In 3 sorsi – Dopo mesi passati a schivare i tentativi di ostacolo alla sua vittoria da parte di magistratura e avversari politici, ArĂ©valo ha giurato come nuovo Presidente e si è presentato come l’uomo della rinascita.
1. UN OUTSIDER
Bernardo Arévalo de Leon, eletto parlamentare del Guatemala nel 2019 nelle fila del partito progressista da lui fondato, Semilla, si è candidato alle elezioni Presidenziali del 2024 mettendo al centro della sua campagna elettorale la lotta alla corruzione. Al primo turno, tenutosi il 25 giugno scorso, ha ottenuto soltanto il 12% dei consensi, dietro al 15% raggiunto da Sandra Torres, candidata conservatrice e moglie di Alvaro Colom, Presidente del Guatemala dal 2008 al 2011. Grazie a un forte entusiasmo cresciuto nei suoi confronti, Arévalo è riuscito ad effettuare una vera e propria rimonta, conseguendo al ballottaggio del 20 agosto il 59,5 % dei voti contro il 35,8% di Sandra Torres. Sociologo di 64 anni, ex viceministro degli Esteri e figlio di José Arévalo Bermejo, Arévalo de Leon è il primo Presidente progressista nel Paese dal 1985, anno in cui il Guatemala è tornato alla democrazia. Subito dopo l’annuncio dell’esito elettorale, il neo Presidente eletto ha dichiarato di voler garantire i diritti delle opposizioni e ha promesso di lavorare per il benessere del Paese, ma fin dal giorno successivo la strada si è dimostrata subito in salita.
Fig.1 – Il Presidente ArĂ©valo in conferenza stampa, 24 gennaio 2024
2. IL RISCHIO DI BATTAGLIE DIFFICILI
Nonostante la schiacciante vittoria, ArĂ©valo ha dovuto affrontare una lunga battaglia legale. Un primo ostacolo si è verificato il 13 luglio 2023, tra il primo e il secondo turno elettorale, quando un giudice ha chiesto la sospensione del partito Semilla per delle irregolaritĂ nella registrazione di alcuni iscritti. La richiesta è stata poi respinta dal Tribunale Elettorale Supremo, non essendo possibile sospendere un partito nel corso di un’elezione. Il 20 agosto ArĂ©valo ha vinto il ballottaggio e il 31 ottobre si è ufficialmente chiuso il processo elettorale e così il giudice ha rinnovato la richiesta, approvata dal Tribunale Elettorale il 2 novembre. In seguito, il 16 novembre 2023 la Procura Generale del Guatemala ha avviato una procedura di revoca dell’immunitĂ per ArĂ©valo e la vicepresidente eletta Karin Herrera, accusandoli di aver appoggiato l’occupazione di un’universitĂ nel 2022 da parte di una rete di studenti universitari. ArĂ©valo ha definito ciĂ² come un attacco allo Stato di diritto e ha ricevuto il sostegno di alcuni attori internazionali come Unione Europea, Stati Uniti, Organizzazione degli Stati Americani e ONU. Alla fine l’insediamento, il 14 gennaio scorso, si è verificato con sette ore di ritardo, complici le manovre di ostruzionismo da parte di avversari, deputati di destra, vicini al Presidente uscente Alejandro Giammattei. La pressione di una folla oceanica in Piazza della Costituzione e la richiesta del rispetto della Costituzione da parte di alcune figure internazionali come il Presidente cileno Boric e il capo della diplomazia europea Borrell, hanno permesso al Parlamento guatemalteco di eleggere come proprio Presidente il 31enne Samuel Perez, di Semilla e ArĂ©valo ha giurato come nuovo Presidente del Guatemala.
Fig. 2 – Sostenitori che seguono su un grande schermo l’inaugurazione del nuovo Presidente del Guatemala
3. UN CAMBIAMENTO ARDUO QUANTO NECESSARIO
Un primo segnale di svolta Arévalo lo ha dato nella composizione del nuovo governo, formato da accademici e giornalisti, sette donne e sette uomini, essendo così il primo gabinetto nella storia del paese con parità di genere. Egli ha elencato fra le priorità dell’agenda di governo la salute, lo sviluppo, l’istruzione e l’ambiente. Quanto al tema cardine del suo programma, la lotta alla corruzione, il Presidente ha anche annunciato la creazione di una Commissione Nazionale. Stando ai dati del 2023, il Guatemala è infatti al 154° posto su 180 per indice di corruzione percepita, ma le resistenze incontrate durante e dopo le elezioni e la mancanza di una maggioranza in Parlamento (dove Semilla detiene solo 23 seggi su 160) evidenziano quanto la lotta alla corruzione sia necessaria ma anche ardua.
Marco Pantaloni
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