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Nigeria, i rapimenti di massa e le accuse di Trump

In 3 SorsiLa Nigeria affronta un aumento dell’illegalità nella parte settentrionale del Paese, remando contro la crisi economico-istituzionale e la sfiducia di Washington.

1. L’INCREMENTO DELLA VIOLENZA CONTRO I CIVILI

Fra il 17 e il 21 novembre la Nigeria è stata colpita da due gravi attacchi armati nei confronti di giovani studentesse e studenti. Ad essere interessata è stata l’area settentrionale, storicamente la meno sviluppata del Paese, dove molte persone di religione cristiana convivono con la maggioranza musulmana.
Si tratta, nella fattispecie, di rapimenti di massa. Il primo riguarda una scuola secondaria femminile nello Stato di Kebbi, dalla quale sono state portate via 25 ragazze, causando la morte dell’eroico vicepreside, che ha tentato invano di proteggere le giovani. A subire il secondo attacco, di portata ben maggiore, è stato un istituto cattolico nello Stato del Niger, in cui più di 300 bambini sono stati rapiti, oltre a 12 insegnanti.
Fortunatamente il giorno successivo 50 bambinisono riusciti a fuggire e il 25 novembre tutte le studentesse sono state liberate, mentre il Presidente Bola Tinubu ha dichiarato lo stato di emergenza e intensificato gli sforzi per riportare a casa tutte le vittime ancora detenute dai rapitori. Infine, fra il 6 e il 7 dicembre sono stati liberati un altro centinaio di ostaggi, segnale che l’impegno del Governo stia portando i suoi frutti.

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Fig. 1 – Gli studenti rapiti da una scuola cattolica nel Niger State durante la cerimonia per la loro liberazione, Minna, 8 dicembre 2025

2. LE DICHIARAZIONI DI TRUMP SULLA DIFESA DEI CRISTIANI

In un post su X del 31 ottobre, Donald Trump ha annunciato l’inserimento di Abuja nella lista dei Country of Particular Concern (CPC) del Dipartimento di Stato, imputando  all’Amministrazione di Tinubu di aver permesso l’uccisione di migliaia di cristiani nel Paese. Il giorno successivo Trump ha pubblicamente minacciato un intervento militare a sostegno dei civili se il Governo nigeriano non avesse provveduto a una protezione piĂą efficace dei cristiani.
Per quanto le dichiarazioni di Trump e di altri esponenti della sua componente possano sembrare profetiche, si tratta di una visione superficiale del contesto nigeriano. L’aumento dei casi di violenza a danno di civili riguarda entrambi i gruppi religiosi maggioritari, i cristiani e i musulmani: come riportato da ACLED, nel triennio 2020-22 solo il 5% degli episodi di questo tipo sono riconducibili ad attacchi mirati alle comunità religiose in quanto tali. In effetti, se il secondo rapimento è stato effettuato a danno di una scuola cattolica, le vittime del primo attacco appartengono a un istituto statale, per di più in un territorio a maggioranza musulmana: è assai probabile che la maggior parte delle studentesse rapite fosse di fede islamica.
A indebolire ulteriormente la tesi trumpiana c’è un dettaglio di non poco conto: non esistono rivendicazioni da parte dei principali gruppi terroristici attivi nel nord della Nigeria (ISWAP e Boko Haram su tutti), i quali sono soliti sbandierare come successi le proprie crudeltà.
Il degrado della sicurezza in Nigeria non è riconducibile esclusivamente agli estremisti islamici (sebbene il loro raggio d’azione si stia ampliando notevolmente), ma anche a bande di fuorilegge mosse dagli interessi classici della criminalità organizzata, ad esempio la richiesta di un riscatto per la liberazione degli ostaggi. Alcuni gruppi, inoltre, hanno origine nello scontro tra le popolazione nomadi di allevatori (per lo più di etnia fulani) e i contadini (nel Nordovest di etnia hausa, nel centro a maggioranza cristiana): i primi hanno reclamato le terre dei secondi con la forza, ma questo fenomeno si è poi espanso in termini numerici, geografici, e di intensità.

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Fig. 2 – Il Presidente nigeriano Bola Tinubu, 25 agosto 2025

3. UNA REALTĂ€ MOLTO PIĂ™ COMPLESSA DI COME VIENE DESCRITTA

Sullo sfondo di questi tragici eventi ci sono le difficoltà che sta attraversando la Nigeria in questi ultimi anni. Come dimostrano i sondaggi, la gran parte dei cittadini nigeriani intervistati è ampiamente insoddisfatta della performance del Governo Tinubu e sfiduciata verso le Istituzioni politiche, rivolgendo le proprie speranze verso i leader spirituali. Il Paese è investito da una crisi economica senza precedenti che colpisce ampie fasce della popolazione. Gli stessi Stati Uniti contribuiscono ad aggravare il quadro, considerati i tagli a USAID per necessari ad alleggerire le spese per la sanità e lo sviluppo dai fragili bilanci di molti Stati africani. Tutti questi fattori favoriscono la propagazione di fenomeni quali la radicalizzazione religiosa e il banditismo.
Il banditismo per definizione ha finalitĂ prettamente materiali, piuttosto che un background ideologico o un disegno politico. L’incremento degli episodi violenti nella regione che colpiscono la popolazione civile – a prescindere dalla fede religiosa di ciascun individuo – è reale e si tratta di una spina nel fianco per il Governo di Abuja. Considerate le caratteristiche del banditismo e la difficoltĂ  nell’apprendere con precisione l’appartenenza religiosa delle singole vittime, parlare di un presunto genocidio nei confronti dei Cristiani in Nigeria appare fuorviante.
La retorica di Trump, che non trova quindi un riscontro chiaro all’interno del complesso universo nigeriano, è probabilmente indirizzata a rafforzare il consenso da parte di quelle fasce dell’elettorato statunitense particolarmente attente alle tematiche confessionali, capisaldi della propaganda MAGA. Per fortuna, le critiche non sono l’unico contributo di Washington: è stata istituita una Task force congiunta USA-Nigeria per la cooperazione in termini di sicurezza interna.

Antonio Magnano

Nigerian Lives Matter” by garryknight is licensed under CC BY

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  • Per comprendere la violenza in Nigeria è necessario andare oltre la sola dimensione jihadista.
  • L’insicurezza sociale ed economica della Nigeria è all’origine della sua crescente destabilizzazione.

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Antonio Magnano

Mi chiamo Antonio, ma per chi mi conosce sono semplicemente Tony. Classe 2003, siciliano, la storia e la politica internazionale mi hanno affascinato sin dai primi anni di adolescenza. Fresco laureato triennale in Scienze Politiche, Sociali e Internazionali presso l’Università di Bologna, sono attualmente iscritto al corso di laurea magistrale Scienze Internazionali e Diplomatiche dell’Unibo, sede di Forlì. Sono entrato a far parte della famiglia del Caffè a gennaio 2025 e sono determinato a contribuire alla sua missione, fiducioso dell’opportunità di crescita che mi è stata concessa.

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