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Maduro si conferma Presidente, ma in Venezuela scoppia la rivolta

In 3 sorsi – Il Centro Nazionale Elettorale ha annunciato la vittoria di Maduro con il 51% dei voti, ma l’opposizione denuncia brogli e nelle città sono in corso forti proteste.

1. LA CONTESTATA RICONFERMA

Il 28 luglio scorso si sono tenute le elezioni presidenziali in Venezuela. La campagna elettorale si è caratterizzata per un forte clima di tensione, principalmente a causa dell’esclusione della candidata dell’opposizione Maria Corina Machado per atti che hanno interferito con la pace e la libertà del Paese. Questa tornata elettorale è stata fin da subito attenzionata da parte della comunità internazionale, come dimostrato dalla ripresa dei dialoghi fra Stati Uniti e Venezuela, i cui rapporti sarebbero stati legati al corretto svolgimento del voto. La sera del 28 luglio il Centro Nazionale Elettorale ha decretato la vittoria di Nicolas Maduro con il 51,2% dei consensi contro il 44% dei voti di Edmundo Gonzalez, candidato dell’opposizione. Con l’80% dei voti digitali scrutinati, Maduro si è presentato al popolo venezuelano come Presidente per il terzo mandato consecutivo, mentre dall’opposizione hanno subito denunciato brogli, affermando che le ricevute del voto elettronico alle quali sono riusciti ad avere accesso dimostrano una vittoria schiacciante di Edmundo Gonzalez con il 73,2%, facendo risultare lui come nuovo Presidente del Paese.

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Fig. 1 – Il Presidente del Venzuela Maduro si rivolge ai propri sostenitori durante un comizio in suo sostegno il 7 agosto 2024, dopo le elezioni presidenziali a Caracas

2. LE PROTESTE E GLI SCONTRI

Malgrado Maduro avesse minacciato un bagno di sangue in caso di sconfitta, il Governo di Caracas ha mostrato la forza fin dai primi giorni dopo il voto. Il giorno dopo le elezioni, i cittadini, esortati anche dall’opposizione, sono scesi in piazza per manifestare pacificamente e per chiedere le dimissioni di Maduro. Si è assistito poi a un’escalation di violenza, con le Autorità che hanno militarizzato il centro di Caracas. Si è scatenata una guerriglia tra manifestanti, esercito e polizia che, stando alle prime statistiche, avrebbe provocato tra le 11 e le 12 vittime. Contrastanti le cifre sugli arresti: da un lato il Procuratore Generale Tarek William Saab ha parlato di 749 arresti nella sola giornata di lunedì con l’accusa di resistenza all’Autorità e in alcuni casi di terrorismo; dall’altro Foro Penal ha parlato di almeno 177 arresti, cifra notevole, ma ben più bassa. Il Presidente Maduro ha accusato l’opposizione di questi atti violenti da lui definiti “criminali e terroristici’’. Lo stesso Jorge Rodriguez, Presidente dell’Assemblea Nazionale, ha incolpato Gonzalez e Machado dei disordini post-elettorali, chiedendone l’arresto. Infine, dopo l’invito rivolto dall’opposizione alle Forze Armate di rovesciare Maduro per riportare la pace e la libertà nel Paese, il Ministro della Difesa Vladimir Padrino ha assicurato la lealtà dell’esercito al Presidente. È perciò evidente come il quadro generale sia quello di un Paese diviso, dove la guerra civile non è più un orizzonte così utopico.

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Fig. 2 – Candele accese formano le parole “Libertà e Pace” durante una veglia organizzata dall’opposizione per chiedere la liberazione dei prigionieri politici arrestati durante le proteste in seguito alla contestata rielezione del Presidente Nicolas Maduro, Caracas, 8 agosto 2024

3. LE REAZIONI INTERNAZIONALI

Fin dalle prime ore dello spoglio non sono mancate le reazioni di diversi Paesi del mondo. Come era lecito aspettarsi il riconoscimento per la vittoria di Maduro è arrivato da Cuba e soprattutto dalla Russia, con il portavoce del Cremlino Peskov che ha invitato l’opposizione venezuelana ad accettare la sconfitta. Quanto all’America Latina, il Perù ha riconosciuto Gonzalez come legittimo Presidente del Venezuela, insieme ad altri otto Paesi della regione, fra cui la Costa Rica, che ha anche offerto asilo politico a Gonzalez e Machado. Caracas ha poi risposto con l’espulsione degli ambasciatori di 7 Stati latinoamericani con l’accusa di interferenza e, nel caso di Panama e Repubblica Domenicana, con l’interruzione dei voli da e per il Venezuela. I Presidenti di Stati Uniti e Brasile, Biden e Lula, hanno chiesto la pubblicazione dei resoconti delle votazioni, appello al quale si è unito anche il capo della diplomazia europea Borrell, affermando che senza i verbali di voto verificati, i risultati elettorali non potranno essere riconosciuti. Infine il 2 agosto 2024 anche gli USA, tramite il Segretario di Stato Blinken, e l’Ecuador, tramite una nota del Presidente Noboa, hanno riconosciuto Edmundo Gonzalez come Presidente del Venezuela. A ciò si aggiunge la possibilità concreta che molti venezuelani, soprattutto giovani, emigrino altrove se Maduro, come probabile, non dovesse lasciare il potere. Il Venezuela si ritrova a dover affrontare i rischi di un’insanabile divisione interna, di un maggiore isolamento internazionale e di un ulteriore esodo della popolazione, sullo sfondo di una crisi economica e sociale che sembra non avere fine.

Marco Pantaloni

Venezuela” by ruurmo is licensed under CC BY-SA

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Perchè è importante

  • Il 28 luglio scorso si sono tenute le elezioni Presidenziali in Venezuela che hanno decretato la vittoria di Maduro con il 51% dei consensi, avviando così il suo terzo mandato consecutivo.
  • L’opposizione denuncia brogli elettorali e nel Paese sono in corso proteste sfociate in violenti scontri con la polizia e l’esercito che hanno provocato feriti e morti.

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Marco Pantaloni
Marco Pantaloni

Sono Marco, classe 1997, marchigiano di San Benedetto del Tronto. Il mio percorso accademico si è svolto interamente a Forlì, dove mi sono laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche. Tra il 2022 e il 2023 ho conseguito un master presso la Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale di Roma in Protezione Strategica del Sistema Paese. Fra le mie grandi passioni vi sono ovviamente la Storia e la Geopolitica.

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