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L’UE, l’Ucraina e il gas russo

Venerdì 26 settembre si è tenuto a Berlino un trilaterale tra UE, Federazione russa e Ucraina sulla questione energetica. La proposta presentata dal commissario europeo per l’Energia, Gunther Oettinger, potrebbe garantire approvvigionamenti di gas a Kiev per tutto l’inverno. Ecco un’analisi della questione in 3 sorsi.

LA PROPOSTA – L’incontro svoltosi a Berlino aveva il fine di trovare una soluzione alla questione dell’approvvigionamento di gas russo verso l’Ucraina e il mercato europeo. La regolare fornitura di gas all’Ucraina è stata interrotta in giugno a seguito del continuo mancato pagamento del debito di Naftogaz verso Gazprom. Da allora il Paese riceve gas secondo un meccanismo di pagamento anticipato, il che, considerata la difficile situazione finanziaria, pone seri dubbi sulla capacità di Kiev di pagare per le forniture durante la stagione invernale. La proposta avanzata dal commissario Oettinger prevede il pagamento di 2 miliardi di dollari del debito attuale entro la fine di ottobre e di ulteriori 1,1 miliardi entro la fine dell’anno. Oltre a ciò, Gazprom venderebbe gas all’Ucraina (ancora secondo un meccanismo di pagamento anticipato) applicando una tariffa di 385 dollari per mille metri cubi per tutto l’inverno, garantendo almeno 5 miliardi di metri cubi. Una tale quantità, sommata ai 16 miliardi che Kiev può raggiungere ricorrendo a riserve, produzione domestica e flussi provenienti da Slovacchia e Polonia, garantirebbe i consumi dell’inverno.

Membri della delegazione russa a Berlino. Al centro, Novak, Ministro dell'energia russo. Credits: REUTERS/ Thomas Peter
Membri della delegazione russa a Berlino. Al centro, Alexander Novak, ministro dell’Energia russo | REUTERS/Thomas Peter

INTERESSI A CONFRONTO – Una simile proposta è ampiamente sbilanciata verso le posizioni russe. Il pagamento di 3,1 miliardi a fronte di un debito da 5,3 miliardi, nonché la tariffa di 385 dollari per l’acquisto (cifra richiesta dai russi), ne sono perfetti esempi. L’interesse dell’Unione europea per un accordo basato su questa proposta è da individuarsi nella volontà di assicurarsi le forniture invernali di gas russo. Il timore è che, in caso di carenze di gas in Ucraina, quest’ultima si appropri di parte del gas diretto più a ovest, riproducendo una crisi come quelle già verificatesi alcuni anni fa (2006, 2007, 2009). Mosca stessa non ha ancora definitivamente aderito alla proposta, sebbene questa come già detto sia estremamente favorevole. Tuttavia la Russia potrebbe cercare di garantire l’approvazione in cambio di un ammorbidimento delle posizioni europee nei propri riguardi. In alternativa si potrebbe pensare alla possibilità che il Cremlino cerchi di porre sul tavolo anche la questione del gasdotto South Stream, il cui tragitto aggira l’Ucraina transitando nel Mar Nero. Tale progetto è a rischio per via delle attuali tensioni: richiederne l’avanzamento sarebbe un ottimo risultato per la Federazione.

IL CONTESTO – Nei giorni precedenti il trilaterale si sono verificati diversi episodi utili a sottolineare l’intenzione di Mosca di utilizzare le forniture energetiche come mezzo di pressione. Per aumentare la propria influenza, il Cremlino ha iniziato a colpire anche i flussi che da Paesi terzi giungono in Ucraina. In particolare, sono diminuite le forniture russe verso la Polonia e la Slovacchia, quest’ultima la più grande fonte di flussi verso Kiev (può esportarvi 22,4 milioni di metri cubi al giorno). Il caso più eclatante è tuttavia quello dell’Ungheria. Il Governo di Viktor Orban da tempo lavora al miglioramento delle relazioni con la Federazione e Mosca sembra sfruttare tutto ciò. Orban ha incontrato il CEO di Gazprom, Alexei Miller, il 22 settembre. A seguito dell’incontro è stato annunciato che l’Ungheria riceverà più gas da Gazprom secondo i termini di un nuovo accordo. In seguito, precisamente il 25 settembre, l’operatore ungherese nel settore del gas, FGSZ, ha sospeso indefinitamente i flussi verso l’Ucraina.

Matteo Zerini

[box type=”shadow” align=”aligncenter” ]Un chicco in più

È possibile che il 2 o il 3 ottobre si tenga un nuovo incontro trilaterale per continuare la discussione sulla proposta di soluzione alla questione energetica. L’incontro però non è ancora stato confermato.[/box]

 

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Matteo Zerini
Matteo Zerini

Laureato magistrale in Relazioni Internazionali presso la Statale di Milano, frequento ora il master Science & Security presso il King’s College di Londra. Mi interesso soprattutto di quanto avviene in Europa orientale, Russia in particolare, e di disarmo e proliferazione, specie delle armi di distruzione di massa.

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