oliver Varhelyi durante la conferenza stampa sul nuovo pacchetto di aggiornamento della politica di allargamento, 8 novembre 2023
2. ALLARGAMENTO DI GUERRA: UCRAINA, MOLDAVIA, GEORGIA
A seguito dell’invasione da parte della Russia nel febbraio del 2022, l’Ucraina ha fin da subito richiesto lo status di candidato all’adesione all’UE. Nonostante la situazione di emergenza in cui il Paese versa da quasi due anni, lo status di candidato ha spinto il Governo a operare riforme nel settore amministrativo e in quello giudiziario e a omologarsi alla politica estera dell’UE (PESC). Per quanto concerne la Moldavia, Paese politicamente instabile e polarizzato, si registrano progressi nei settori legislativo, giudiziario e amministrativo, prioritari secondo il parere della Commissione del giugno 2022. La Georgia, invece, ha ricevuto dalla Commissione il via libera all’ottenimento dello status di candidato, sul quale dovrà esprimersi il Consiglio nei prossimi mesi. Il Governo di Tbilisi avrà il compito di soddisfare le dodici priorità suggerite dall’UE, cercando allo stesso tempo di ridurre la polarizzazione politica a livello nazionale.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Manifestazione a favore dell’Unione Europea a Tbilisi, capitale della Georgia, 8 novembre 2023
3. L’ALLARGAMENTO UE DI NUOVO AL CENTRO DEL DIBATTITO
Il nuovo pacchetto UE sull’allargamento riapre il dibattito, per la verità mai cessato, sulla sostenibilità del processo di integrazione europea. A dieci anni esatti dall’ultimo allargamento, l’UE si prepara nuovamente ad aprire le porte a nuovi Stati. Un allargamento di tale portata, con l’ipotetico passaggio da 27 a 37 Stati membri, non rappresenterebbe una prima volta per l’UE, avendo già sperimentato nel 2004 un’espansione analoga dal punto di vista quantitativo. Tale allargamento viene ricordato per aver esteso enormemente il mercato e la popolazione europei. Tuttavia, già dagli anni precedenti all’ingresso degli Stati, era sorto un dibattito su larga scala riguardo alla sostenibilità e agli effetti dell’integrazione europea. È dunque probabile che l’opinione pubblica europea tornerà a dividersi tra i cosiddetti “wideners”, i sostenitori dell’allargamento a quanti più Stati possibile, e i “deepeners”, ovvero coloro che ritengono che l’UE debba sistemare i propri equilibri interni prima di potersi espandere ulteriormente.
Giorgio Fioravanti
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