In 3 sorsi – Donald Trump si è assicurato il controllo totale sul RNC, riuscendo a nominare i suoi fedelissimi e a imporre la sua agenda.
1. UN COMITATO NUOVO
Venerdì 15 febbraio Michael Whatley, Presidente della sezione GOP del Carolina del Nord, e Lara Trump, nuora dell’ex Presidente, sono stati nominati rispettivamente Presidente e vicepresidente del Comitato Nazionale Repubblicano (RNC). I due erano stati proposti da Trump e hanno ottenuto la nomina senza alcun impedimento. Oltre a loro sono stati inseriti anche Chris LaCivita e James Blair, entrambi ex-consiglieri senior della sua campagna. Il primo supervisionerĂ le operazioni quotidiane del comitato, mentre il secondo si preoccuperĂ di delineare la linea politica.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Michael Whatley durante un evento della campagna Trump a Indianola in Iowa a gennaio 2024
2. IL CONTROLLO E LE PRESSIONI DI TRUMP
Il Comitato Nazionale Repubblicano (Republican National Committee) è un’organizzazione politica statunitense che sovrintende le maggiori attività del partito, tra cui l’organizzazione delle convention, lo sviluppo della piattaforma politica, il coordinamento delle strategie di campagna e la raccolta fondi. Le cariche all’interno del Comitato non vengono rinnovate di rado, anzi è prassi che il candidato ufficiale alle elezioni presidenziali favorisca un cambio di leadership. Trump ha sfruttato il potere all’interno del GOP per far eleggere i propri fedelissimi ancor prima di avere la nomina ufficiale. Il suo controllo sull’RNC ha lo scopo di creare una sinergia tra il comitato e la campagna, riflettendo l’urgenza di spingere i repubblicani a unirsi con lui nella corsa alla Casa Bianca e a formare dei team solidi in ciascun dei 50 Stati. Per l’RNC Trump ha puntato su dei candidati che si concentrassero sul tema della “frode elettorale”, una questione divenuta centrale da quando ha iniziato la “lotta” (basata su presupposti rivelatisi totalmente falsi) contro “le elezioni rubate del 2020” e Whatley si è dimostrato da subito il candidato ideale per la sua attenzione al tema della “integrità elettorale”. Quest’ultimo dovrà far fronte a una sfida più imminente, ovvero la capacità di raccolta fondi del comitato. L’RNC è entrato nel 2024 con meno della metà della liquidità rispetto alla controparte democratica e ci si chiede ancora se, ora che Trump è il candidato repubblicano a tutti gli effetti, il Comitato inizierà a coprire i costi delle sue crescenti spese legali.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – L’ex Presidente Donald Trump e Michael Whatley alla Convention del Partito Repubblicano a Greenville (Carolina del Sud) nel 2021
3. L’ASCESA DEL TYCOON: DA PARIA A LEADER INDISCUSSO
Nel giugno del 2015 Trump ha annunciato che si sarebbe candidato alle elezioni dell’anno successivo, con il celebre slogan “Make America Great Again“. Da allora è diventato un punto di riferimento per l’ala piĂą conservatrice del partito e per i sostenitori del Tea Party, vincendo nel 2016 contro Hillary Clinton. Nel 2020, dopo una fallimentare gestione della pandemia, Donald Trump ha perso contro Joe Biden e da allora non ha mai accettato la sconfitta, al punto che nel gennaio del 2021 diversi suoi sostenitori hanno assaltato il Congresso per bloccare la proclamazione di Biden come 46° Presidente. Quando ha abbandonato la Casa Bianca, Donald Trump è diventato una sorta di paria. Il Paese era scosso dalla violenza e la sua presidenza totalmente sminuita. Alcuni del suo gabinetto avevano proposto di invocare il 25° emendamento per evitare che si ricandidasse, era stato bandito dai social ed era stato sottoposto a due impeachment. Dopo tre anni, però, c’è stata una radicale inversione di tendenza e chi lo aveva criticato ha prontamente ritirato tutto. Trump è diventato il candidato del GOP per le presidenziali di novembre dopo che ha dominato le primarie di quasi tutti gli Stati, nonostante i processi e le accuse penali a suo carico. Come nel 2016, i suoi avversari non sono riusciti a coalizzarsi per proporre un’alternativa a un elettorato sempre piĂą radicalizzato tant’è che nei loro programmi nessuno ha proposto agende effettivamente distanti da quelle trumpiste. Trump non è il primo a candidato che ritorna sulla scena politica dopo una sconfitta. Si ritrova però ad affrontare ostacoli che una volta sarebbero stati insormontabili, come impeachment, accuse e processi penali, trasformandoli al contrario in una strategia vincente.
Iolanda Cuomo
Immagine di copertina: “I wonder if the #TRUMP flag was made in China.” by kennethkonica is licensed under CC BY-ND