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Siria, i ribelli dell’HTS e la reazione del mondo arabo alla caduta di Assad

In 3 Sorsi – Hay’at Tahrir al-Sham (HTS) ha stupito le forze del Governo di Bashar Al-Assad e la comunitĂ  internazionale con un’offensiva che in 11 giorni ha consentito di conquistare Damasco. La reazione del mondo arabo alla caduta del regime siriano offre alcune prospettive interessanti per il futuro.

1. LA CONQUISTA DI DAMASCO: CAUSE ESOGENE ED ENDOGENE

Con una rapida offensiva durata 11 giorni, il gruppo HTS ha guidato la conquista di Aleppo, Hama, Homs e Damasco, determinando la caduta del regime di Bashar Al-Assad. A rendere vincente la scommessa di Abu Muhammed al-Jowlani, leader di HTS, sono stati vari fattori che hanno congiuntamente favorito il successo dell’operazione. Per comprendere il quadro nel quale si inserisce l’offensiva, così da poter anche prevedere cosa non dovrà mancare a una nuova amministrazione siriana per evitare un’eguale disfatta, occorre assumere un duplice sguardo: interno ed esterno. Dal punto di vista interno alla società siriana, le immagini e i video pubblicati in rete o diffusi dalle testate giornalistiche, autorizzate a seguire in diretta gli eventi, testimoniano come il divario tra le esigenze avvertite dalla popolazione e le azioni del Governo siriano fosse diventato incolmabile. La crisi economica e sociale, con la contrazione del PIL reale dell’1,5% nel 2024 e il 69% di persone in stato di povertà nel 2022, ha contribuito ad alimentare un malcontento già latente nella popolazione. A ciò si aggiungono le defezioni nell’esercito regolare del regime, le quali hanno fatto da contorno a un contesto nel quale a essersi sfaldato era anche il supporto “esterno” al Governo. Nello specifico, sia la Russia che Hezbollah avevano dovuto fare i conti con la mole di uomini impegnati sui fronti di guerra che li vedevano direttamente coinvolti, innescando una situazione favorevole a un più spedito ritmo dell’offensiva.

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Fig. 1 – Il leader del gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (HTS), Abu Mohammed al-Jolani, si rivolge a una folla alla moschea di Umayyad, punto di riferimento della capitale Damasco, l’8 dicembre 2024.

2. LE PRIME AZIONI POLITICHE DI AL-JOWLANI: GOVERNO TRANSITORIO E IPOTESI FUTURE

Come da lui stesso anticipato alla CNN, il primo passo da “decisore politico” di al-Jowlani è stato quello di optare per la soluzione di un “Governo transitorio”. Quest’ultimo dovrà restare al potere fino al 1° marzo 2025, quando dovrebbero svolgersi nuove elezioni presidenziali. Il 10 dicembre Muhammad al-Bashir è stato incaricato del ruolo di Primo Ministro siriano. Il passaggio di potere è avvenuto in maniera pacifica, con un incontro tra al-Jowlani, l’ormai ex Primo Ministro Mohammed Ghazi al-Jalali e il suo successore al-Bashir del quale è stato diffuso un estratto video. L’immagine che l’HTS intende trasmettere è quella di uno scenario futuro caratterizzato da “un Governo pluralista”. I sospetti circa il mancato rispetto delle promesse finora effettuate vengono però alimentati dal fatto che tutti i Ministeri del Governo transitorio siriano coincidano con quelli del Governo di Salvezza siriano (SSG), un’entità di fatto costituita dall’HTS per gestire una parte consistente del nord-ovest della Siria (la cui capitale è Idlib).
Si può ritenere quello dell’SSG come un “esperimento di Governo” sulla cui base il gruppo islamista ha posto le premesse per una futura amministrazione della Siria. In una transizione che, secondo le parole del Presidente della Coalizione Nazionale delle Forze d’opposizione e rivoluzionarie Hadi al-Bahra, dovrĂ  avvenire dopo aver creato un “ambiente sicuro, neutrale e pacifico” in vista di libere elezioni.  

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Fig. 2 – Muhammad al-Bashir, Primo Ministro del Governo di transizione siriano, tiene una conferenza stampa nella cittĂ  ribelle nord-occidentale siriana di Idlib, il 28 novembre 2024

3. L’IMMEDIATA REAZIONE DEL MONDO ARABO: ALLE RADICI DEL CROLLO DEL REGIME SIRIANO

Il modo in cui i vicini arabi hanno reagito alla conquista di Damasco da parte dei ribelli consente di definire un quadro delle possibili relazioni future tra le parti. Il Governo che si è maggiormente esposto a favore della caduta del regime di Al-Assad è stato il Qatar, il cui Primo Ministro ha parlato di un’incapacitĂ  di Assad di “cogliere le opportunitĂ  che aveva per iniziare a impegnarsi e ripristinare il suo rapporto con la sua gente”. Non è un caso che tale postura arrivi da Doha, potenza regionale che ha sostenuto finanziariamente e militarmente i ribelli a partire dalla guerra civile siriana del 2011. PiĂą “diplomatica” la reazione del Governo saudita ai recenti eventi, con l’invito agli attori siriani a “rispettare le scelte della popolazione e garantire l’unitĂ  e la stabilitĂ  della Siria da ogni forma di caos e divisione”. Di segno diverso la reazione del Governo emiratino, che aveva spinto per la riammissione della Siria nella Lega Araba nello scorso anno: “Siamo molto preoccupati per il caos e l’estremismo. Continuiamo a preoccuparci dell’integritĂ  territoriale della Siria”, ha detto il Consigliere diplomatico presidenziale Anwar Gargash. Tre diverse posizioni, quelle ora riassunte, che potrebbero essere ricondotte a unitĂ  nel momento in cui il nuovo Governo siriano dovesse garantire quei valori di “pluralismo” e “inclusione” su cui si è affermato di voler fondare il futuro della Siria.

Michele Maresca

Immagine di copertina: “against the massacres of civilians in Syria” by Jeanne Menjoulet is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • Dopo la conquista di Damasco, il Primo Ministro del Governo di Salvezza siriano Muhammad al-Bashir è stato incaricato del ruolo di capo del Governo di transizione siriano.
  • Le reazioni del mondo arabo al crollo del regime di Bashar Al-Assad sono utili per immaginare gli scenari legati alle relazioni future tra le parti.

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Michele Maresca
Michele Maresca

Classe 1998, ho conseguito la Laurea Magistrale in Giurisprudenza all’Università Federico II di Napoli e il Master in “Derecho Internacional y Relaciones Exteriores e Internacionales” all’Instituto Europeo Campus Stellae. L’idea di raccontare, informare e approfondire le vicende di politica internazionale rappresenta ciò che mi spinge a dedicarmi con passione ed enorme interesse a queste tematiche. Inoltre, svolgo analisi, in lingua spagnola, per il Think Tank Geopol21.

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