In 3 sorsi – In migliaia hanno protestato contro la riforma del bilancio voluta dal Governo del Guatemala. Il Presidente Giammattei ha ritirato la legge, ma le manifestazioni sono andate avanti. Intanto la pandemia e le forti tempeste stanno mettendo in ginocchio il Paese.
1. CONTRO LA LEGGE DI BILANCIO
Il 21 novembre migliaia di persone sono scese in piazza a Città del Guatemala per protestare contro l’approvazione da parte del Congresso della legge di bilancio per l’anno 2021. Centinaia di manifestanti sono addirittura riusciti a entrare nel palazzo del Congresso, dando alle fiamme alcune stanze. Il giorno prima era stata approvata la nuova contestata legge che, tra le altre cose, prevedeva tagli alla sanità e all’istruzione. Dopo gli scontri e le imponenti proteste che hanno travolto la capitale dello Stato caraibico, il Presidente Alejandro Giammattei ha prontamente ritirato la legge. Intanto il Governo ha chiesto l’invio di una missione ufficiale da parte dell’Organizzazione degli Stati Americani (OEA) per cercare di superare questa crisi politico-sociale. Riguardo alle proteste, alcune organizzazioni per la tutela dei diritti umani, tra i quali lo stesso Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR), hanno denunciato violente brutalità nei confronti dei manifestanti da parte della polizia.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Le proteste nella capitale Città del Guatemala.
2. LE ORIGINI DELLA CRISI
Il bilancio era stato approvato nella notte del 20 novembre, in tutta fretta, senza che i parlamentari abbiano avuto il tempo necessario per leggerne i contenuti. Anche da qui nasce lo scontro tra il Presidente Giammattei e il suo vice Guillermo Castillo, il quale ha chiesto, per il bene del Paese, le immediate dimissioni da parte di tutto il Governo. La legge di bilancio è stata contestata nelle piazze perché favoriva gli investimenti a sostegno dei grandi progetti infrastrutturali, andando dunque ad avvantaggiare le grandi imprese, trascurando invece le spese per l’istruzione e soprattutto per la salute, assolutamente prioritarie in questo periodo, visto che il Guatemala sta ancora lottando contro la diffusione del coronavirus. La riforma è stata per il momento ritirata, ma il malcontento nei confronti del Presidente rimane: le manifestazioni sono continuate e chiedono le dimissioni di tutto il Governo. I motivi della rabbia dei guatemaltechi verso l’esecutivo sono ben più profonde della recente legge di bilancio e sono da cercarsi nella ricorrente corruzione del sistema politico del Paese. Le accuse e i sospetti di corruzione coinvolgono sistematicamente tutti i Governi guatemaltechi, soprattutto da quando l’allora Presidente Otto Pérez Molina venne arrestato nel 2015, e l’esecutivi di Giammattei non rappresenta un’eccezione in questo senso.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Incendiato il palazzo del Congresso.
3. TRA PANDEMIA E URAGANI
Oltre alla crisi politica, il Guatemala si trova in un momento di assoluta difficoltà a causa della pandemia e degli uragani Eta e Iota che hanno colpito l’America centrale a inizio novembre, e deve fare i conti con gravi problemi di insicurezza alimentare per una consistente fetta della popolazione. Le due tempeste hanno provocato danni significativi all’economia, fortemente dipendente dall’agricoltura e già in recessione per via della pandemia. Inoltre, con centinaia di migliaia di persone ancora ammassate nei rifugi distrutti dalle tempeste, la probabilità che il coronavirus si diffonda ulteriormente non può che aumentare. Il Presidente Giammattei sta sollecitando la comunità internazionale affinché invii ulteriori aiuti: il Paese è in ginocchio e il rischio è che nei prossimi mesi il neopresidente Biden si trovi a dover gestire una grande ondata migratoria verso gli Stati Uniti proprio a causa del delicato momento nel Centro America. Con una situazione economica che potrebbe richiedere anni prima di riprendersi, il problema di governabilità del Guatemala che sta emergendo in queste settimane non è certo una buona notizia per nessuno.
Matteo Barbanera
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