In 3 Sorsi – L’inserimento della Finlandia nelle dinamiche militari dell’Alleanza Atlantica irrita il Cremlino, assorbito dalla guerra con Kyiv. La NATO sottopone alla prova dell’Artico le proprie capacità convenzionali, in un contesto di vantaggio strategico nel quale Mosca replica con azioni “non militari”.
1. L’INTEGRAZIONE DELL’ARTIGLIERIA, DOMINATRICE DEL CAMPO DI BATTAGLIA
Tra il 4 e il 24 novembre si è svolta la Dynamic Front 25, esercitazione organizzata dallo US 56th Artillery Command nella regione baltica (Finlandia, Estonia, Germania e Polonia, con l’aggiunta della Romania). Fulcro delle attività è stato l’utilizzo coordinato dell’artiglieria, l’impiego delle comunicazioni nell’acquisizione e gestione dei bersagli e in generale quell’azione dalla distanza che sembrava ormai archiviata, ma che il conflitto in Ucraina ha riportato di attualità .
Tra i partecipanti dei 28 Paesi coinvolti, presenti reparti italiani appartenenti alla Brigata Folgore e ai Reggimenti Ariete e Torino. Dynamic Front ha permesso di testare il coordinamento multinazionale in condizioni climatiche estreme e nell’ambito di operazioni di fuoco la cui importanza si è dovuta ampiamente rivalutare dopo vent’anni di focus sulle tematiche della controguerriglia.
Le esercitazioni nella regione sono continue e coinvolgono ogni strumento militare. Contemporaneamente a Dynamic Front, la portaerei USS Harry Truman ha svolto attività nell’Artico, prima di spostarsi nel Mediterraneo, sempre seguita dalla nave spia russa Yantar.
Fig. 1 – Postazione MLRS durante una fase dell’esercitazione Dynamic Front in Finlandia, 20 novembre 2024
2. LE REAZIONI DI MOSCA, CRITICHE E AZIONI LIMITATE
Mosca monitora ovviamente queste attivitĂ e quando possibile ne fa uno strumento narrativo, ma non sembra avere le risorse per reazioni piĂą energiche. GiĂ in settembre, il viceministro degli Esteri russo Alexander Grushko aveva parlato di “guerra ibrida” – termine ormai abusato a Est come a Ovest, – criticando le attivitĂ militari finlandesi nei pressi del confine. Il 29 novembre, il direttore dell’intelligence esterna di Mosca (SVR) Sergey Naryshkin (noto per essere stato pubblicamente umiliato da Putin in occasione del riconoscimento delle Repubbliche di Luhansk e Donetsk nel 2022) ha ribadito che la partecipazione alla NATO non è negli interessi del popolo finlandese e, sfruttando la storia comune dei due Paesi, che la Finlandia beneficia piĂą dalla cooperazione con la Russia che dall’accodarsi a politiche definite “neonaziste”, secondo la vulgata ormai propria del confronto con l’Occidente. Anche il direttore dell’intelligence interna FSB Alexander Bortnikov ha parlato di una crescente minaccia nel Baltico. A dispetto di prese di posizione piĂą o meno ambigue, finchĂ© l’esercito russo resta concentrato in Ucraina è molto improbabile che la situazione vada oltre ai ripetuti danneggiamenti dei cavi sottomarini nel Baltico (Critical Underwater Infrastructures – CUI) colpiti a ottobre 2023 e anche piĂą recentemente, in quello che il Ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha esplicitamente definito un sabotaggio.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – La messa in posa del cavo C-Lion 1 tra Finlandia e Germania nel 2015. Il Governo di Berlino sospetta che la recente cesura del cavo sia un sabotaggio ad opera della Russia
3. NUOVI SCENARI, BALTICO COME AREA DI CRISI O VALVOLA DI SFOGO?
Al di là degli aspetti puramente militari, la partecipazione della Finlandia a Dynamic Front dopo l’ingresso come 31esimo membro della NATO (aprile 2023, seguita dalla Svezia un anno dopo) ha segnato uno sviluppo strategico nella regione compresa tra il Baltico e l’Artico. Il confine tra NATO e Russia, che di fatto era limitato all’estremo nord norvegese e ai confini di Estonia e Lettonia oltre all’exclave di Kaliningrad, è stato più che raddoppiato. L’intera fascia costiera baltica e del Golfo di Finlandia su cui si affaccia San Pietroburgo è adesso dominata da Paesi NATO, una messa all’angolo strategica al cui interno si svolgono dinamiche meno appariscenti come le citate CUI, ma anche reciproche azioni di spionaggio aeronavale durante le quali non è arduo immaginare il rischio di un incidente, finora sempre evitato da precise modalità di gestione. Una dimostrazione di come lo scenario nordeuropeo sia un potenziale, ma ancora stabile, scenario di crisi al cui interno si possono realizzare esercitazioni, dimostrazioni reciproche e attività sotto la soglia del conflitto che sarebbe forse impossibile riproporre in altri contesti senza il rischio di un precipitare degli eventi.
Lorenzo Lena
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