Analisi – I Paesi latinoamericani mostrano diversi gradi di apertura verso l’inclusione e la protezione della comunità LGBTQIA+.
ATTACCHI ALLA COMUNITÀ LGBT+ IN AMERICA LATINA
Le rompono le gambe, la lapidano e la lasciano morente, i passanti mostrano indifferenza agli abusi. Questi sono gli atti di tortura avvenuti poco fuori da Medellin, in Colombia, e visibili nel video apparso venerdì 4 aprile 2025 e diventato virale i giorni successivi. La vittima era Sara Millerey, una donna transessuale di 32 anni, che dopo 2 ore dagli attacchi è stata soccorsa da pompieri e portata in ospedale, dove successivamente ha perso la vita. L’omicidio di Sara Millerey non è un caso isolato, bensì uno delle centinaia di casi di discriminazione contro la comunità LGBTQIA+ in America Latina. Nel 2023 in Venezuela si erano verificati 461 casi di discriminazione e violenze contro la comunità LGBTQIA+. Infatti, stando al Report 2023 dell’Observatorio Venezolazo de Violencias LGBTIQ+, 226 degli attacchi erano stati perpetrati in gruppo e 160 su 461 erano avvenuti in luoghi pubblici. Ad allarmare la ONG era l’identità di alcuni aggressori, in quanto il 12,8% erano funzionari pubblici e 46% erano personalità influenti o in posizioni di potere. Altre ONG come La Red Sin Violencia LGBTI, invece, si concentrano sui casi estrema di violenza. In base al loro report del 2024, dove si sono considerati 10 Paesi, il conteggio degli omicidi è stato di 361, che rappresenta un aumento del 36,74% rispetto all’anno precedente. Secondo gli esperti di La Red Sin Violencia e alcuni politici, gli attacchi alla comunità sono principalmente perpetrati da membri di gang locali e da gruppi e individui con ideologie estremiste. Nonostante questa concordanza, i Paesi latinoamericani hanno dimostrato diversi livelli di interesse a legiferare in protezione della comunità LGBTQIA+.
Fig. 1 – Uomo guarda il poster che commemora la morte di Sara Millerey in Colombia
PAESI LATINOAMERICANI IN STALLO
Sebbene alcuni Paesi latinoamericani abbiano compiuto passi parziali verso il riconoscimento dei diritti, il quadro generale resta pieno di ostacoli istituzionali, pregiudizi e violenze sistemiche. In Mesoamerica la situazione è in stallo. Infatti in Guatemala le persone transgender non possono cambiare legalmente il nome o il genere, e persistono pratiche violente come le “terapie di conversione”, spesso gestite da gruppi religiosi. Le Istituzioni hanno adottato alcune misure per includere l’identità di genere, ma la legislazione resta vaga: nel 2022 fu approvata una legge (poi bloccata dal Presidente Alejandro Giammattei) contro il matrimonio egualitario e l’educazione sessuale inclusiva. El Salvador, pur avendo ottenuto una sentenza favorevole dalla Corte Suprema sul diritto al cambio di nome per persone trans, non ha ancora legiferato in materia. Il Governo ha chiuso strutture sanitarie LGBTQIA+ friendly, limitando ulteriormente l’accesso alle cure necessarie. In Honduras la Costituzione vieta le unioni tra persone dello stesso sesso e, sebbene il codice penale riconosca i crimini d’odio, mancano politiche pubbliche efficaci. Anche in Nicaragua le unioni LGBTQIA+ non sono riconosciute e non esiste la possibilità di modificare l’identità di genere nei documenti. Panama, pur avendo depenalizzato l’omosessualità e legalizzato le terapie di riaffermazione di genere, non riconosce il matrimonio egualitario. La Corte Suprema sta esaminando la legittimità del divieto, alla luce della giurisprudenza interamericana. Nei Caraibi, la situazione è ancora più critica. In Giamaica l’attività sessuale tra uomini è criminalizzata con pene fino a 10 anni di lavori forzati. Sebbene sia in vigore ma non applicata, la legge rappresenta un forte deterrente e riflette un clima sociale omofobo. Ad Haiti, dove l’omosessualità è legale, le persone LGBTQIA+ subiscono minacce da bande armate, violenze sessuali e pressioni religiose, mentre i tentativi legislativi di restringere ulteriormente i loro diritti restano in discussione. La Repubblica Dominicana vieta costituzionalmente il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Il nuovo Codice Penale ha rimosso le aggravanti per crimini motivati da odio basato su orientamento o identità di genere. Anche qui, il cambio di genere non è legalmente riconosciuto. Nella Guyana l’attività sessuale tra uomini è ancora illegale, con pene fino all’ergastolo. Sebbene non applicate, tali norme restano in vigore. Inoltre, non è consentito il cambio di genere nei documenti, sebbene siano disponibili trattamenti ormonali. In Paraguay, infine, sebbene l’omosessualità sia legale, il riconoscimento delle identità trans è assente e non esistono tutele antidiscriminatorie specifiche.
Fig. 2 – Manifestazione per richiedere una legge sull’identità di genera in Honduras nel 2018
LIEVE PROGRESSO IN SUD AMERICA
In Suriname, il matrimonio egualitario non è riconosciuto, ma lo è quello contratto all’estero. La Corte d’Appello nel 2022 ha confermato il diritto al riconoscimento legale del genere per le persone transgender, sottolineando che l’assenza di una normativa non può giustificare il diniego di tali diritti. Tuttavia, la procedura resta restrittiva: sono richieste valutazioni psicologiche e interventi chirurgici completi. Dal 2015, la legge penalizza discriminazioni e incitamento all’odio basati sull’orientamento sessuale. In Venezuela, la Costituzione tutela solo il matrimonio tra uomo e donna, ma le unioni omosessuali consensuali non sono punite. Nel 2023, la Corte Suprema ha annullato una norma che criminalizzava le relazioni omosessuali tra militari. Tuttavia, il riconoscimento legale per le persone transgender è limitato, con gravi conseguenze nell’accesso a servizi essenziali. La legge contro la discriminazione, approvata in prima lettura nel 2023, è ancora in consultazione pubblica. L’identità di genere è tutelata in ambito abitativo dal 2011. In Perù, il matrimonio è definito come unione tra uomo e donna, ma una sentenza del 2023 ha imposto la registrazione legale di un matrimonio omosessuale celebrato all’estero. Il percorso per il cambiamento di genere legale è complesso e oneroso, spesso ostacolato dal RENIEC (Registro Nazionale di Identificazione e Stato Civile). Dal 2025, è vietato l’uso di bagni pubblici secondo il genere percepito. Una nuova legge vieta la discriminazione basata su orientamento sessuale e identità di genere, prevedendo pene detentive. Il Ministero della Salute ha confermato che l’identità di genere non è una malattia e ha respinto le “terapie di conversione”. In Bolivia, nel 2020 è stata autorizzata per la prima volta una unione civile tra persone dello stesso sesso. La Legge sull’Identità di Genere consente la rettifica dei documenti a partire dai 18 anni, previo colloquio psicologico. Una legge del 2010, invece, vieta la discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere. Inoltre, è stato eliminato il divieto alla donazione di sangue per persone LGBTQ+. Il sistema sanitario è per giunta obbligato a rispettare linee guida inclusive, vietando le “terapie riparative”. Cuba ha approvato nel 2022 il Codice della Famiglia che legalizza matrimonio egualitario, gestazione per altri e adozione da parte di coppie omosessuali. Continuano a esistere però ostacoli culturali e limitazioni per il cambio legale di sesso.
Fig. 3 – Matrimonio egualitario a Cuba dopo l’approvazione del nuovo Codice della Famiglia nel 2022
I PAESI LATINOMAERICANI E LE POLITICHE IN FAVORE DEI DIRITTI LGBTQIA+
Diversi Paesi latinoamericani hanno adottato in maniera estesa delle politiche a favore della comunità LGBT+. In Ecuador, l’omosessualità è stata depenalizzata nel 1997 e il matrimonio egualitario è legale dal 2019, insieme all’adozione da parte di coppie dello stesso sesso. La Costituzione tutela l’orientamento sessuale e l’identità di genere. Anche se il Codice Penale vieta espressamente pratiche volte a modificare forzatamente l’identità o l’orientamento sessuale, dal 2024 è possibile modificare nome e sesso legale con semplice autodichiarazione. In Costa Rica, dal 2020 è legale il matrimonio egualitario, con riconoscimento dell’identità di genere, la possibilità di scegliere di identificarsi come persona non binaria nei documenti e terapie ormonali gratuite per adulti transgender. In Messico, la Corte Suprema ha dichiarato incostituzionale il divieto di matrimonio omosessuale nel 2015 – dal 2022 tutti gli Stati lo permettono. Venti Stati del Messico (su un totale di 31) consentono il cambio di genere con iter semplificati e cinque riconoscono l’identità non binaria. Dal 2024, le “terapie di conversione” sono punibili per legge. In Colombia, la Corte Costituzionale ha legalizzato il matrimonio egualitario nel 2016 e già dal 2015 è possibile cambiare nome, anche senza alcuna valutazione medica, e adottare. Nel 2021 è stato riconosciuto ufficialmente il genere non binario. L’Argentina è stata pioniera in America Latina, legalizzando il matrimonio egualitario nel 2010, già includendo diritti su adozione ed eredità. Nel 2012 ha approvato una legge sull’identità di genere. Tuttavia, dal 2023, il Governo Milei ha introdotto restrizioni, come il divieto del linguaggio inclusivo e limitazioni alle cure per adolescenti trans, poi annullate da un tribunale. In Brasile, i diritti LGBTQIA+ sono stati garantiti grazie alla branca giuridica: dal 2011 le unioni omosessuali sono equiparate a quelle eterosessuali e dal 2013 è consentito il matrimonio egualitario. Dal 2018 si può cambiare genere senza visite mediche e, dal 2024, la discriminazione è reato. Le terapie di conversione sono vietate dal 2018. Il Cile ha legalizzato il matrimonio omosessuale nel 2021, con adozione inclusa. Dal 2019 permette il cambio di genere anagrafico senza interventi medici, e dal 2022 ammette documenti non binari con autorizzazione giudiziaria. Tuttavia, nel 2025 ha sospeso le cure ormonali e chirurgiche per minorenni, segnando un parziale arretramento. L’Uruguay spicca nell’America Latina per aver approvato il matrimonio egualitario nel 2013 e perché garantisce piena autodeterminazione di genere, cure per minori con consenso e copertura sanitaria pubblica per terapie e interventi. Vietati dal 2018 gli interventi non necessari su bambini intersessuali e dal 2010 le terapie di conversione.
Fig. 4 – Protesta contro l’omobitransfobia in Messico nel 2025
POTENZIALI SVILUPPI E PERCEZIONE PUBBLICA
In conclusione, secondo Equaldex, nei 13 anni tra il 2010 e il 2023, i sei Paesi con il più basso tasso di inclusività hanno mantenuto opinioni pubbliche ostili o in peggioramento sul matrimonio egualitario: Guatemala, El Salvador, Haiti, Repubblica Dominicana, Paraguay e Panama. La percezione pubblica influenza le azioni sociali. Infatti, in Haiti, l’espulsione dalle scuole, le minacce di morte e le molestie verbali in strada sono problemi quotidiani. Questo, unito all’incitamento all’odio da parte di settori religiosi conservatori, spinge molti giovani ad abbandonare precocemente gli studi, con gravi conseguenze sulla salute mentale. In Perù, invece, una legge del 12 maggio 2025 intesa a contrastare la violenza sessuale su minori potrebbe essere utilizzata per discriminare le persone trangender attraverso misure come accesso ai bagni solo in base al sesso biologico, censura di contenuti mediatici che “sfruttano e sessualizzano” i bambini, maggior controllo e censura di comportamenti “sessualmente inappropriati” da parte dei minori. Le sue formulazioni vaghe potrebbero censurare contenuti educativi e culturali, senza affrontare in modo efficace la violenza sessuale. Inoltre, rende obbligatorio l’uso dei bagni pubblici in base al sesso biologico, escludendo i giovani trans dall’uso di strutture coerenti con la loro identità di genere. Alcuni esperti sottolineano come la violenza contro le persone che non si conformano alla norma eterosessuale sia spesso spettacolarizzata e socialmente tollerata. Le aggressioni sono connesse a dinamiche di criminalità organizzata e conflitti armati, che aumentano i pericoli per la comunità LGBTQIA+.
Juan Pablo Bautista Morales
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