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Colloqui di Riad: al centro di tutto le strategie artiche

Caffè lungo Negli incontri di Riad tra USA e Russia si è parlato di pace in Ucraina, ma anche di molto altro e tra questo “altro” c’è sicuramente la questione artica.

CONTESTO E IMPLICAZIONI DEL DIALOGO RUSSIA-USA A RIAD

La Russia, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, si è trovata isolata nella realizzazione delle strategie artiche e l’unico partner al quale si è potuta rivolgere è stato la Cina. Nel pratico la cooperazione tra Cina e Russia ha preso avvio nello Yamal, dove “la russa Rusitan e la cinese China Communications and Construction Company hanno firmato un accordo di partenariato per lo sviluppo di un progetto di estrazione di materiali che serviranno, fra le altre cose, per costruire un nuovo gasdotto”. Tale progetto risulta avere massima importanza strategica per la Russia, dal momento che da qui partirà il gasdotto che, passando per la Mongolia, giungerà sino alla Cina, colmando il crollo delle esportazioni verso l’Europa dovuto alla guerra. Tale avvicinamento strategico della Russia alla Cina non è stato mai ben visto dagli USA, che, con il recente cambio di strategie voluto dal Governo Trump, vorrebbe proporsi come partner alternativo, allontanando così la Russia dalla “pericolosa” Cina. Di tutto ciò si è parlato e si continuerà a parlare a Riad. Nel recente incontro tra il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il collega statunitense Marco Rubio a Riad, non si è trattato solo della delicata questione del conflitto in Ucraina, ma anche di un tentativo di riavvio dei rapporti bilaterali tra le due superpotenze, con implicazioni significative per la geopolitica globale. Tra gli aspetti emersi, un tema centrale è stato quello della cooperazione nell’Artico, un’area cruciale non solo per le risorse naturali, ma anche per la sicurezza e la proiezione di potere di entrambi i Paesi. Kirill Dmitriev, direttore del Fondo Russo per gli Investimenti Diretti (RDIF), ha suggerito la possibilità di sviluppare progetti congiunti nell’Artico, un territorio strategico che ospita immense riserve energetiche, fondamentali per le economie di Russia e Stati Uniti. Il tema delle sanzioni ha dominato la discussione, con Dmitriev che ha sottolineato le perdite significative subite dalle compagnie petrolifere americane, come ExxonMobil, Halliburton e Schlumberger, a seguito delle restrizioni imposte dalle politiche occidentali dopo l’invasione dell’Ucraina. Tuttavia, la proposta di riavvio delle operazioni energetiche nell’Artico suggerisce un’opportunità per superare le difficoltà economiche imposte dalle sanzioni e per rilanciare la cooperazione tra i due Paesi, nonostante il conflitto ucraino. Questo nuovo capitolo potrebbe rappresentare un tentativo di Mosca e Washington di trovare un terreno comune, anche se le difficoltà per arrivare a un’intesa sono tutt’altro che scontate. L’Artico, infatti, è stato da sempre un terreno di competizione tra Russia e Stati Uniti, con la Russia che, grazie alla sua avanzata flotta di rompighiaccio e alla sua posizione geografica, considera questa regione come parte integrante della sua strategia geopolitica. D’altra parte, gli Stati Uniti hanno aumentato la loro presenza militare e infrastrutturale per contrastare l’influenza russa e cinese nella regione. Questo contrasto potrebbe trasformarsi in una potenziale collaborazione, ma il rischio di una competizione mascherata è tutt’altro che remoto.

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Fig. 1 – Il Ministro degli Esteri russo Lavrov arriva a Riad per i colloqui diplomatici con gli USA, 17 febbraio 2025

LE DINAMICHE INTERNE E LE SFIDE DELLA COOPERAZIONE NELL’ARTICO

Se da un lato la cooperazione energetica nell’Artico potrebbe portare benefici economici a entrambe le parti, dall’altro la strada verso un’intesa stabile appare complessa e disseminata di ostacoli. Le divergenze tra Russia e Stati Uniti in tema di sicurezza e sovranità sono difficili da superare. La proposta di Dmitriev, che punta a un approccio pragmatista e alla ricerca di un equilibrio tra gli interessi di Mosca e Washington, si scontra con la realtà delle forti tensioni esistenti, non solo tra le due potenze, ma anche con gli alleati europei, che vedono con preoccupazione l’ipotesi di una cooperazione bilaterale che escluda l’Europa dalle decisioni strategiche cruciali per la regione artica. La questione delle sanzioni è centrale in questo contesto. Mosca, infatti, chiede lo sblocco dei propri beni congelati all’estero, mentre gli Stati Uniti potrebbero vedere nell’accordo un’opportunità per rilanciare le proprie compagnie energetiche nella regione e ridurre la dipendenza europea dal gas russo. Tuttavia, questo potrebbe comportare il rischio di indebolire la posizione dell’Europa e di escluderla da un dialogo che riguarda direttamente le sue esigenze energetiche e di sicurezza. La proposta russa, quindi, si inserisce in un quadro geopolitico complesso, in cui Mosca tenta di sfruttare la fine dell’isolamento internazionale e di rientrare in un’ottica di cooperazione che potrebbe rafforzare la sua influenza, non solo a livello economico, ma anche strategico. La posizione di Washington appare ambivalente: se da un lato Rubio ha ribadito l’importanza delle sanzioni fino a quando non si raggiunga un accordo di pace in Ucraina, dall’altro si intravedono aperture a concessioni reciproche. Questo approccio più pragmatico suggerisce la possibilità di un avvicinamento, che, sebbene non del tutto privo di rischi, potrebbe permettere agli Stati Uniti di contenere l’influenza della Cina nell’Artico e di stabilire nuove alleanze economiche con la Russia.

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Fig. 2 – La città di Murmansk, porto strategico della Russia nell’Artico

LE IMPLICAZIONI FUTURE E LA STRATEGIA DELLA RUSSIA NELL’ARTICO

L’Artico, dunque, rappresenta un punto di convergenza per gli interessi economici e geopolitici di Mosca e Washington, ma anche un campo di battaglia per le ambizioni globali. La Russia, grazie alla sua flotta di rompighiaccio e alla crescente presenza militare nella regione, considera l’Artico come un elemento centrale per la propria identità strategica. Gli Stati Uniti, invece, puntano a contrastare l’espansione russa e cinese, accrescendo la loro presenza militare e infrastrutturale per mantenere il controllo delle rotte commerciali e delle risorse. A questo quadro si aggiungono le dinamiche interne alla politica russa, con personalità come Nikolai Patrushev e Kirill Dmitriev che esprimono visioni differenti, ma complementari, sul futuro dell’Artico. Mentre Patrushev adotta una linea più tradizionale, sostenendo l’espansione della presenza militare russa in risposta alle iniziative occidentali, Dmitriev spinge per una cooperazione pacifica e pragmatica tra Stati Uniti e Russia, cercando di evitare una nuova Guerra Fredda nell’Artico. Questo doppio approccio potrebbe essere il motore di un accordo più ampio, in cui l’Artico diventa il terreno su cui le due potenze stabiliscono un nuovo equilibrio di potere. Il dialogo in corso tra Mosca e Washington non è solo una questione di cooperazione energetica. È un tentativo di ridefinire le sfere di influenza e di sfruttare le risorse strategiche di una regione che diventerà sempre più centrale nel conflitto geopolitico globale. In un mondo multipolare, l’Artico si conferma come una delle frontiere più cruciali, dove la competizione per le risorse naturali potrebbe alimentare nuove alleanze o, al contrario, intensificare le tensioni. La strada verso una cooperazione stabile rimane incerta, ma le recenti aperture dimostrano che, almeno in apparenza, entrambe le potenze sono disposte a esplorare questa via, con tutte le incognite che comporta.

Riccardo Renzi

Arctic expedition” by teebreuq is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • L’Artico nei colloqui Russia-USA in Arabia Saudita.
  • Gli interessi delle due potenze e la ricerca di una convergenza.
  • Tra cooperazione e competizione.

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Riccardo Renzi
Riccardo Renzi

Laureato in Ricerca storica (LM-84) presso l’Università di Macerata, lavora, in seguito alla vittoria del concorso pubblico presso il IV settore del Comune di Fermo, come Funzionario presso la Biblioteca civica Romolo Spezioli di Fermo. È membro dei comitati scientifici e di redazione delle riviste Scholia, Il Polo e Menabò online, è inoltre vicedirettore della rivista di filologia greca e latina Scholia. È inoltre socio dell’Aib, della Società Dantesca Fermana, del Centro Studi Sallustiani, dell’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia e della Deputazione di Storia Patria per le Marche. Ha all’attivo oltre 500 pubblicazione tra scientifiche e di divulgazione culturale. Per quanto concerne la politica e la geopolitica collabora con Dissipatio, Politicamag, Il Polo e Libro Aperto.

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