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Bolivia: la lotta per il potere tra Evo Morales e Luis Arce

In 3 sorsi – In Bolivia cresce la tensione tra l’ex capo di Stato Evo Morales e l’attuale Presidente Luis Arce in vista delle prossime elezioni del 2025.

1. IL RITORNO DI EVO MORALES

Da diversi mesi in Bolivia si sta assistendo ad un acceso scontro politico tra l’ex Presidente Evo Morales e il suo successore, Luis Arce, in vista delle elezioni presidenziali che si terranno nel novembre del 2025. Morales, Presidente dal 2006 al 2019, ha già annunciato la propria candidatura,,mentre Arce, Ministro dell’Economia fino al 2017 e attuale Presidente del Governo boliviano, non si è espresso in merito. Ancora non è chiaro tuttavia chi effettivamente correrà alle prossime elezioni. Il Tribunale Costituzionale Plurinazionale (TCP) ha annullato infatti la rielezione presidenziale di Evo Morales. Nella sentenza costituzionale 1010/2023, approvata lo scorso 28 dicembre, i magistrati sottolineano che la rielezione a tempo indeterminato “non è un diritto umano”, pertanto non si può esercitare un mandato più di due volte in modo continuativo o discontinuo. La decisione ha scatenato la reazione dei contadini, da sempre sostenitori di Morales, i quali hanno provocato per alcune settimane dei blocchi stradali tra Cochabamba e Santa Cruz. I leader delle Sei Federazioni del Tropico di Cochabamba, una potente organizzazione di coltivatori di coca dove Morales è cresciuto come leader, hanno già avvertito il Governo Arce che intraprenderanno azioni radicali nel caso in cui Morales venga escluso dalle competizioni elettorali.

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Fig. 1 – Gli agricoltori sostenitori di Evo Morales bloccano l’autostrada che va da Cochabamba a La Paz

2. LA SCISSIONE TRA EVO MORALES E LUIS ARCE

La rielezione a tempo indeterminato è un tema che va avanti da molto tempo in Bolivia. Per esempio già nel febbraio 2016, tramite un referendum popolare, la Bolivia aveva votato “No” alla possibilità di candidarsi senza limite di mandati. Tuttavia, una sentenza del TCP del 2017 aveva di fatto annullato i risultati del referendum, confermando il diritto a essere rieletti anche dopo i due mandati. Evo Morales poté così candidarsi alle elezioni generali del 2019, ottenendo la maggioranza dei voti, salvo poi doversi dimettere dalla presidenza a causa di brogli. Dopo un Governo ad interim di 11 mesi, Luis Arce, appartenente allo stesso partito di Morales, il MAS (Movimento Verso il Socialismo), aveva ottenuto una vittoria decisiva alle elezioni dell’ottobre 2020, raccogliendo l’eredità politica di Evo Morales. Ma l’intesa tra i due leader si è presto rotta. Alla fine del 2021 il Presidente Arce è andato contro le richieste del predecessore rispetto alla destituzione di alcuni membri del Governo, come Del Castillo e David Choquehuanca. Inoltre, i diversi orientamenti in ambito economico e sindacale, portarono alla scissione del MAS in due grandi fazioni: gli “evistas”, sostenitori di Evo Morales, e gli “arcista” a favore di Luis Arce. Questa rivalità è proseguita nel tempo ed ha portato a violenti proteste, come quella di qualche settimana fa segnata dai blocchi stradali.

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Fig. 2 – Il Congresso Nazionale della Bolivia durante la discussione di un disegno di legge per l’elezione di nuovi magistrati del TCP

3. L’ELEZIONE DEI NUOVI MAGISTRATI

In merito alla questione del TCP, gli evistas insistono sul fatto che gli attuali magistrati esercitino l’estensione del loro mandato in modo incostituzionale. Le elezioni giudiziarie, infatti, si sarebbero dovute tenere nel dicembre 2023, ma il processo di preselezione dei candidati è stato bloccato in Parlamento, motivo per il quale il Tribunale Costituzionale ha deciso di prorogare il suo mandato e quello degli altri magistrati per evitare un “vuoto di potere”. La Costituzione boliviana, in vigore dal 2009, ha introdotto l’elezione con voto popolare ogni sei anni dei magistrati e dei consiglieri delle più alte corti del Paese. Prima del voto popolare, il Parlamento deve redigere la lista dei candidati con i due terzi dei favorevoli, ma ciò non è stato possibile a causa della frammentazione del Movimento Verso il Socialismo (MAS), che non ha permesso di raggiungere la maggioranza necessaria. Per il momento tutto è ancora in sospeso. La selezione dei candidati e le conseguenti elezioni richiederanno negoziati e accordi tra le parti. In gioco c’è la decisione di escludere Evo Morales dalle prossime elezioni presidenziali, le quali potrebbero prendere una svolta inaspettata.

Valerio Caccavale

Día del Estado Plurinacional de Bolivia” by Asamblea Legislativa Plurinacional is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • Il Tribunale Costituzionale Plurinazionale (TCP) della Bolivia, tramite una sentenza, ha squalificato Evo Morales alle prossime elezioni del 2025. La decisione ha scatenato la reazione dei contadini che sostengono Morales, provocando diversi blocchi stradali.
  • I rapporti tra Evo Morales e l’attuale Presidente Luis Arce si sono presto incrinati a causa di diverse questioni, compresa quella in merito all’elezione di nuovi magistrati del TCP. Questo ha portato alla scissione del partito il MAS in due grandi fazioni.
  • Secondo la Costituzione il Parlamento boliviano dovrebbe proporre una lista di candidati per l’elezione di nuovi magistrati del TCP, ma a causa della scissione del MAS non si è ancora raggiunta la maggioranza necessaria dei due terzi dei voti.

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Valerio Caccavale
Valerio Caccavale

Nato a Genova il 27 Novembre 2001. Frequenta la Facoltà di Scienze Politiche Internazionali di Genova. Tra un esame e l’altro scrive di politica e non solo. Ha collaborato con alcune testate giornalistiche sportive e di attualità. Segue e vive con passione le vicende internazionali con un occhio particolare per l’area dell’America Latina.

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