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Hezbollah: dalle origini alla guerra tra Israele e Hamas

Caffè lungo – Hezbollah, “Partito di Dio”, nasce in Libano, nei turbolenti anni della guerra civile. I principali obiettivi dell’organizzazione paramilitare sono la costruzione di uno Stato islamico, combattere le forze israeliane ed espellere qualsiasi potenza straniera dal Libano. Nel corso della sua vita, si è sviluppato anche come partito politico, guadagnando consensi nel Paese. 

LA NASCITA DEL MOVIMENTO 

Se ci si trovasse di fronte un militante di Hezbollah e gli si chiedesse cos’è l’organizzazione di cui fa parte, con molta probabilità risponderebbe che “Sono i figli della Umma, il Partito di Dio, la cui avanguardia fu resa vittoriosa da Dio in Iran. […] Siamo una Umma legata ai musulmani di tutto il mondo dal solido legame dottrinale e religioso dell’Islam”. È così, infatti, che il gruppo paramilitare libanese di stampo sciita si identifica nel Manifesto, “Il Programma di Hezbollah”, pubblicato il 16 febbraio 1985, in cui vengono enunciati i principi ideologici e i principali obbiettivi strategici dell’organizzazione. Dunque, per cercare di ricostruire al meglio la sua storia, è bene partire dall’inizio, ovvero dalla nascita, inquadrabile negli anni della guerra civile libanese, dal 1975 al 1990. È qui, infatti, che nel Paese si cominciò a sviluppare una coscienza politica nella comunità sciita che iniziò a percepire la necessità di far sentire la sua voce. In quegli anni, dunque, la comunità cominciò a creare diverse istituzioni, tra le quali, ad esempio, la milizia Amal, “Speranza”, braccio armato del gruppo politico “Movimento dei diseredati”, fondato nel 1974, e il Consiglio supremo sciita. Così, fondato il suo entourage politico-istituzionale-militare, la fazione sciita cominciò a prendere forma all’interno della società. Con la prima invasione israeliana del Libano nel 1978 cominciarono le prime fratture all’interno della collettività, dovute anche alla frustrazione della condizione di profuga in cui la comunità riversò a seguito dell’operazione Litani. La rabbia incanalata da questo episodio diede vita a gruppi armati e movimenti di resistenza per i quali agire manu militari rappresentava l’unica forma di riscatto. Per l’ala più estremista di questi nuovi gruppi fu fondamentale la figura dell’Ayatollah Khomeini e la sua vittoria sul Governo iraniano nel 1979, con la successiva nascita della Repubblica Islamica; sarà proprio l’Iran ad avere un ruolo ancillare per la creazione di un nuovo movimento sciita, nato dalle fazioni più estremiste dei gruppi formati in quegli anni. Hezbollah nasce nel 1982 nella regione della Beqaa a sud del Libano, con l’aiuto dei Pasdaran, soldati inviati dall’Iran per aiutare il Libano nella lotta contro Israele. Gli obiettivi principali riportati nel Manifesto e citati di seguito sono: espellere gli Stati Uniti e qualsiasi altra potenza straniera dal Libano; combattere le forze israeliane; la costruzione di uno Stato islamico che possa garantire libertà e giustizia per tutti.      

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Fig. 1 – Lo sceicco Maher Hammoud, membro dell’associazione islamica, si trova vicino a una barricata con i militanti di Hezbollah, 10 dicembre 1986.

LA PROIEZIONE INTERNA E REGIONALE DI HEZBOLLAH 

Negli anni della guerra civile, il Partito di Dio fu artefice di numerosi attacchi terroristici diretti verso le potenze occidentali – tra i quali si ricordano gli attacchi suicidi del 1983 a Beirut contro francesi e statunitensi – e Israele, e riuscì a elevare la sua posizione all’interno del Paese una volta che le IDF si ritirarono dal territorio nel 1985. Cercare di capire cosa sia Hezbollah e che ruolo abbia in Libano potrebbe risultare complesso, considerate le sue molteplici identità e attività. È bene, perciò, fare una distinzione tra il braccio armato del Partito di Dio, a cui sono imputati i numerosi attacchi terroristici, e l’ala politica dell’organizzazione, formata nel 1992 dall’entrante Segretario generale Hassan Nasrallah, che ha portato il partito alla candidatura delle elezioni del Parlamento libanese, dove godeva, almeno fino al 2022, di una vasta maggioranza.
Il programma politico si basava sostanzialmente sull’assistenzialismo sociale nel settore sanitario, nel sistema educativo e infrastrutturale. Avendo un’efficienza maggiore dei programmi assistenziali del Governo, ciò diventò il perno della politica di Hezbollah e la causa della sua popolarità. La presenza del partito nella società fu così tanto pervasiva che fondarono una rete televisiva, Al Manar, utilizzata per propagandare ideali antisraeliani e antioccidentali alla comunità sciita. Nonostante le molteplici facce del gruppo paramilitare, la comunità internazionale, nel corso degli anni, ha provveduto a categorizzarla – o nella sua totalità o solo l’ala militare – come organizzazione terroristica, a fronte di una serie di attentati terroristici, tra i quali si rammentano: l’attentato all’ambasciata francese del Kuwait (1983); l’attentato ad un ristorante di Madrid (1985); 13 attentati ai centri commerciali e ferrovie francesi (1986). Inoltre, il gruppo paramilitare ha dimostrato la sua capacità bellica nei vari scontri che si sono susseguiti nella regione; di particolare rilevanza furono quelli del 2006 nella guerra contro Israele, di cui Hezbollah si dichiara vincitore, essendo riuscito a rimanere intatto nonostante l’obiettivo israeliano di distruggerlo. Così, sia a livello militare che politico, Hezbollah è diventato sempre più influente nel contesto regionale, schierandosi, nel susseguirsi degli anni, a fianco degli alleati sciiti – si pensi al supporto prestato alla Siria di Bashar al-Assad nel corso dell’interminabile guerra civile – godendo ininterrottamente del cospicuo supporto, ideologico e finanziario, dell’Iran, che, evidentemente, se ne è progressivamente servito come proxy nella lotta contro Israele

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Fig. 2 – Nella città di Beirut dei bambini sventolano le bandiere di Hezbollah e di Amal come forma di supporto per Gaza.

IL RUOLO AL FIANCO DI HAMAS NEL CONFLITTO CONTRO ISRAELE 

Dunque, alla stregua di quanto detto fin d’ora, non sorprende il supporto ad Hamas a seguito degli attentati del 7 ottobre. L’azione di Hezbollah nei confronti di Israele non si è fatta attendere: fin da subito ha cominciato a colpire infrastrutture militari, in particolare quelle adottate per sistemi di controllo. Così, all’indomani dell’attacco, l’“Axis of Resistance”, sotto l’egida dell’Iran, si è subito schierata contro Israele e i suoi alleati, leggi Stati Uniti. Dopo tre mesi di incessante conflitto, Tel Aviv ha lanciato degli attacchi in Libano che potrebbero alterare i sottili equilibri regionali: con i droni su Beirut il 2 gennaio scorso, è stato ucciso del leader di Hamas, Saleh al-Arouri; nello stesso modo, l’8 gennaio scorso, è stato colpito Wassim al-Tawil, comandante di Hezbollah, nonché uno dei più anziani della milizia a essere ucciso. Nonostante sia incerta l’imputazione dell’uccisione del leader di Hamas a Israele, Hezbollah ha inteso il colpo come un duro attacco al Libano: secondo le parole di Nasrallah, è stato commesso un un crimine grave e pericoloso sul quale non possiamo tacere; la controffensiva, di fatti, è arrivata immediatamente: in risposta all’attacco una pioggia di missili ha colpito la base di controllo del traffico aereo israeliana sul Monte Meron. La risposta all’uccisione del comandante di Hezbollah si è manifestata tramite il lancio di droni esplosivi nel nord di Israele. È evidente, dunque, che lo scenario regionale sembri pronto a cambiare i suoi equilibri: se in un primo momento Hezbollah non era intenzionato a intervenire, gli ultimi avvenimenti sembrano costringere il gruppo paramilitare a un cambio di direzione: di fronte a questo genere di attacchi, potrebbe allargarsi il conflitto tra i due Paesi. Secondo un’indagine del Washington Post, sembra che il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu stia pensando di estendere le ostilità al confine con il Libano, per portare a casa una “vittoria” che possa ripulire la sua immagine dopo la strage degli attacchi del 7 ottobre. Certamente, una possibile escalation con la milizia sciita non si ridurrebbe solo a coinvolgere nel conflitto il Libano, ma sicuramente a un impegno sempre più pervasivo di Teheran, che, da dietro le quinte, tesse le fila delle regole del gioco nel contesto mediorientale attuale, tramite l’esercizio di molteplici pressioni nei confronti degli Stati Uniti nei vari teatri regionali – si pensi alla Siria e all’Iraq dove le potenze dell’Asse della Resistenza hanno sferrato attacchi contro le basi militari di Washington – e contro Israele, con il supporto militare e finanziario ai protagonisti del presente conflitto: Hamas ed Hezbollah. 

Francesca Giordano

Immagine di copertina: “HEZBOLLAH” by LALLA – ALI is licensed under CC BY-ND

Dove si trova

Perchè è importante

    • Hezbollah è un’organizzazione paramilitare sciita. Venne formata nella regione della Beqaa a sud del Libano, dopo anni di presa di coscienza politica della comunità sciita e la prima invasione israeliana del 1978. Nel 1992, il nuovo segretario generale, Hassan Nasrallah, fonda l’ala politica dell’organizzazione, candidando il partito alle elezioni.

    • Oggi, nel conflitto israelo-palestinese, Hezbollah si è schierato con Hamas nella lotta contro Israele. Dopo tre mesi di scontri, Tel Aviv ha lanciato degli attacchi contro Hezbollah, che rischiano di minare il sottile equilibrio regionale e portare a un allargamento del conflitto.

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Francesca Giordano
Francesca Giordano

Nata a Roma nel 1999, studio Scienze Politiche e relazioni internazionali all’Università ‘La Sapienza’. Appassionata di storia, soprattutto moderna e contemporanea, relazioni internazionali e diritto internazionale, nel mio tempo libero cerco di placare la mia curiosità ossessiva e di coltivare la passione per la scrittura, che mi accompagna da quando ero bambina.

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