In 3 sorsi – I risultati delle elezioni europee 2024 hanno fin da subito prodotto effetti sullo scenario politico europeo. Tuttavia, a cambiare saranno soprattutto gli equilibri a livello nazionale, come accaduto in Francia con le elezioni anticipate convocate dal Presidente Macron.
1. I RISULTATI IN UE E IN FRANCIA
I risultati delle elezioni europee 2024 hanno prevedibilmente modificato i rapporti di forza tra gli schieramenti politici europei, sebbene con un impatto maggiore a livello nazionale che non all’interno del Europarlamento. All’indomani del voto si prevede infatti che l’attuale alleanza maggioritaria all’interno del Parlamento, quella composta dal Partito Popolare Europeo, dai Socialisti e Democratici e da Renew Europe (liberali), sarà rinnovata permettendo ai partiti dei suddetti gruppi di eleggere il nuovo Presidente della Commissione Europea. Ciononostante, si prevede comunque una crescita del potere negoziale dei gruppi nazionalisti e sovranisti, in virtù degli ottimi risultati ottenuti. Discorso molto diverso invece per quanto riguarda gli equilibri politici a livello nazionale, in particolar modo in Francia. L’impressionante vittoria riportata dal Raggruppamento Nazionale, che ha ottenuto il 31,4% dei voti, unita al crollo della coalizione del Presidente Macron, fermatasi al 14,6%, non ha lasciato scelta al capo di Stato francese. Macron, a poche ore dalla pubblicazione dei risultati ancora provvisori, ha deciso di sciogliere l’Assemblea Nazionale e di convocare elezioni anticipate il 30 giugno. Tuttavia, a prescindere dai risultati delle elezioni, Macron ha dichiarato che non intende dimettersi e che rispetterà la durata naturale del suo mandato, la cui scadenza è prevista per il 2027.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – La leader del Rassemblement National Marine Le Pen e il Presidente del partito Jordan Bardella dopo i risultati delle elezioni europee
2. LA STRATEGIA DI MACRON
La scelta di convocare le elezioni anticipate rappresenta a tutti gli effetti una scommessa e una sfida agli elettori francesi. A meno di tre settimane dal voto, Macron si affida interamente alla coscienza degli elettori francesi per arginare la crescita apparentemente inarrestabile dei partiti nazionalisti e sovranisti. Nonostante i risultati netti delle elezioni europee, rimane complicato prevedere il preciso esito delle elezioni legislative. Il sistema elettorale francese è infatti molto diverso da quello europeo, con un doppio turno che è storicamente sfavorevole per i partiti che non ottengono il 50% dei voti già al primo turno. Inoltre, la strategia del presidente Macron potrebbe essere quella di “obbligare” i leader dei partiti di opposizione, in particolare quelli del Raggruppamento Nazionale (RN) e dei Repubblicani, a chiarire alcune posizioni sui grandi temi attuali: posizionamento della Francia nei conflitti internazionali, politiche migratorie, diritti civili e questione ambientale. Tale strategia potrebbe essere rivolta anche alle altre coalizioni di opposizione, come il cartello delle sinistre più moderate (Socialisti e movimento Place Publique, 13,8% alle europee) e la coalizione di sinistra radicale guidata dal partito La France Insoumise (9,9% alle europee).
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Il Presidente francese Emmanuel Macron durante l’annuncio delle elezioni anticipate
3. GLI SCENARI POST-VOTO E L’IPOTESI ‘COABITAZIONE‘
Il sistema multipartitico francese vive dunque una fase di fermento dovuta alle manifeste difficoltà della coalizione di Governo guidata dal Presidente Macron. La frammentazione politica è ormai un tratto distintivo della Quinta Repubblica francese, con i partiti tradizionali ai minimi storici e i movimenti radicali e populisti in rapida crescita. A complicare ulteriormente il quadro politico è la forma di governo vigente in Francia, un semipresidenzialismo che consente la “coabitazione” di un capo di Stato e di Governo appartenenti a partiti diversi. Un’eventuale vittoria delle destre (RN e Repubblicani), assai probabile, o delle sinistre, quasi impossibile, costringerebbe Macron a nominare un Primo Ministro appartenente a uno di questi schieramenti, rendendo il lavoro parlamentare e governativo accidentato e soggetto a ricatti politici.
Giorgio Fioravanti
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