In 3 Sorsi – In un sistema internazionale in cui il cambiamento climatico sta ricevendo sempre maggiore attenzione, l’Unione Europea si pone come guida nel perseguimento di una transizione verde attraverso un’intensa attività normativa e di indirizzo.
1. LA STRATEGIA DELL’UE SULLA SOSTENIBILITÀ
L’Unione Europea è da anni in prima linea nella lotta contro i cambiamenti climatici, assumendo un impegno esplicito nella riduzione delle emissioni di anidride carbonica e nella promozione di un’economia verde. Non a caso è stata una delle prima economie a ratificare gli Accordi di Parigi del 2015 e la conseguente adozione di diverse misure per contribuire alla riduzione della temperatura globale e al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. In quest’ottica l’Unione Europea si è posta il traguardo intermedio di ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 rispetto ai valori del 1990 (il progetto cosiddetto “Fit for 55%”). Come parte dell’iniziativa, a dicembre 2022 il Parlamento e il Consiglio dell’Unione Europea hanno siglato un accordo sull’introduzione di una tassa sul carbonio, diventando a tutti gli effetti la prima grande economia a introdurre ope legis una “tariffa verde” sulle importazioni, attraverso quella che è stata definita come “la più grande legge sul clima che sia mai stata emanata in Europa”. È stato così introdotto, con il Regolamento (UE) 2023/956, il Carbon Border Reduction Mechanism (CBAM), che impone il pagamento di un “dazio” alle importazioni relativo ai settori “carbon intensive” proporzionale alle emissioni inquinanti prodotte nel processo produttivo.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – La Presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen
2. IL CBAM: COME FUNZIONA
Il meccanismo della carbon tax è stato introdotto al fine di evitare il cosiddetto “carbon leakage”, ossia quella situazione in cui, per ragioni di costi legati alle politiche ambientali, le aziende trasferiscono la produzione di beni di consumo altamente inquinanti in Paesi con vincoli di emissione più permissivi. In particolare le aziende extra-UE che vorranno importare all’interno dell’Unione Europea dovranno fronteggiare una barriera tariffaria per le emissioni legate alla loro produzione, al medesimo prezzo previsto dall’UE. In questo modo si vuole ridurre la sleale concorrenza che i Paesi comunitari subiscono da parte di Stati extra-europei nei quali ci sono politiche ambientali meno stringenti, o addirittura inesistenti. In particolare il meccanismo prevede il pagamento delle emissioni attraverso l’acquisto, da parte dell’azienda in questione, di un certificato, per mezzo del CBAM Registry, cui si può accedere tramite una richiesta all’Autorità nazionale competente – nel caso dell’Italia, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM). Il prezzo del certificato si calcola a partire dall’ETS, il sistema di scambio di quote di emissioni dell’Unione Europea.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – L’UE è in prima linea nel contrastare il cambiamento climatico
3. UN APPROCCIO GRADUALE
Quando si parla di lotta al cambiamento climatico si fa riferimento a un obiettivo ambizioso, soprattutto considerando che dalla rivoluzione industriale si è sempre fatto ricorso a mezzi di produzione perlopiù inquinanti. I regolatori europei hanno preso atto di questo aspetto e, per l’applicazione del CBAM, hanno adottato una strategia di gradualità. In questo senso la carbon tax alle frontiere si applicherà ufficialmente a partire dal 2026, mentre dal 1° ottobre 2023 è in corso una fase transitoria per dare tempo da un lato agli stakeholder di sviluppare una buona comprensione del meccanismo, nonché un’efficace strategia di adempimento agli obblighi, dall’altro ai regolatori europei di raccogliere informazioni utili sulle emissioni, in modo da procedere a un’eventuale ridefinizione della metodologia. Attualmente la carbon tax alle frontiere si applica solo alle importazioni di prodotti altamente inquinanti, quali cemento, fertilizzanti, ferro e acciaio, alluminio, idrogeno ed energia elettrica, con la prospettiva di andare verso un graduale ampliamento del novero dei settori coinvolti, al fine di realizzare una transizione verde a trecentosessanta gradi.
Anna Maccagni
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