In 3 sorsi – L’anno scorso l’assassino di un leader separatista sikh ha scatenato una crisi diplomatica senza precedenti tra India e Canada. Crisi che continua ancora oggi con nuove accuse ed espulsioni diplomatiche.
1. UNA CRISI DIPLOMATICA ANCORA IN CORSO
Martedì il Vice Ministro degli Affari Esteri canadese David Morrison ha accusato un alto funzionario del Governo indiano di aver autorizzato una campagna di violenza e intimidazione ai danni della comunità sikh canadese. Alcuni funzionari canadesi hanno riferito al Washington Post di aver identificato il Ministro degli Interni indiano Amit Shah come uno degli autori. Il Canada ha già espulso sei diplomatici indiani d’alto livello, accusandoli di far parte di un’ampia rete criminale volta a intimidire e perseguitare i cittadini sikh sul proprio territorio. Secondo Ottawa i diplomatici sono collegati all’omicidio di un leader separatista sikh avvenuto a Vancouver l’anno scorso, tant’è che il Primo Ministro Justin Trudeau ha dichiarato che “Il Governo indiano ha commesso un terribile errore pensando di poter interferire […] nella sicurezza e nella sovranità del Canada”. L’India ha respinto tali accuse e ha espulso a sua volta sei diplomatici canadesi in segno di protesta.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il Primo Ministro del Canada Justin Trudeau durante la conferenza stampa in cui ha annunciato l’espulsione dei diplomatici indiani
2. L’INIZIO DELLA DISPUTA
I sikh sono una comunità religiosa monoteista originaria del Punjab, una regione dell’India della quale i membri più radicali sostengono l’indipendenza. La convivenza con la popolazione indù è complessa, poiché, in virtù del movimento separatista, i sikh vengono additati come terroristi. In Canada è presente una delle comunità più grandi del mondo (più di 770mila secondo un censimento del 2021) e più volte il Primo Ministro indiano Narendra Modi è stato critico con Trudeau, accusato di avere simpatie per quelli che considera nemici della patria. Il 18 luglio 2023, Hardeep Singh Nijjar, un leader separatista sikh nonché cittadino canadese, è stato assassinato fuori da un tempio sikh a Surrey, quartiere di Vancouver. Dopo le indagini la Royal Canadian Mounted Police ha scoperto che oltre alla morte di Singh, i sei diplomatici espulsi sarebbero coinvolti in atti criminali ai danni di altri dissidenti politici sikh canadesi, tra cui omicidi, intimidazioni, molestie ed estorsioni. Tutto ciò, se provato, delineerebbe il perseguimento di una brutale politica di sicurezza nazionale da parte del Governo indiano, al di fuori della madrepatria.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Protesta della popolazione sikh fuori al Consolato indiano di Toronto dopo la morte di Hardeep Singh Nijjar
3. IL FUTURO DELLE RELAZIONI TRA INDIA E CANADA
Le relazioni diplomatiche tra India e Canada sono ai minimi storici ed è probabile che ci vorrà del tempo per ripristinarle. Oltre alle implicazioni immediate, la frattura può diventare rilevante, in particolar modo per gli Stati Uniti. I due Paesi sono partner strategici fondamentali per Washington. Da un lato, Ottawa, alleato storico, dall’altro Nuova Delhi, in piena espansione, ma soprattutto un Paese che basa la propria politica estera sulla base di scelte pragmatiche più che sulle alleanze. Ad esempio, l’India ha relazioni con i Paesi occidentali, ma è anche membro dei BRICS. Molti Governi occidentali riconoscono la sua importanza strategica, quindi chiudono gli occhi su molte politiche autoritarie di Modi. Seppur l’intelligence statunitense abbia collaborato con i partner canadesi per indagare sull’omicidio Singh, nessun’accusa esplicita è stata rivolta all’India, anzi Modi è stato accolto da un caloroso benvenuto quando l’anno scorso ha visitato Biden a Washington.
Iolanda Cuomo
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