In 3 sorsi – Un ottobre di fuoco per le relazioni tra Francia e Turchia, che vengono aggravate dalle dichiarazioni dei rispettivi presidenti. Il nodo centrale si basa sulle proteste contro la volontà francese di limitare l’Islam politico.
1. COME TUTTO È COMINCIATO
Il 2 ottobre il Presidente francese Emmanuel Macron ha presentato una proposta di legge per combattere il separatismo islamico in Francia. Il cuore della legge prevede una serie di misure per assicurare il rispetto della laicità, alcune di queste però sono state criticate per essere troppo invasive nei confronti dei precetti islamici. In particolare quelle che legittimano una serie di restrizioni rispetto alla libertà di culto dei fedeli musulmani francesi.
Nell’esporre la futura legge il Presidente Macron ha usato parole dure nei confronti dell’Islam, presentandola come una religione “in crisi”. Questa prima dichiarazione è stata la scintilla che ha fatto infiammare gli animi nel mondo arabo, in particolare quello del Presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Fig.1 – In Pakistan un gruppo di manifestanti brucia la bandiera francese e un’immagine del Presidente Macron
2. ERDOGAN CHIAMA, CHARLIE HEBDO RISPONDE
Erdogan ha subito replicato alle dichiarazioni giunte dalla Francia con una serie di gravi affermazioni. Ha definito il Presidente francese “un malato di mente che avrebbe bisogno di perizie psichiatriche”. Si è poi rivolto ai maggiori leader europei dicendo che in Europa i fedeli islamici “sono soggetti a una campagna di linciaggio simile a quella contro gli ebrei prima della Seconda guerra mondiale”. I Capi di Stato delle potenze europee hanno definito inaccettabili le sue parole e si sono schierati dalla parte del Presidente Macron.
La Turchia non ha risposto solo a parole, ma anche a fatti, dando vita a un boicottaggio dei prodotti francesi che ha coinvolto tutto il Golfo Persico. L’appello è stato accolto da vari Paesi arabi, per esempio in Qatar e Kuwait alcune catene di supermercati hanno aderito scegliendo di togliere dal commercio i prodotti francesi.
La mossa turca non è stata gradita dai francesi e così il magazine satirico Charlie Hebdo è partito all’attacco contro il Presidente turco, pubblicando il 28 ottobre una vignetta satirica. Erdogan viene raffigurato seduto su una poltrona in mutande mentre beve una lattina di birra, solleva la gonna di una donna e osservandone il “lato b” afferma di vedere il Profeta. Il Presidente turco non ha tollerato l’insulto contro il Profeta e ha subito querelato la rivista, mentre nel mondo arabo si sono scatenate varie sollevazioni popolari. In Pakistan durante un corteo di protesta i manifestanti sono addirittura arrivati a bruciare le bandiere francesi, ma casi analoghi sono avvenuti in Egitto, Iran, Algeria, Giordania, Sudan, Libano, e Siria.
Fig. 2- Le immagini della Cattedrale di Nizza subito dopo l’attacco terroristico del 29 ottobre
3. GLI ATTENTATI IN FRANCIA
Le tensioni tra Francia e Turchia di certo non hanno giovato a nessuno: al contrario risultano essere molto pericolose se valutate in chiave jihadista. Il 29 ottobre la Francia ricade nell’incubo terrorismo, con i due episodi avvenuti prima a Nizza e poi ad Avignone entrambi svolti al grido di “Allah è grande”. Naturalmente la politica estera di Erdogan non ha nulla a che fare con il fondamentalismo e il terrorismo islamico, ma la sequenza temporale tra le dichiarazioni, la vignetta satirica e gli attacchi terroristici sembra essere tutt’altro che una coincidenza.
In Francia le conseguenze di queste azioni potrebbero incidere sulla coesione sociale francese e aggravare la spaccatura nei confronti della comunità musulmana, ma anche ripercuotersi sulla credibilità del Presidente Macron. In Turchia Erdogan ha condannato gli attacchi terroristici, cercando di calmare le precedenti tensioni: se così non fosse il suo dirompente nazionalismo potrebbe aggravare i rapporti con tutta l’Unione Europea. Ricordiamo infatti che la Turchia si ritrova in una serie di situazioni – lo scontro con la Grecia nel Mediterraneo orientale, la presenza in Libia, la guerra in Nagorno-Karabakh e la svalutazione della lira turca – che potrebbero degenerare e sfociare in gravi conseguenze per l’intero Paese.
Alessandra Fiorani
“Notre Dame” by stefanjurca is licensed under CC BY