La settimana che ci apprestiamo ad affrontare si apre con l'incontro informale dei capi di stato e di governo dell'Unione Europea per sancire il futuro dell'integrazione fiscale e del fondo salva stati, intanto in America si attende il responso dei repubblicani della Florida sull'eterno scontro Gingrich-Romney mentre si trascina il confronto tra Londra e Buenos Aires sulle Falklands. La Siria raggiunge livelli di violenza inaudita mentre il Consiglio di Sicurezza è chiamato a decidere in merito e gli ispettori dell'AIEA compiono la prima visita a Teheran dal 2008. Con il primo mese del 2012 che arriva al capolinea occhi puntati alle istituzioni internazionali per capire verso quali tendenze si accinge ad incamminarsi la comunità internazionale.
EUROPA
Lunedì 30 – I capi di stato e di governo dei paesi membri dell'Unione Europea si incontrano a Bruxelles per un meeting informale del Consiglio Europeo. Sul tavolo le trattative per concludere un accordo di cooperazione rafforzata in materia di fiscalità e bilancio. Il Fiscal Compact, che potrebbe essere firmato entro marzo, introdurrà una maggiore severità nelle sanzioni che saranno automatiche e un occhio vigile sulle politiche economiche deficitarie. I contrasti sono ormai arcinoti, Cameron e i paesi dell'est da una parte, il trio Monti-Merkel-Sarkozy dall'altra in una battaglia tra surplus d'integrazione e controllo da una parte e la difesa della sovranità dall'altra, mentre la Grecia rimane isolata nella sua battaglia contro il tempo. Ci sarà anche spazio per un dibattito su progetti per la liberalizzazione del mercato del lavoro a livello comunitario, l'implementazione dei programmi di apprendimento all'estero e le vitali politiche di crescita economica per uscire dalla crisi attuale.
Lunedì 30-Mercoledì 1– L'Italia torna definitivamente nel mondo come testimoniano le agende degli uomini del nuovo governo tecnico. Il Primo Ministro somalo Abdiweli Mohamed Ali sarà a Roma per incontrare il ministro degli Esteri italiano Guido Terzi di Sant'Agata, il meeting sarà dedicato al ruolo italiano nell'internazionalizzazione della situazione del corno d'africa, giunta ormai oltre le possibilità della missione AMISOM dell'Unione africana. Sempre in mattinata ci sarà spazio per un incontro tra il titolare della Farnesina e il suo omologo polacco Radoslaw Sikorsky, dove si parlerà principalmente della cooperazione a livello comunitario e dei rapporti bilaterali tra i due paesi, che vantano ottimi trascorsi. Ma il vero appuntamento della settimana è fissato per mercoledì quando giungerà a Roma il Comandante in capo della missione ISAF che vede il contingente italiano in orbita NATO schierato in prima fila nella provincia di Herat. Il Generale John R. Allen parlerà delle innumerevoli sfide per il futuro dell'Afghanistan e del piano del ritiro generale in programma per il 2014.
FRANCIA – Profumo di elezioni in quel di Parigi, sembra che sia proprio la chiamata alle urne per i francesi la vera ragione della boutade del premier Nicolas Sarkozy sul ritiro entro il 2013 dall'Afghanistan. Dopo l'uccisione di cinque soldati francesi da parte di una recluta dell'ANA, l'esercito afghano, il governo aveva già annunciato la sospensione delle operazioni nel teatro per evidenti ragioni di sicurezza. Ma l'ultimatum lanciato durante la visita in Francia del Presidente afghano Hamid Karzai rischia di peggiorare ulteriormente il rapporto con gli altri alleati impegnati nella missione ISAF e con la NATO stessa, cui parigi partecipa solo a livello politico. Nonostante i timori per gli evidenti limiti delle neocstituite forze di sicurezza di Kabul sembra che il contingente francese sia pronto a passare il comando nella regione di Kapisa, cogliendo al balzo la proposta dello stesso Karzai riguardo un ritiro immediato di tutte le truppe straniere.
AFRICA
SUD AFRICA – Non è tutto oro quello che luccica, soprattutto in terra d'Africa, dove promesse di sviluppo si stemperano a suon di crescita demografica e disoccupazione. Secondo le ultime indiscrezione rilasciate dal Ministro dell'Economia di Pretoria, Pravin Gordhan, il prodotto interno lordo del paese simbolo del continente potrebbe infatti superare le stime dell'FMI e della Banca Centrale che lo fissavano intorno al 2,5-2,8%. Si parla invece di un tasso del 3,4% stimato in base agli ultimi dati del governo, sicuramente una buona notizia anche se si rimane ben lontani dal 7% richiesto all'economia sudafricana per sanare la grave piaga della disoccupazione che colpisce un terzo circa della popolazione attiva. Si prevedono numerosi progetti per opere pubbliche faraoniche e un piano di facilitazioni per l'ingresso nel mondo del lavoro per procedere sull'onda emotiva che aveva accolto la nomination per i mondiali di calcio del 2010.
SOMALIA – Non cessano le violenze del movimento qaedista Al Shabaab che è arrivato a colpire ben 3 volte in meno di un mese l'ufficio del Programma per lo Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) a Mogadiscio. Cinque granate lanciate nella sede dell'organizzazione internazionale hanno causato svariati feriti tra i civili mentre un portavoce dei mujaheddin del corno d'Africa, tale Sheikh Al Nucman Alhudeyami, rivendicava in nome di Allah gli attacchi "all'agenzia cristiana dell'ONU". Dopo la notizia dell'apertura di un ufficio dell'ONU nella capitale somala, le promesse di ulteriori attacchi non fanno che aggravare la posizione dei qaedisti, già bersagliati dall'offensiva delle truppe kenyote e dai raid congiunti di Stati Uniti e Francia.
MALI – Si fa sempre più spietata la lotta tra le forze di sicurezza di Bamako e i ribelli delle tribù tuareg del Front National de Libération de L'Azawad (MNLA) che si battono per l'istituzione di uno stato indipendente nel nord del paese, ricco di risorse energetiche. Numerose le città al confine col Niger conquistate dai guerriglieri alleati del movimento integralista di Al Qaeda nel Maghreb, con cui condividono l'obiettivo d'instaurare una teocrazia fondata sull'islam e sulla sharìa. In passato fu proprio Muhammar Gheddafi a sponsorizzare e finanziare la lotta contro il governo centrale, nel tentativo di creare uno sterminato Impero del Sahel che si affiancasse ai già alleati Niger e Ciad. I tuareg sono tribù diffuse in tutto il Nord Africa, nomadi e pastori per tradizione, solo negli ultimi cinquant'anni hanno iniziato a gestire traffici clandestini, rapimenti e a legarsi all'integralismo islamico per ottenere un riconoscimento politico.
AMERICHE
Martedì 31 – Gli elettori del G.O.P dello stato della Florida sono chiamati ad esprimersi sul candidato da opporre alla riconferma di Barack Obama come inquilino della Casa Bianca. Il dibattito televisivo di giovedì svoltosi a Jacksonville ha evidenziato le falle di Newt Gingrich, che si è dimostrato per lo più incapace di tenere il ritmo martellante del più telegenico Mitt Romney che nei sondaggi stacca di circa dieci punti percentuali l'ex speaker della camera. Nonostante l'endorsement di numerosi economisti al programma federalista del medico Ron Paul, è il cattolico ultraconservatore e creazionista Nick Santorum a conquistare il terzo gradino nel podio repubblicano. Se Romney dovesse battere pesantemente Gingrich potrebbe guadagnare un vantaggio quasi incolmabile contando anche sulle maggiori capacità di funraising e sulla visibilità mediatica.
Martedì 31 – Il Presidente brasiliano Dilma Rousseff sarà a l'Avana per incontrare i vertici politici del regime castrista e per confermare le aperture al credito per l'uscita dalla crisi economica dell'isola caraibica. Secondo le ultime indiscrezioni non ci sarebbero sul tavolo soltanto 200 milioni di dollari per la modernizzazione dell'agricoltura e per le colture di bio-combustibili, ma soprattutto un progetto di circa 800 milioni per l'ammodernamento del porto di Mariel vera tappa forzata per i traffici tra Brasile e Stati Uniti. Il crocevia potrebbe accogliere fino al 40% delle merci dirette verso l'America portando benessere e sviluppo in un'area in cui il progetto di free trade zone ha in realtà deluso le aspettative. La visita diplomatica sarà anche l'occasione per sbloccare la vicenda personale della blogger Yoani Sanchéz che è in attesa di un visto per il Brasile, salita alla ribalta dei media globali per l'opposizione al regime e la lotta per la libertà d'opinione.
ARGENTINA – Non si stemperano le tensioni tra Londra e Buenos Aires per la questione Falklands/Malvinas, nemmeno dopo il ritorno in cattedra della Presidenta Cristina Fernández de Kirchner dopo i falsi timori per un cancro alla tiroide, in realtà inesistente. Il vero nodo della discordia resta la missione simbolica nell'arcipelago del secondo erede al trono britannico, il Principe William, che entro Febbraio giungerà con uno squadrone della Royal Air Force nella base aerea di Mount Pleasant. La Kirchner appena tornata sugli schermi ha invitato l'ONU a far rispettare la risoluzione che richiede una conclusione diplomatica della situazione e ha attaccatto il governo britannico che starebbe depredando il popolo argentino della pesca e dei giacimenti petroliferi, che però de facto restano sotto la giurisdizione inglese.
ASIA
GIAPPONE-RUSSIA – La visita del Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov a Tokyo sembra aver suscitato ottime intenzioni nel governo giapponese che si è detto pronto ad avviare una discussione diplomatica e senza provocazioni sulla questione dell'arcipelago delle Curili. Le isole al centro delle tensione dalla fine del secondo conflitto mondiale sono in realtà solo la punta dell'iceberg delle tensioni sulla cooperazione economico-commerciale e sui visti tra i due paesi. Il Ministro degli Esteri giapponese Koichiro Gemba ha sottolinetao l'importanza della soluzione pacifica delle controversie sui territori contesi e dell'immediata conclusione di un trattato di pace che latita da più di sessant'anni. Intanto prosegue il lento declino dell'economia giapponese, il 2011 infatti ha fatto registrare il primo deficit commerciale dal 1980 per l'export verso l'estero, calato dell'8% rispetto all'anno scorso a causa dell'ipervalutazione dello yen imperiale.
CINA – La repressione delle proteste delle minoranze tibetane nel sud-ovest cinese torna a preoccupare la stampa internazionale, che sottolinea le somiglianze con le rivolte del marzo 2008. 7 manifestazioni ostili a Pechino, 16 suicidi e immolazioni di monaci buddhisti e circa 140 arresti tra la popolazione, questi i numeri di una vera e propria guerra intestina per la sovranità e l'integrità del grande Impero del dragone. Su questo fronte è facile intuire l'inamovibilità assoluta dei vertici politici e statali cinesi che sulla questione delle marche confinarie non transige, anche a costo di apparire liberticida agli occhi dell'opinione pubblica globale. L'ONG Human Rights Watch ha chiesto di far luce sulle uccisioni perpetrate dalle forze dell'ordine stanziate nelle province di Qinghai e del Sichuan e di aprire le zone interessate dalle proteste ad osservatori neutrali.
AFGHANISTAN – Potrebbe essere proprio il pantano dello scenario di guerra afghano ad offrire l'alternativa vitale per i governi europei al greggio di Teheran, che dal primo luglio sarà off-limits per i membri dell'unione. Il governo centrale di Hamid Karzai ha infatti aperto dal 2012 all'esplorazione degli innumerevoli giacimenti mai sfruttati presenti sotto il territorio afghano e potrebbero essere proprio le imprese occidentali i candidati papabili per le trivellazioni. Le condizioni palesemente arretrate dell'economia di Kabul, sommate alla necessità di garantire l'occupazione della popolazione coinvolta suo malgrado nella contro-insorgenza che perdura da circa dieci anni. Potrebbe risultare fondamentale anche la cooperazione del Turkmenistan, altro stato simbolo per la produzione di greggio nell'area, dato che le regioni interessate dal provvedimento statale sarebbero localizzate nel Nord-Ovest del paese.
MEDIO-ORIENTE
Martedì 31 – Alla ripresa dei lavori parlamentari a Baghdad, il partito sunnita Iraqiya metterà fine al boicottaggio delle sessioni del governo e degli organi legislativi, che hanno portato l'Iraq nel caos all'apice dello scontro tra etnia sunnita e sciita. Proprio un incontro tra il leader dell'alleanza sunnita Iyad Allawi, lo speaker del Parlamento Osama al-Nujaifi, il Ministro delle Finanze Rafie el-Esawi e il vice-premier Saleh al-Mutlaq, ha sancito la fine del blocco aventiniano dei lavori degli organi democratici. Rimangono sul tavolo le discussioni per garantire equa rappresentanza alle istanze etnico-religiose delle componenti sunnite, sciite e curde che continuano a trincerare le varie formazioni politiche contro la leadership del Presidente sciita Nuri al-Maliki.
SIRIA – Con la missione degli osservatori della Lega Araba sospesa in via cautelativa e sottratta dei suoi membri provenienti dalle monarchie del Golfo Persico e dall'Arabia Saudita, il regime di Bashar al-Assad potrebbe sfruttare fino in fondo l'occasione di fare piazza pulita dell'opposizione armata dell'FSA, grazie al granitico supporto di Mosca. Nabil Elaraby, il capo della Lega Araba ha raggiunto New York dove dovrà condurre un'intensa opera di convincimento dei paesi membri del Consiglio di Sicurezza per giungere ad una risoluzione che garantisca la fine delle violenze in Siria. Voci di una bozza arabo-occidentale hanno fatto infuriare i rappresentanti siriani alle Nazioni Unite e lo stesso Ministro degli Esteri di Mosca Sergey Lavrov, che condanna ogni tentativo d'intervenire militarmente nel paese alleato. Più dubbia la posizione della Cina, che rifacendosi alla politica di non-interferenza, potrebbe appoggiare una risoluzione bilanciata se espressione della volontà degli stati arabi garantendo la propria astensione dal veto.
GIORDANIA – Un evento storico, così è stato accolto dai Fratelli Musulmani l'incontro tra il leader di Hamas Khaled Meshaal e il Re Abdullah sponsorizzato ed incoraggiato dallo Sceicco del Qatar Tamin bin Hamad Al Thani. Con il crackdown del regime di Damasco il movimento islamico che si batte per l'indipendenza della Striscia di Gaza ha optato per la Turchia e la stessa Giordania come sedi per i suoi nuovi uffici, stringendo rapporti e alleanze concrete con i governi dei due paesi. Lo stesso Meshaal è nato sotto la giurisdizione di Amman e si trovava proprio in Giordania nel 1997 quando due agenti israeliani del Mossad tentarono di avvelenarlo all'uscita del suo ufficio. L'incontro sembrerebbe garantire l'appoggio alla monarchia hascemita da parte dei gruppi islamici che ne avevano contestato la legittimità sull'onda delle proteste della Primavera Araba che hanno portato alla sostituzione del Primo Ministro Samir Rifai.
IRAN – Durerà fino a Martedì la visita in Iran del team d'esperti dell'AIEA guidata dall'ispettore capo Herman Nackaerts e dal consigliere speciale del direttore Yukiya Amano, Rafael Grossi. Il programma dovrebbe comprendere incontri col negoziatore capo per la materia nucleare Saedi Jalili e con il capo del programma atomico Fereydoun Abbasi. La visita non sarebbe però volta all'ispezione del nuovo sito sotterraneo di Fordow, ma solamente al rilancio delle trattative e dei colloqui ufficiali con l'agenzia interrotti bruscamente nel 2008. Particolare attenzione sarà rivolta ai tentativi di spin-off militare di vari impianti per l'arricchimento dell'uranio formalmente rivolti alla produzione civile ed energetica.