Editoriale Caffè Americano – Ci vuole calma e sangue freddo, diceva una canzone di moda anni fa. Donald Trump è il 47° Presidente degli Stati Uniti, con una vittoria netta e incontestabile, che piaccia o meno.
Nei prossimi giorni e settimane dedicheremo tempo all’analisi del voto con i dati alla mano. Ora è troppo presto e chi si dice sicuro del perché l’uno abbia vinto e l’altra abbia perso mente o non sa bene di cosa parli. L’unico elemento attualmente certo è che in un’elezione prevista come noiosa e priva di colpi di scena, i cui strascichi sarebbero stati destinati a protrarsi per giorni, l’ondata rossa ha dato una scossa per certi versi inaspettata. Esistono cause immediate e più profonde per questa innegabile rimonta, entrambe necessitano il giusto spazio e tempo di analisi. Diffidate di chi, a meno di 24 ore dalla chiusura dei seggi, è già pronto a fornirvi spiegazioni ineluttabili per una situazione ancora in divenire, ora con un cervellotico intellettualismo ora con un semplicismo da bar che piace molto a certi salotti autoreferenziali. Diffidate anche di chi dice, in stile calcistico, che i democratici avrebbero fatto meglio a fare questo o quell’altro. Sono realtà alternative di cui non sapremo mai la trama, meglio lasciarle ai talk show da infotainment.
Sicuramente Trump e i repubblicani hanno intercettato le domande e i desideri di milioni di persone, che forse troppo facilmente vengono bollate come ignoranti o fuori dal mondo. Persone che alla domanda “stavi meglio con Trump o con Biden?” hanno risposto: Trump. Anche se i dati economici possono dire il contrario, ossia che l’Amministrazione Biden ha messo gli USA su un sentiero di crescita da fare invidia a tutto l’Occidente, molti statunitensi hanno percepito gli effetti dell’inflazione, tornata sotto controllo solo negli ultimi mesi. Troppo tardi per invertire la tendenza. Poi ci sono anche quelli convinti e convinte che Trump sia il loro eroe disposto a spazzare via, anche letteralmente, quell’”establishment” da cui non si sentono capiti, a torto o a ragione.
Potremmo considerare di trovarci al culmine di un processo che da un lato ha allontanato alcune fette della popolazione dall’elettorato storico democratico e dall’altro radicalizzato ai limiti del cultismo altre, portando a una polarizzazione estrema della società statunitense. E ora che abbiamo forse raggiunto la vetta di questo fenomeno, è necessario prendere una chiara visione del panorama prima di intraprendere la discesa.
Quello che faremo, infatti, al Desk Nord America sarà cercare di raccontare i nuovi Stati Uniti del nuovo/vecchio Trump, attenendoci ai fatti senza dare giudizi di valore non necessari. Lo faremo continuando la nostra newsletter Caffè Americano che sarà un prodotto permanente e non più legato solamente alla campagna elettorale. Vi invitiamo a unirvi a noi. Perché ciò che accade negli Stati Uniti continua ad avere importanti conseguenze a casa nostra, sia in termini di sicurezza sia in termini economici.
Un saluto a tutte e a tutti e vi aspettiamo.
Emiliano Battisti
Daria Vernon De Mars
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