In 3 sorsi – Estonia, Lettonia e Lituania si sono disconnesse dalla rete elettrica russa per aderire al sistema elettrico continentale europeo. Un’iniziativa su cui si è lavorato per anni, con ingenti investimenti dell’Unione Europea.
1. L’ATTRAZIONE ENERGETICA DELL’EUROPA
Sabato 8 febbraio Estonia, Lettonia e Lituania hanno disconnesso i propri sistemi dalla rete elettrica russa per potersi integrare con l’ENTSO-E (acronimo di European Network of Transmission System Operators for Electricity), l’associazione che riunisce i gestori dei sistemi di trasmissione elettrica dei Paesi europei. Domenica 9 febbraio si è festeggiato a Vilnius il “giorno dell’indipendenza energetica dei baltici” in presenza della Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, che in conferenza stampa ha sostenuto enfaticamente: “Oggi si fa la storia: gli Stati baltici passano all’indipendenza energetica. Le ultime reti elettriche in Europa ancora legate alla Russia sono ora pienamente integrate nel mercato interno dell’energia europeo, con il sostegno di oltre 1 miliardo di euro di finanziamenti europei nel corso degli anni”.
L’evento ha un forte valore simbolico, poiché i tre Paesi baltici avevano già interrotto l’acquisto di energia russa nel 2022, in seguito all’invasione dell’Ucraina. Tuttavia la desincronizzazione delle infrastrutture dalle forniture russe rappresenta il punto di arrivo di un piano decennale di maggiore integrazione dei Paesi baltici (già nella NATO e nell’UE dal 2004) nello spazio europeo. Considerata una priorità strategica per la politica energetica dell’UE dal 2013, il completamento del progetto ha richiesto un investimento complessivo di 1,6 miliardi di euro stanziati dall’Europa.
Fig. 1 – Ursula von der Leyen (seconda da destra) presenzia alla cerimonia di disconnessione della rete elettrica dei Paesi baltici dalla Russia e di connessione a quella europea, 9 febbraio 2025
2. IL LEGAME STORICO TRA RUSSIA E PAESI BALTICI
Nonostante Estonia, Lettonia e Lituania siano Paesi attraversati da profonde differenze culturali e linguistiche, il loro percorso storico è accomunato da un rapporto altamente conflittuale con la Russia. Inglobate nell’Unione Sovietica all’indomani dello scoppio della Seconda guerra mondiale, furono poi le prime a determinare quel moto centrifugo che portò alla dissoluzione dell’URSS nel 1991. Risale proprio al periodo sovietico la condivisione del sistema elettrico con Mosca e l’adesione al BRELL (Bielorussia, Russia, Estonia, Lettonia e Lituania), il sistema di trasmissione elettrico da cui è avvenuta la disconnessione definitiva negli scorsi giorni per consolidare l’allineamento dei Paesi baltici con l’Europa, in sintonia con la repulsione quasi spasmodica verso l’ex potenza occupante russa.
L’effetto più immediato per la Russia è l’ulteriore isolamento dell’exclave di Kaliningrad, incuneata tra Polonia e Lituania, che all’indomani del disaccoppiamento è stata costretta a produrre elettricità in modalità autonoma.
Fig. 2 – Una mappa, realizzata in Turchia, della rete elettrica dei Paesi baltici e dei suoi principali collegamenti con quella europea
3. TENSIONI NEL BALTICO
Il mare su cui si affacciano questi Paesi intanto è attraversato da continui incidenti e presunti sabotaggi che coinvolgono le linee di trasmissione elettrica e di telecomunicazione nell’area. I ripetuti danneggiamenti delle infrastrutture sottomarine ha spinto la NATO a intervenire nell’area per salvaguardare il regolare transito delle trasmissioni via cavo tramite l’operazione “Sentinella nel Baltico”, in cooperazione con le marine militari di diversi Paesi europei. Questi eventi dimostrano come il Baltico sia diventato un’area di crescente rilevanza strategica e di tensione geopolitica, in prima linea nella competizione tra Russia e Occidente.
Chiara Battaglini
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