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L’Oman punta sull’idrogeno green

In 3 sorsi In linea con la Vision governativa del 2040, l’Oman mira a diversificare il proprio assetto energetico istituendo il programma Hydrom (Hydrogen Development Oman) e Hyfly (National Hydrogen Alliance), una coalizione di entità provenienti dal settore pubblico e privato che collaboreranno nello sviluppo delle infrastrutture per la produzione di idrogeno verde e nell’esportazione verso il Nord Europa.

1. GLI ORIZZONTI ENERGETICI DELL’OMAN

L’economia omanita è in gran parte dipendente dalla produzione e dalle esportazioni di petrolio e gas. Il Sultanato ha come obiettivo la diversificazione delle fonti di energia per poter fronteggiare la volatilità e la fluttuazione dei prezzi del mercato dei combustibili fossili (come già avvenuto durante la crisi finanziaria interna del 2020) causato dai mutamenti degli equilibri economici mondiali e dagli alti costi della produzione di petrolio e gas, fattori che rendono incerta l’elaborazione di un nuovo paradigma energetico.
Le politiche di decarbonizzazione del Paese prevedono un impiego graduale e coordinato di investimenti pubblici e privati sull’energia eolica e solare, impiegata anche per la produzione di idrogeno verde: energia pulita con un rapporto massa-volume di gran lunga migliore rispetto ai combustibili tradizionali. Infatti, l’Oman, attraverso l’Hydrom, l’ente statale che supervisiona e consente accordi tra imprese pubbliche e private, intende potenziare la produzione, l’accumulo, il trasporto, la distribuzione e l’utilizzo interno dell’idrogeno verde.

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Fig. 1 – Visuale del porto di Qaboos, il primo a ricevere una nave adibita al trasporto di idrogeno

2. GLI ACCORDI CON I PAESI DEL NORD EUROPA

In linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile promossi dall’Unione Europea (climate strategy 2030-2050) sulla transizione energetica, la struttura di scopo (l’Hyfly) creata dal Governo di Muscat sulla produzione di idrogeno verde ha attirato l’attenzione dei Paesi nordeuropei, interessati a diversificare le fonti di approvvigionamento. I primi a stipulare un accordo congiunto con l’Oman (join development agreement) sono stati Olanda e Germania. L’intesa darà origine al primo corridoio marittimo per il trasporto di idrogeno liquido su scala globale. L’idrogeno partirà dal porto di Al Duqm per arrivare ad Amsterdam, da dove potrà essere distribuito attraverso una rete integrata di condotte, collegamenti ferroviari e chiatte per raggiungere l’hub logistico di Duisburg e altri off-taker. Mediante accordi intergovernativi e investimenti privati attratti dalla flessibilità dei bandi di gara sulle aree da concedere nel porto di Duqm per lo sviluppo degli impianti di produzione, il Sultanato punta a produrre oltre 1 milione di tonnellate (Mt) di idrogeno verde all’anno entro il 2030 e conquistare il 61% del mercato di esportazione dell’idrogeno del Medio Oriente.

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Fig. 2 – Immagine satellitare dello Stretto di Hormuz. La penisola di Musandam, cuspide dell’Oman

3. L’OMAN COME HUB ENERGETICO TRA ORIENTE E OCCIDENTE

L’Oman si affaccia sull’Oceano Indiano ed è geograficamente posizionato nel Golfo Persico con la penisola di Musandam, un’exclave le cui acque territoriali si uniscono a quelle dell’Iran nello Stretto di Hormuz. È proprio questa caratteristica che rende il Paese un interlocutore di valore tra i membri del consiglio di cooperazione del Golfo e l’Iran. Lo sviluppo infrastrutturale della regione, effetto degli investimenti sul processo di produzione di energie rinnovabile e idrogeno pulito, è considerato strategico dai Paesi di entrambe le sponde del Golfo. Il Development Road Project, un imponente progetto portuale e ferroviario consentirà il collegamento tra la Turchia e il Golfo Persico mediante il porto iracheno di Al Faw: l’obiettivo degli investitori (l’Oman ha espresso notevole interesse) è quello di creare un’alternativa a Suez. Oltre al progetto iracheno è di notevole rilievo l’Ashgabat agreement, un corridoio multimodale per il trasporto di merci tra Oman, Iran, Kazakhstan, Uzbekistan, Turkmenistan, Iran, India, Pakistan che collega l’Asia al Golfo Persico. La capacità di saper mediare con l’Occidente e l’Oriente e concludere accordi con entrambi attribuisce all’Oman il merito di essere un paese affidabile, stabile e attrattivo in ambito energetico e politico.

Sante Grande

Oman – Port of Duqm” by imo.un is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • L’Oman mira a diversificare le proprie fonti energia investendo su quelle alternative e rinnovabili come l’idrogeno verde.
  • Sovranità energetica, decarbonizzazione e esportazione sono il trinomio economico e sociale fondante per la realizzazione dell’hub energetico più importante nel Golfo Persico.

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Sante Grande
Sante Grande

Classe 1985, ha studiato all’Accademia della Marina Mercantile ed è laureato in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali.

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