Ritorna l’appuntamento settimanale con la rubrica che vi aggiorna sulle principali news in arrivo da tutto il mondo. Dai vertici dell’UE con Sudafrica e Cina alle tensioni che si stanno rialzando tra Pechino e Tokyo e in tutto il mondo mediorentale, passando per gli aggiornamenti dalla campagna elettorale statunitense, ecco a voi una finestra su tutte le principali vicende di politica internazionale che animeranno i prossimi giorni
EUROPA
Martedi’ 18 – Mercoledi’ 19 – Bruxelles si tinge del rosso della terra del continente nero per la due giorni del V EU-South Africa Summit, cui prenderanno parte Herman Van Rompuy e José Manuel Barroso da una parte e Jacob Zuma dall’altra. L’incontro di alto livello giunge dopo un mese di scontri e proteste nella regione mineraria attorno al bacino di Rustenberg, a circa 100 km da Johannesburg. I leader delle due “nazioni” sono chiamati ad affrontare le tematiche piu’ importanti nelle loro relazioni bilaterali, in particolare il cambiamento climatico, il commercio internazionale, le politiche di sviluppo sostenibile, l’ EU-Africa Joint Strategy e la partnership strategica per la pace e la sicurezza nel continente africano.
Mercoledi’ 19 – Giovedi’ 20 – Sarà un’occasione di confronto e dibattito imperdibile quella offerta dall’ EU-China Mayors’ Forum, il primo incontro dell’anno all’interno della EU-China Urbanisation Partnership. Il framework riunisce sindaci, ufficiali regionali e locali e rappresentanti del settore economico finanziario e di ONG impegnate nel raggiungere modelli di sviluppo sostenibile. L’iniziativa e’ frutto del VII EU-China Summit quale scommessa sulle sfide della pianificazione urbana cinese. All’incontro prenderà parte il Primo Ministro cinese Wen Jiabao e il presdiente della Commissione Europea Barroso.
Â
Giovedi’ 20 – Terminato il meeting tra I decisori locali di Cina ed Europa, Jose Manuel Barroso, Herman Van Rompuy e Wen Jiabao apriranno il 15esimo EU-China Summit, che giunge a distanza di poche settimane dall’attesissimo Congresso del Partito Comunista Cinese che dovrà approvare le nuove geometrie del potere, in realtà già palesi da tempo. Sul tavolo non solo le solite tensioni sulle misure anti-dumping applicate dall’Europa su una vasta gamma di prodotti cinesi, ma anche le nuove strategie all’interno del WTO dopo l’ingresso della Federazione Russa. Ci sarà sicuramente spazio per le tematiche scottanti da prima pagina “esteri” come la situazione ormai disastrosa in Siria e la tensione ormai esplosiva tra Iran e Israele.
AMERICHE
Lunedì 17 – Martedì 18 – Il ritmo della competizione tra Barack Obama e Mitt Romney si fa incessante, mentre il Presidente uscente sarà impegnato in appuntamenti elettorali in Ohio a Cincinnati e Columbus per poi giungere a New York martedì. Nel frattempo, la First Lady Michelle terrà un discorso pubblico a Gainesville presso la University of Florida. Dall’altra parte della staccionata della Casa Bianca, lo sfidante Mitt Romney godrà del sostegno del movimento dei Tea Party, il cui tour elettorale avrà inizio proprio lunedì nel rush finale fino al 7 di Ottobre. Florida, Pennsylvania, Ohio, North Carolina e Virginia le tappe dei raduni, che potrebbero in realtà sollevare qualche dubbio sul nome di Romney dopo il rifiuto della prima ora di supportare il candidato scelto a Tampa.
ASIA
CINA – Non è sicuramente il clima desiderato dale autoritĂ di Pechino quello con cui il paese si sta avvicinando all’attesissimo congresso del PCC che deciderĂ le nuove gerarchie politiche. Dopo aver fomentato l’ira popolare nei confronti del Giappone reo di aver nazionalizzato le isole Diaoyu il governo cinese si trova ora ad arginare un focolaio di proteste senza precedenti soprattutto nel Sud-Est del paese (Guangzhou e Shenzhen). Intanto calano le voci di complotto alzatesi attorno alla figura di Xi Jinping dopo le sue continue assenze nel corso di meeting diplomatici di alto livello nelle scores settimane. Dapprima l’agenzia Xinhua ha citato il suo cordoglio per la scomparsa di un gerarca dell’esercito, poi Xi è ricomparso in un evento pubblico presso l’UniversitĂ dell’Agricoltura di Pechino, in cui il futuro leader ha celebrato il Festival della Scienza.
GIAPPONE – L’arcipelago del Sol Levante si è trovato più volte a stazionare in acque burrascose, ma questa volta la disputa con il vicino cinese per le Diaoyu/Senkaku ha raggiunto livelli che ricordano l’ostilità seguita all’occupazione nipponica durante il secondo conflitto mondiale. Come se non bastasse, è di ieri la notizia che il neo-nominato ambasciatore giapponese a Pechino è deceduto in seguito a complicazioni cardio-respiratorie, proprio nel periodo in cui il filo diretto con il governo cinese diventa fondamentale. La vita quotidiana dei giapponesi in Cina inizia a diventare insopportabile, visto che proteste e atti vandalici colpiscono ogni realtà assimilabile con l’identità giapponese. Chiusi i punti vendita della catena per la grande distribuzione Jusco, attaccati ristoranti, negozi e uffici di rappresentanza nipponici. Il coprifuoco diventa una necessità più che una precauzione, in attesa degli sviluppi della vicenda che si fa di giorno in giorno più complessa. Attenzione a Martedì 18 Settembre, anniversario dell’invasione giapponese, proteste e manifestazioni nelle maggiori città sono già in circolo su weibo e qq (social media cinesi, ndr).
Sabato 21 – Sarà la città di Nanning, nella Cina meridionale ad ospitare il 9th China-Asean expo, meeting tra le dieci nazioni del blocco regionale asiatico cui parteciperà anche il Presidente di Myanmar, Thein Sein. Da mesi la situazione diplomatica nell’Asia Pacific risente dei marosi delle varie dispute maritime in corso. L’evento dovrebbe anche segnare un passo in Avanti nella distensione economica di rapporti diplomatici tra I vari membri dell’Asean. L’evento potrebbe inoltre dissipare definitivamente tutta la nebbia che ancora circonda Xi Jinping dopo I 12 giorni di silenzio pubblico, visto che l’agenzia Xinhua ha confermato la sua presenza all’incontro.
MEDIO ORIENTE
Lunedì 17 – I ministri degli esteri di Iran, Arabia Saudita, Egitto e Turchia si sono riuniti per la prima volta al Cairo sotto la formazione del neonato “gruppo di contatto sulla situazione in Siria”. Il Ministro iraniano Ali Akbar Salehi ha inoltre incontrato il premier egiziano Muhammed Morsi, per stabilire le line guida della nuova alleanza tra i due paesi. Secondo Salehi, la nuova formazione sarebbe in via di espansione, andando ad includere anche il Venezuela e l’Iraq, paesi sempre coinvolti nel futuro della Siria.
IRAN – Per non cadere nell’errore di chi guarda al ditto che in realtĂ indica la luna, occorre pesare in maniera cauta e ragionata la conferenza stampa con cui Mohammad Ali Jafari, il Capo di Stato maggiore delle Guardie Rivoluzionarie, ha ammesso la presenza delle forze speciali QUDS in Siria e in Libano. Le forze QUDS, da sempre punta di diamante e cuore dell’apparato internazionale di commando e contro-spionaggio dell’esercito irregolare di Teheran sono infatti presenti da sempre nel territorio degli alleati strategici con funzione di supporto logistico. Lo erano negli anni ’80 in Libano e in Siria nella valle della Beqaa, come testimoniato dall’ex agente CIA Robert Baer, lo sono ancora oggi per monitorare le sorti della Guerra civile siriana e per tastare il polso del nemico giurato israeliano. Nessuna notizia da prima pagina dunque, cosi’ come nessuna nuova minaccia, se non quelle incluse nel manuale della lirica anti-sionista: “Our answer to Israel is clear. In the face of such actions by the Zionist regime, nothing of Israel would remain,”
LIBANO – “Dal ramoscello d’ulivo al Kalashnikov” così avevamo chiamato un nostro articolo qualche mese fa, ora la stessa situazione si ripresenta nel Libano del post-Benedetto XVI. Dopo aver accolto con un’incredibile manifestazione d’affetto e d’attesa l’arrivo del Pontefice, Beirut si prepara ad ospitare manifestazioni di protesta per tutta la settimana contro le sedi ufficiali del governo Americano in seguito alla diffusione del film “L’innocenza dei musulmani”. Hassan Nasrallah ha aizzato il popolo fedele ad Hezbollah nel weekend chiedendo pubblicamente una reazione di massa alla “più grande offesa nei confronti del Profeta Maometto”. Dopo una tre giorni di pace e felicità che da tempo mancava in un Libano in cerca di stabilità , sembra che l’irrequieta “normalità ” sia già dietro l’angolo.
Â