In 3 sorsi – Con l’esito delle elezioni presidenziali del 1° novembre, a favore della candidata europeista, la Repubblica Moldova potrebbe tornare sulla scena continentale.
1. I PRECEDENTI CON L’UNIONE EUROPEA
La Moldavia, o meglio la Repubblica Moldova, già dal 2014 ha iniziato i dialoghi con l’Unione Europea finalizzati a una maggiore integrazione e collaborazione. L’atto più importante tra le due parti è l’Accordo di associazione firmato nel 2014 ed entrato in vigore dal 2016, che istituisce una zona di libero scambio. Nel 2018 sono stati ribaditi gli impegni reciproci per rafforzare l’integrazione economica e quella politica. Sussistono però tuttora degli ostacoli al processo di piena integrazione europea: in passato vari scandali riguardanti frodi bancarie e corruzione hanno determinato la sospensione dell’assistenza europea. Altra questione irrisolta, che frena il rapporto con l’Unione Europea, riguarda la regione separatista della Transnistria. Questo territorio è considerato dalla Repubblica Moldava una regione a statuto speciale: è un territorio indipendente e autonomo unicamente de facto, dato che non è riconosciuto come tale da attori internazionali. Sulla base del mancato riconoscimento la regione si è avvalsa fortemente dei sussidi della Federazione Russa e soltanto in tempi recenti c’è stato un riavvicinamento alla Moldavia e una apertura a un futuro democratico ed europeista.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il Palazzo del Governo moldavo con sede a Chișinău, la capitale della Repubblica Moldova.
2. UN PAESE CON FORTI CRITICITÀ
L’indipendenza della Repubblica dall’Unione Sovietica risale al 1991. Negli anni seguenti nel Paese si inizia a valutare l’idea di un avvicinamento a ovest, non solo rispetto l’Unione Europea, ma anche con la NATO e le Nazioni Unite. Internamente la Moldavia ha una forte eterogeneità etnica, caratteristica che dà luogo a una società frammentata. Tra i cittadini moldavi infatti è possibile trovare anche alcuni di origini romene, russe e ucraine. Economicamente il Paese è stato colpito dall’impatto negativo della pandemia da Covid-19. Già dalla scorsa estate sono stati due i fattori che hanno messo in seria difficoltà l’economa del Paese: la crisi sanitaria e la siccità. Due situazioni che hanno portato il Governo moldovo, ad agosto 2020, a chiedere un prestito alla Banca Mondiale per cercare di non aggravare la povertà già diffusa nel Paese. Di fatti la Moldavia, già precedentemente alla pandemia, si presentava estremamente povera – nel 2019 il reddito mensile medio netto per lavoratore ammontava a circa 250 euro – e segnata da alti tassi di corruzione. Nello specifico durante il primo mandato presidenziale di Igor Dodon, la Repubblica è stata attraversata da pesanti scandali che vedevano l’allora Presidente accusato di corruzione e frodi bancarie.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Il nuovo Presidente della Moldavia, la filo-europeista Maia Sandu
3. LA MOLDAVIA TRA DUE FUOCHI
I primi di novembre si sono svolte le elezioni presidenziali moldove. L’esito delle elezioni appare importante anche a livello internazionale, perché potrebbe segnare l’allontanamento del Paese dalla tradizione filorussa e un maggiore allineamento rispetto l’Unione Europea. Questa ricorrente polarizzazione del Paese evidenzia la spaccatura di ideali e posizioni politiche: l’eterno oscillare tra correnti filorusse e quelle europeiste. Indecisione che potremmo considerare come un elemento costitutivo del Paese, riscontrabile anche nella genesi dell’area balcanica. La sua posizione geografica, quindi, è indice della collocazione “contesa” tra l’area geopolitica europea e quella russa. Con la vittoria di Maia Sandu sarebbe naturale affermare la prevaricazione della posizione pro-Europa. Ma non è così scontato, va analizzato infatti che circa il 34% degli elettori totali ha di nuovo espresso la sua preferenza per il leader socialista, confermando che è ancora presente una forte tradizione che lega il Paese all’ideologia filorussa.
Ma che considerazione hanno, Federazione Russa e Unione Europea, della Repubblica Moldava? Abbiamo già detto che per l’Unione Europea gli interessi sono contrastanti: da una parte la volontà di continuare ad affermare la sua influenza sui Paesi dell’ex blocco comunista la spinge a perseguire un dialogo con il Paese, dall’altra però si è visto che ci sono ancora questioni in sospeso da risolvere che frenano questo processo. La Federazione Russa si dimostra meno influente sulle ex Repubbliche Sovietiche e vede nella Moldavia una nazione povera di risorse, che le suscita attualmente pochi interessi se non dal punto di vista della posizione strategica. Secondo quanto riporta in un’analisi il think thank Orizzonti Politici, “la Russia sta cercando sempre di più nuovi alleati e nuovi mercati dopo la crisi con l’Occidente provocata dall’annessione della Crimea”. Dunque, troppo impegnata a guardare a est e all’Africa, per la Federazione Russa la Moldavia non rappresenta allo stato attuale una priorità.
Alessandra Fiorani
“Painted Churches of Moldavia” by Dumphasizer is licensed under CC BY-SA