In 3 Sorsi – Il 4 maggio la Romania tornerĂ alle urne per il primo turno delle presidenziali, dopo l’annullamento del voto di novembre per sospetta ingerenza russa. Il ballottaggio è previsto per il 18 maggio. In corsa ci sono George Simion, Crin Antonescu, NicuČ™or Dan e Victor Ponta (“Prima la Romania”). Il contesto è segnato da sfiducia istituzionale e tensioni geopolitiche. Il voto della diaspora potrebbe risultare determinante.
1. GEORGESCU FUORI DALLA CORSA: TRA ACCUSE E SOSPETTI DI LEGAMI CON LA RUSSIA
Calin Georgescu, inizialmente stimato nei sondaggi intorno all’1%, era riuscito a conquistare un sorprendente 22,94% dei voti grazie al sostegno di una vasta campagna di “disinformazione” su TikTok e altri social network. Secondo i servizi segreti romeni, questa operazione di manipolazione era stata orchestrata dalla Russia.
La Corte Suprema ha quindi deciso di annullare il primo turno delle elezioni riconoscendo che l’integrità del voto era stata totalmente compromessa. Nonostante la Corte avesse motivato l’annullamento attraverso il principio della difesa della democrazia, la decisione ha finito per contribuire a sottolineare la vulnerabilità della Romania di fronte alle minacce ibride, dimostrando la sua debolezza istituzionale.
Fig. 1 – Calin Georgescu, escluso dalla partecipazione alle prossime elezioni
2. IL NUOVO QUADRO POLITICO: COALIZIONI E ALLEANZE
Di fronte a un panorama politico frammentato e a crescenti tensioni internazionali, in Romania si assiste alla formazione di nuove alleanze per rafforzare le posizioni in occasione del voto.
Il PNL, il PSD, l’UDMR e le minoranze etniche hanno formato la coalizione România Înainte, sostenendo Cin Antonescu.
Nicușor Dan ha aggregato movimenti civici di centro-destra, con l’USR che ha sacrificato la candidatura di Elena Lasconi per appoggiarlo, dato il timore di un ballottaggio Ponta-Simon.
Victor Ponta, ex leader del PSD e ora fondatore di Pro Romania corre autonomamente esponendo un programma sovranista moderato, concentrandosi sul consenso degli ex elettori di Georgescu.
George Simion è invece il principale rappresentante sovranista ed euroscettico, raccogliendo consensi soprattutto nelle aree urbane medio-piccole, tra gli elettori under 45. Il suo programma include promesse di rottura con Bruxelles e l’interruzione degli aiuti militari all’Ucraina.
Fig. 2 – George Simion, altro candidato euroscettico alle elezioni in Romania
3. POSSIBILI SCENARI FUTURI
Con George Simion ormai considerato verosimilmente al ballottaggio, la competizione tra gli altri candidati si concentra sulla conquista del secondo posto. Nicușor Dan ottiene consensi soprattutto tra l’elettorato urbano, ma il sostegno ufficiale dell’USR rischia di limitare la sua possibilità di allargare la base elettorale. Crin Antonescu, forte del supporto dei principali partiti di Governo, offre un profilo istituzionale solido, ma questo non va a favore della diaspora, tradizionalmente ostile all’establishment. Victor Ponta, invece, conserva l’appoggio dell’elettorato socialista e dei nazionalisti moderati, essendo in grado di rappresentare una figura intermedia tra Antonescu e Dan, ma anche tra i sostenitori di Georgescu e Simon.
In questo quadro, la possibilità di Simion al secondo turno e un’eventuale vittoria potrebbero comportare una potenziale tensione geopolitica, capace di destabilizzare l’intera area orientale della NATO, soprattutto in un momento cruciale per il sostegno occidentale all’Ucraina.
Cecilia Anna De Marco
“Georgescu & Simion, 1.3.2025” by AUR România is licensed under CC BY-SA