In 3 sorsi – Mentre il commercio tra Russia e Cina tocca cifre record, le vie finanziarie che lo sostengono iniziano a mostrare crepe: dalla primavera 2025, la filiale di VTB Bank a Shanghai, unico presidio russo diretto in Cina, ha visto i propri conti bloccati e le transazioni congelate, lasciando centinaia di imprese in stallo. Quello che appare come un nodo tecnico nasconde in realtà la sovrapposizione di pressioni geopolitiche, sanzioni secondarie e timori di ritorsioni, che rendono sempre più precario l’equilibrio tra cooperazione economica e sicurezza finanziaria.
1. UN CANALE IN CRISI
Negli ultimi mesi, le imprese russe che importano beni dalla Cina hanno iniziato a segnalare blocchi e congelamenti nei conti della filiale di VTB Bank a Shanghai, nonché l’unica presenza diretta di un grande istituto bancario russo sul territorio cinese. VTB Shanghai era considerata una via relativamente semplice ed “economica” per trasferire fondi tra Russia e Cina, specialmente in un contesto in cui molte altre vie di pagamento tradizionali erano già sotto stress a causa delle sanzioni occidentali. Tuttavia, tra maggio e luglio 2025 diverse aziende russe hanno riferito che i loro conti presso VTB Shanghai sono stati bloccati senza spiegazioni chiare. Non solo, alcune fonti parlano di trasferimenti accettati dalla banca, ma che non arrivano ai beneficiari in Cina, o di pagamenti in yuan che sono stati sospesi.
Questo ha creato un forte rallentamento nei flussi di pagamento, con conseguenze sul commercio e sulla fiducia delle aziende, che ora devono cercare vie alternative, spesso più costose o meno stabili.
Fig. 1 – Filiale della VTB Bank nel Moscow International Business Centre di Mosca
2. IMPATTO SUL COMMERCIO E SUI COSTI DI TRASFERIMENTO
Il blocco, o anche solo la crescente difficoltà di utilizzo del canale VTB Shanghai, sta avendo effetti tangibili sul commercio tra Russia e Cina. Le imprese russe, costrette a deviare i pagamenti verso istituti alternativi, si trovano ora a sostenere commissioni fino al 4,9% del valore del trasferimento, quasi il doppio rispetto a un anno fa. Anche l’apertura di nuovi conti RUB/CNY – rublo/renminbi – è diventata più lenta e complessa, poiché le banche cinesi tendono a rafforzare i controlli e la documentazione richiesta. In questo contesto, le imprese di dimensioni minori risultano le più penalizzate: tra ritardi nei trasferimenti, richieste di verifica aggiuntive e tempi più lunghi per l’apertura di nuovi conti, la loro competitività rispetto ai grandi gruppi industriali si riduce sensibilmente.
Sul piano macroeconomico, queste strozzature rischiano di rallentare il commercio bilaterale, che nel 2023 aveva raggiunto circa 240 miliardi di dollari. Il risultato è un quadro di crescente incertezza finanziaria: importatori russi denunciano ritardi e costi in aumento, mentre fornitori cinesi diventano più prudenti nella scelta dei partner, imponendo condizioni più rigide o esigendo pagamenti anticipati per ridurre il rischio di insolvenza.
Fig. 2 – Bandiere nazionali di Cina e Russia esposte in un negozio russo a Pechino, maggio 2024
3. ‘SANCTIONS BITE’
Le crescenti difficoltà nei pagamenti tra Cina e Russia affondano le radici nelle sanzioni occidentali, soprattutto nelle “sanzioni secondarie”, che spingono le banche cinesi a evitare qualsiasi legame con istituti russi sanzionati o sospetti. In questo contesto, la filiale di VTB Bank a Shanghai è diventata un simbolo di tensione: inserita in elenchi di monitoraggio, ha visto limitata la propria operatività e aumentare i rischi connessi alla corrispondenza bancaria internazionale. Nonostante la volontà di Pechino di preservare il commercio bilaterale con Mosca, la dipendenza dal sistema del dollaro e dalle reti bancarie globali limita la capacità di muoversi in autonomia. Inoltre, ne deriva una crescente tensione nelle catene di approvvigionamento: le difficoltà nei pagamenti stanno provocando un potenziale calo delle importazioni russe di beni industriali, mentre cresce il ricorso a sistemi di pagamento alternativi, spesso più lenti, costosi e complessi. Il punto cruciale sarà capire se Mosca e Pechino riusciranno a rafforzare i pagamenti in rubli e renminbi, o a spostare i flussi verso istituti meno esposti alle sanzioni occidentali.
Intanto, il circuito finanziario sino-russo rimane sotto pressione: le imprese attive nel trade bilaterale devono gestire con attenzione rischi di pagamento, costi aggiuntivi e la crescente necessità di diversificare i canali finanziari.
Maria Grazia Russo
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