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Romania: l’ultranazionalista Simion e il centrista Dan si sfideranno al ballottaggio presidenziale

In 3 sorsi Lo scorso 4 maggio si è svolto in Romania il primo turno delle elezioni presidenziali, che decreteranno il successore di Klaus Iohannis. Il voto ha ricevuto molte attenzioni da parte della comunità internazionale a causa delle possibili interferenze estere, che avevano provocato l’annullamento da parte della Corte Costituzionale del primo turno tenutosi a novembre.

1. SIMION FA MEGLIO DI GEORGESCU E STRAVINCE IL PRIMO TURNO

Nei giorni scorsi si è concluso lo scrutinio del primo turno delle elezioni presidenziali in Romania, tenutesi domenica 4 maggio. Si è trattato della ripetizione del voto già avvenuto lo scorso 24 novembre, in seguito annullato dalla Corte Costituzionale a causa di interferenze esterne e illegittimità formali. A trionfare è stato il candidato ultranazionalista del partito Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR), il 38enne George Simion. A seguito dell’esclusione di Călin Georgescu, che aveva ottenuto il maggior numero di voti alle elezioni di novembre, Simion ne ha prima ereditato e poi ampliato la piattaforma politica e l’elettorato, arrivando a ottenere il 41% dei voti (contro il 23% di Georgescu). Nonostante l’ottimo risultato, Simion dovrà affrontare il ballottaggio il prossimo 18 maggio, non avendo raggiunto la soglia per la maggioranza assoluta, ovvero il 51%. L’esito del primo turno conferma un trend già visto in altri Paesi europei e non solo, ovvero la crescita dei movimenti populisti e antisistema a discapito delle grandi famiglie politiche tradizionali, quelle dei partiti liberal-conservatori e socialdemocratici.

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Fig. 1 – George Simion con Calin Georgescu

2. I CANDIDATI CERCANO ALLEATI NEL CAOS POLITICO ROMENO

A sfidare Simion al ballottaggio presidenziale del 18 maggio sarà l’indipendente Nicușor Dan, attuale Sindaco di Bucarest e in passato fondatore del partito centrista Unione Salvate la Romania (USR). Moderato, europeista e vicino alle istanze dei giovani, Dan ha ottenuto il 21% dei voti, superando di pochissimo il candidato della coalizione di Governo, Antonescu. Il principale tema sarà capire quale candidato sosterranno gli elettori dei partiti sconfitti al primo turno, ovvero quelli che sostenevano l’ormai ex Primo Ministro Ciolacu. A seguito della fallimentare performance del candidato governativo Antonescu, il Partito Socialdemocratico si è ritirato dal Governo, costringendo di fatto Ciolacu a rassegnare le proprie dimissioni. Il ballottaggio del 18 maggio diventa, se possibile, ancora più fondamentale per il futuro politico della Romania: il prossimo Presidente avrà il compito di nominare il nuovo Primo Ministro, con il favorito Simion che ha già dichiarato di voler portare al potere l’alleato Georgescu.

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Fig. 2 – Il secondo classificato al primo turno, Nicusor Dan

3. LA ROMANIA ATTENDE IL DESTINO DELLA PROPRIA DEMOCRAZIA

Una caratteristica prevalente delle recenti elezioni romene è stata la paradossale, scarsa importanza riservata ai temi economico-sociali. La campagna elettorale, come conseguenza dell’annullamento del primo turno di novembre, è stata monopolizzata da dibattiti poco inerenti alle esigenze dei cittadini romeni. Il pericolo di una “dittatura democratica”, le interferenze esterne e i rapporti tra partiti e candidati hanno messo in secondo piano tematiche fondamentali per la società romena, quali i salari, la sanità e il gap tra centri urbani e periferie rurali. Soltanto la tematica religiosa, imprescindibile da sempre per la società romena, è stata ripetutamente affrontata dai vari candidati, consapevoli della capacità di tale sfera di mobilitare anche l’elettorato più scettico, similmente a quanto avviene in altri Paesi europei quali Ungheria e Polonia. A decidere l’esito del ballottaggio presidenziale sarà dunque la capacità dei candidati di attrarre il sostegno degli sconfitti del primo turno, nonché l’abilità nel proporre soluzioni concrete e nel rispettare i valori cari ai cittadini di tutti gli angoli della Romania.

Giorgio Fioravanti

Photo by David_Peterson is licensed under CC BY-NC-SA

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Perchè è importante

  • Dopo l’annullamento da parte della Corte Costituzionale, in Romania si è ripetuto il primo turno delle elezioni presidenziali, in un contesto fortemente caratterizzato da frammentazione politica e polarizzazione sociale.
  • Il 18 maggio si terrà il ballottaggio tra i due candidati più votati, il populista ultranazionalista George Simion e il Sindaco centrista di Bucarest Nicușor Dan.

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Giorgio Fioravanti
Giorgio Fioravanti

Classe 1997, aspirante diplomatico, nato e cresciuto a Rieti dove ho frequentato il Liceo Classico. La mia carriera universitaria si è svolta interamente a Trento, dove mi sono laureato in European and International Studies. Dopo la laurea ho frequentato con successo un Master in Studi Diplomatici presso la sede di Roma della SIOI. Il posto più curioso in cui ho vissuto è senza dubbio Gibilterra, dove ho anche svolto un periodo di ricerca tesi all’estero. Tra le mie passioni più grandi, naturalmente, la geopolitica ed il caffè.

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