Caffè lungo – L’uomo più ricco della Georgia, con un patrimonio stimato di 5 miliardi di dollari, è rimasto dietro le quinte della politica georgiana dal 2012: da quando il partito da lui fondato, Sogno Georgiano, è al timone del Paese.
CHI È BIDZINA IVANISHVILI?
Personaggio eclettico e riservato, Ivanishvili detiene da solo un terzo del PIL della Georgia. Come altri appartenenti alla cerchia oligarchica post-sovietica, ha costruito la sua fortuna nella Russia degli anni Novanta , investendo nel settore bancario, immobiliare e metallurgico. Nato e cresciuto in un villaggio povero della Georgia, si è trasferito a Mosca per ottenere un dottorato in economia, dove poi è rimasto per accrescere il suo impero. Una volta tornato in patria ha fondato il partito Sogno Georgiano, che nelle elezioni del 2012 ha ottenuto la maggioranza dei voti, portando il Presidente Saakashvili, in carica ininterrottamente dal 2004, ad ammettere la sconfitta e abbandonare definitivamente la guida del Paese. Ivanishvili in seguito alla vittoria elettorale ottiene la carica di Primo Ministro della Georgia per poi rassegnare le dimissioni l’anno seguente. Dal suo ingresso nel mondo della politica, Ivanishvili è rimasto formalmente dietro le quinte, ma non ha mai rinunciato al suo ruolo di regista e manovratore delle dinamiche interne al suo partito. Dopo un breve ritorno da Presidente di Sogno Georgiano, dal 2018 al 2021, ha scelto nuovamente l’isolamento fino all’inizio di quest‘anno, annunciando un suo ritorno in veste di “Presidente onorario”: carica che , pur avendo una connotazione simbolica, formalizza i poteri che ha sempre esercitato, seppur in modo discreto.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Bidzina Ivanishvili durante il primo congresso di Sogno Georgiano, tenutosi a Tbilisi nel dicembre 2011
LE ELEZIONI DEL 2012
Le elezioni parlamentari tenutesi in Georgia nell’autunno del 2012 sono state precedute da una campagna elettorale polarizzata e convulsa. La “Rivoluzione delle Rose” del 2003, evento spartiacque nella storia georgiana, aveva riunito la scena politica intorno alla leadership di Saakashvili e al partito di Governo Movimento Nazionale Unito. La formazione di una coalizione anti-governativa guidata dal nuovo attore Sogno Georgiano puntella lo strapotere assunto dal Presidente in carica, la cui reputazione agli occhi dell’opinione pubblica stava venendo sempre più compromessa dall’utilizzo del Governo di metodi repressivi e violenti per scongiurare un passaggio di potere. Inoltre, l’immagine di Saakashvili aveva subito un forte colpo a seguito dell’invasione russa della Georgia nel 2008, la cui responsabilità venne in parte imputata all’azione del Governo. Con la sconfitta di Saakashvili e l’uscita di scena del Movimento Nazionale Unito, viene inaugurato l’avvento di Ivanishvili nell’arena politica e il 2012 diventa l’anno di transizione democratica verso una repubblica guidata dal partito di Ivanishvili, tuttora saldamente al Governo. Da quel momento, tutti i Governi che si sono susseguiti a guida Sogno Georgiano hanno avuto come rappresentanti figure designate direttamente da Ivanishvili. Ministri e Primi ministri, nonché le decisioni assunte dal Partito, dovevano passare al vaglio di Ivanishvili, dimostrandosi una sorta di “mano invisibile” nelle istituzioni georgiane.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Protesta contro il Governo di Sogno Georgiano nel 2019. Le ambiguità del partito di Ivanishvili verso la UE e il suo tentativo di mantenere rapporti cordiali con la Russia sono uno dei principali elementi di conflitto con la società civile georgiana
I LEGAMI CON LA RUSSIA
Il ruolo di regista assunto da Ivanishvili nella politica georgiana degli ultimi anni suscita delle perplessità in merito al suo legame con la Russia, considerando che la Georgia è ormai nell’orbita di attrazione dell’Unione Europea e della NATO. L’immensa ricchezza dell’oligarca georgiano è strettamente legata alla liberalizzazione post-sovietica dell’era di Yeltsin e ancora adesso Ivanishvili mantiene imprese commerciali in Russia. Questo potrebbe spiegare l’ambivalenza dimostrata dal suo partito nei confronti della scelta tra un’accelerazione verso l’integrazione europea e il mantenimento di rapporti pacifici con il Cremlino. Da quando è al potere Sogno Georgiano sembra che le direttive imposte dall’alto abbiano voluto indirizzare la politica georgiana verso una posizione cauta e intenzionalmente ambigua nei confronti della Russia. Anche dopo l’invasione dell’Ucraina, il Governo georgiano si è distinto per la sua decisione di astenersi dall’applicare le sanzioni previste contro la Russia. Sembra quindi che l’influenza del magnate continui ad avere un importante ruolo nel mantenere la Georgia lontana dall’orbita occidentale in modo da preservare i suoi legami con il Cremlino, e quindi la garanzia dei suoi investimenti. Questa ambivalenza però deve fare i conti con un’opinione pubblica fortemente europeista e il solco tra la società civile georgiana, che non esita a esprimersi in maniera anche tumultuosa nelle piazze, e la classe dirigente appare sempre più profondo. Il cammino della Georgia verso l’ingresso nell’Unione Europea appare ancora lungo e, nonostante abbia ottenuto lo status di candidato all’UE, probabilmente ci vorranno ancora molti anni, se non decenni, prima che il Paese entri a far parte dell’Unione. Ma se si intende intraprendere seriamente questo percorso sarà necessario un processo di de-oligarchizzazione e, in questo caso, Ivanishvili emerge come il principale destinatario di questa richiesta.
Chiara Battaglini
“Bidzina Ivanishvili, Tbilisi, Georgia, 2012” by milkybarkid78 is licensed under CC BY-SA