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Brasile: impeachment o golpe per Dilma?

Migliaia di brasiliani sono scesi in piazza la scorsa settimana per chiedere la messa in stato d’accusa del Presidente. Eppure Dilma Rousseff non mostra alcun segno di turbamento

IRREGOLARITÀ NEL BILANCIO – Esattamente a un anno dalla rielezione al secondo mandato presidenziale, Dilma Rousseff si trova a guidare un Paese diviso sia economicamente che politicamente, con un clima politico interno piuttosto caldo.
Due settimane fa la Presidente brasiliana è stata indirettamente investita da una sentenza che l’accusa di aver falsificato il bilancio dello Stato del 2014. Secondo il Tribunal de Contas da União (TCU) – la Corte dei Conti brasiliana – il bilancio sarebbe stato “gonfiato” per occultare il crescente debito pubblico del Paese, e quindi influenzare l’esito delle elezioni che hanno poi effettivamente portato Rousseff alla vittoria. Il Governo sarebbe perciò accusato di aver infranto la legge di responsabilità fiscale.

UN VIZIO CHIAMA L’ALTRO – È la prima volta dal 1937 che il TCU respinge un bilancio di Stato. Non è sicuramente la prima volta, invece, che Rousseff viene accusata di irregolarità nel corso della campagna elettorale. Già ai tempi del suo primo mandato, iniziato nel gennaio 2011, era stata sanzionata per propaganda illegale e condannata a pagare oltre 7 mila euro. Secondo la stampa brasiliana, inoltre, erano nell’aria accuse per aver redatto documenti volutamente discriminatori nei confronti del candidato dell’opposizione Josè Serra, accuse sempre smentite dal Governo poi eletto. Nonostante ciò Rousseff riuscì a battere Serra, divenendo – con il 56% dei voti favorevoli – il primo Presidente donna del Brasile. Da studente attivista nel periodo delle dittature militari degli anni Sessanta e Settanta a leader della settima potenza economia mondiale.

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Fig. 1 – Non è esattamente il migliore periodo per Dilma Rousseff

RICHIESTA DI IMPEACHMENT – Questa volta, invece, i sondaggi vedono calare la popolarità della Presidente, e migliaia di brasiliani sono scesi in piazza per manifestare contro il Governo (e non era la prima volta) e chiedere l’impeachment di Dilma Rousseff. Si tratta di un particolare procedimento giudiziario per l’incriminazione di un pubblico ufficiale o di un membro del Governo. Nulla è ancora certo però, in quanto per approvare la messa in stato d’accusa di un Presidente servono i due terzi dei Deputati. In questo caso il processo sarà ulteriormente rallentato dal momento che anche il presidente della Camera, Eduardo Cunha, è a sua volta sotto inchiesta e ciò potrebbe rinviare di non poco il processo.

SCANDALO PETROBRAS – Il partito d’opposizione ha allora rincarato la dose, collegando alla Presidente brasiliana anche lo scandalo di corruzione noto come “scandalo Petrobras“, la compagnia petrolifera nazionale accusata di aver gonfiato i contratti di appalto e aver pagato tangenti ai partiti al Governo, fra cui il partito dei lavoratori di Rousseff.
Sebbene non ci sia ancora nessuna prova certa di un diretto coinvolgimento della Presidente, secondo l’opposizione Rousseff ne era sicuramente al corrente in quanto, all’epoca dello scandalo, ricopriva la carica di ministro dell’Energia durante il primo governo Lula.

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Fig. 2 – Petrobras, croce e delizia dello sviluppo economico brasiliano

PER DILMA È GOLPE – Secondo quanto riportato dai media stranieri, Dilma Rousseff ha definito le accuse e la conseguente richiesta di impeachment come un tentativo di “colpo di Stato” organizzato dall’opposizione. La faccenda potrebbe dunque protrarsi a lungo, rimanendo incastrata per anni in processi burocratici, e avvicinandosi quindi alla scadenza del mandato presidenziale prevista per il 2018. Sembra essere ormai alle spalle il periodo di luna di miele tra il PT ed il Paese: probabilmente i non positivi risultati dell’economia attuale hanno avuto un certo peso nella creazione di un contesto di battaglia politica attuale, come non si vedeva dai tempi dello scandalo del mensalão.

Claudia Patricolo

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Un chicco in più

Dal 24 ottobre il Brasile ospita le prime Olimpiadi indigene della storia. Presenti 46 etnie da tutto il mondo (eccetto l’Europa). Non sono mancati fischi e polemiche contro la Presidente Dilma Rousseff che aveva presenziato all’apertura dei giochi. Anche partecipanti e spettatori hanno lamentato la scarsa integrità della Presidente, accusandola di aver disatteso le promesse fatte durante la campagna elettorale. [/box]

Foto: plopesfoto

Foto: Vanessa F Carvalho

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Claudia Patricolo
Claudia Patricolo

Romana per caso, vivo e studio da sempre nella Capitale. Classe 1991, sono laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e attualmente specializzanda in Giornalismo ed Editoria all’Università di “Tor Vergata”. Da sempre interessata a tematiche internazionali, ho lavorato in diverse redazioni a Roma fino ad arrivare a Parigi dove ho svolto uno stage presso “Le Monde”. Innamorata del Sudamerica, dove ho vissuto per un periodo, non perdo occasione di partecipare e scrivere di questa meravigliosa parte del mondo che è l’America Latina.

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