Ristretto – Si è tenuto ieri il primo turno delle elezioni presidenziali in Ucraina, che vedeva l’interessante sfida a tre tra il comico Zelensky, il Presidente uscente Poroshenko e l’ex leader della “rivoluzione arancione” Tymoshenko. I pronostici della vigilia sono stati sostanzialmente rispettati: vittoria netta di Zelensky (30.4%) seguito a distanza da Poroshenko (16.6%). Saranno quindi loro due i protagonisti del ballottaggio del prossimo 21 aprile.
L’affluenza alle urne è stata relativamente alta (63.4%), specialmente nelle regioni centrali del Paese. Le votazioni si sono svolte abbastanza tranquillamente, con l’eccezione significativa dell’area del Donbass, coinvolta dal 2014 in un brutale conflitto tra il Governo di Kiev e gruppi separatisti legati più o meno direttamente alla Russia di Vladimir Putin. Le ostilità in corso hanno infatti reso impossibile la partecipazione elettorale di molti abitanti della regione, compresi quelli amministrati dalle sedicenti “repubbliche popolari” messe in piedi dai separasti a Donetsk e Lugansk.
Erano in corsa ben 39 candidati, legati a diverse formazioni politiche o liste elettorali, ma solo Zelensky e Tymoshenko sono parsi in grado sin da subito di mettere in discussione la rielezione di Poroshenko. In particolare, il primo è diventato rapidamente lo sfidante principale del Presidente uscente, grazie anche a un’accorta campagna incentrata sulla lotta alla corruzione, tema al centro della rivoluzione di Piazza Maidan di cinque anni fa e problema persistente della vita politica del Paese. Poroshenko ha invece puntato tutto sul patriottismo e sulla lotta alla Russia, ma nemmeno la recente autocefalia della Chiesa ortodossa ucraina da Mosca sembra essere riuscita ad accrescere le probabilità di una sua rielezione. Schiacciata dai diversi populismi dei rivali, Tymoshenko non è invece riuscita a far breccia tra gli elettori, raccogliendo appena il 13% delle preferenze. Ora però i suoi voti saranno decisivi per il ballottaggio di fine aprile.
Simone Pelizza