In 3 Sorsi – L’attesa per il taglio dei tassi potrebbe essere finita: nel corso della tradizionale riunione annuale svolta a Jackson Hole, il Presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha lasciato intendere che la FED è pronta a ridurre i tassi di interesse.
1. GLI ULTIMI DATI DI INFLAZIONE E DISOCCUPAZIONE
Dal 22 al 24 agosto scorsi a Jackson Hole, una cittadina del Wyoming all’interno del Grand Teton National Park, si è svolto il tradizionale simposio economico che la Federal Reserve Bank di Kansas City, sede locale della FED, ospita annualmente dal 1982 e al quale partecipano banchieri centrali di tutto il mondo, accademici, influenti pensatori economici, politici e giornalisti. Quest’anno c’era molta attesa per le parole di Jerome Powell, Presidente della Fed, in merito a un potenziale taglio dei tassi di interesse che da marzo 2022 sono stati progressivamente e continuativamente rivisti al rialzo. Attualmente i tassi di interesse sono fermi al 5,5% da oltre un anno: l’ultimo aumento di un quarto di punto è stato infatti deliberato a luglio 2023 dopo una serie di 11 rialzi consecutivi nel tentativo di contenere l’inflazione che aveva raggiunto livelli importanti.
“Inflation is now much closer to our objective”, ha dichiarato Powell: in effetti gli ultimi dati rilevati nel mese di luglio 2024 evidenziano un valore dell’inflazione pari al 2,9% confermando così la tendenza al ribasso mostrata nel secondo trimestre 2024 e soprattutto scendendo sotto la soglia del 3%.
Nel corso del suo intervento il Presidente ha voluto ribadire l’obiettivo di ripristinare la stabilità dei prezzi mantenendo un mercato del lavoro forte ed evitando bruschi aumenti della disoccupazione che hanno caratterizzato alcuni periodi disinflazionistici. Anche i dati relativi al mercato del lavoro evidenziano come il tasso di disoccupazione sia aumentato da inizio anno arrivando al 4,3% nelle rilevazioni del mese di luglio e tornando così ai livelli pre-pandemia.
Fig. 1 – Jerome Powell al Jackson Hole Economic Symposium
2. PERCHÉ È SCESA L’INFLAZIONE ED È AUMENTATA LA DISOCCUPAZIONE?
Powell ha sottolineato che l’aumento della disoccupazione non è dovuto ai licenziamenti, come avviene solitamente in una fase di recessione economica, ma piuttosto è la conseguenza di un sostanziale incremento dell’offerta di lavoratori unito a un rallentamento della domanda rispetto a quanto registrato in precedenza.
Powell ha voluto anche ricordare i fattori che hanno generato un’inflazione elevata dovuta alle distorsioni della domanda e dell’offerta causate sia dalla pandemia, a fronte della quale il Congresso ha risposto nel marzo 2020 con il CARES Act per stabilizzare il sistema finanziario ed evitare una depressione economica, sia dagli shock sui mercati dell’energia e delle materie prime legate all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, oltre che dalla riduzione dell’offerta di lavoro. La politica monetaria restrittiva adottata dalla Fed ha quindi influito sulla domanda e sull’offerta aggregata riducendo le pressioni inflazionistiche (che avevano raggiunto il picco nel giugno 2022) ma consentendo allo stesso tempo all’economia statunitense di continuare a crescere: nel secondo trimestre 2024, infatti, il PIL USA è salito del 3% (superando le attese che stimavano una crescita intorno al 2,8%) in aumento rispetto all’1,4% rilevato nel primo trimestre.
Fig. 2 – La sede della Federal Reserve
3. ‘THE TIME HAS COME FOR POLICY TO ADJUST‘
“È giunto il momento di adeguare la politica: la direzione di marcia è chiara e i tempi e il ritmo dei tagli dei tassi dipenderanno dai prossimi dati, dall’evoluzione delle prospettive e dal bilanciamento dei rischi”, aggiungendo inoltre che la Fed farà tutto quello in suo potere (“we will do everything we can” che ricorda il “whatever it takes” di Mario Draghi nel suo discorso del luglio 2012) per sostenere un mercato del lavoro forte verso l’obiettivo della stabilità dei prezzi, che insieme al raggiungimento della massima occupazione, rappresenta il duplice mandato della Fed.
Nella prossima riunione della Fed prevista il 17 e 18 settembre prossimi, terzultimo appuntamento del 2024, si vedrà pertanto se si concretizzeranno le aspettative del mercato rispetto a una riduzione dei tassi di interesse.
Emanuele Rufini
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