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America Latina, l’alleanza argentino-brasiliana

In 3 sorsi A poche settimane dall’insediamento ad interim dell’attuale Presidente brasiliano Michel Temer, si preannunciano già le scelte di politica estera che vorrebbero un’alleanza politico-strategica tra Brasilia e Buenos Aires, con il Presidente Mauricio Macri che ha accolto positivamente la proposta.

1. L’ALLEANZA PER IL RILANCIO DELLA POLITICA ESTERA BRASILIANA – Dopo il terremoto politico che ha coinvolto il Governo brasiliano e gli scandali legati alla vicenda Petrobras, il nuovo Presidente ad interim ha deciso di rilanciare la politica estera brasiliana attraverso una serie di alleanze, per consentire al Paese di scalare posizioni nella classifica delle potenze emergenti.
È per questi motivi che José Serra, cancelliere brasiliano, ha fortemente promosso un’alleanza politico-strategica con l’Argentina in settori quali il commercio, la difesa, l’energia e la scienza, nonché anche in alcuni ancor più di nicchia quali l’industria aeronautica. La risposta del Presidente argentino Macri non si è fatta attendere, tanto che lo stesso ha salutato di buon auspicio la proposta, impegnandosi nel perseguire gli obiettivi che l’alleanza intende portare avanti, ovvero, agire in maniera indipendente dal MERCOSUR e risolvere la questione venezuelana prima che possa avere conseguenze devastanti non solo sul Paese stesso, ma sull’intera regione.
L’idea è quindi quella di creare un consiglio che, riunendosi due volte l’anno (una in occasione dell’apertura della Sessione Annuale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite), discuta su come incrementare il rapporto cooperativo tra Argentina e Brasile, in un’ottica neo-liberista ma soprattutto rivolta a proteggere i due Paesi dalle minacce che si stanno affacciando, non ultimo il terrorismo.

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Fig. 1 – La visita di José Serra in Argentina è stata accompagnata da numerose proteste

2. PERCHÉ UN’ALLEANZA SUL TEMA DELLA SICUREZZA SERVE AL BRASILE – La minaccia terroristica, che rappresenta una sfida alla sicurezza per il Brasile soprattutto in vista delle prossime Olimpiadi di Rio, non è da sottovalutare. Non solo perché a una settimana dagli attentati di Parigi un jihadista francese pubblicò un tweet che recitava «Brazil, you are our next target» (Brasile, tu sarai il nostro prossimo obiettivo) ma anche perché la stessa intelligence brasiliana Abin verificò e confermò tale minaccia, tanto da portare il Parlamento ad emanare una legislazione specifica contro il terrorismo che però, non definendo l’atto terroristico in sé per sé, pose in allerta l’intera comunità internazionale – tra cui le più influenti organizzazioni a tutela dei diritti umani quali Human Rights Watch e lo United Nations High Commissioner for Refugees. Tale legislazione, infatti, si teme possa essere applicata indiscriminatamente verso chiunque, o comunque situazioni non per forza legate al terrorismo, come si intende in altri Paesi che hanno invece inserito una definizione chiara e inconfutabile.
L’intelligence brasiliana è tuttavia convinta che le misure di sicurezza da porre in essere durante le Olimpiadi debbano concentrarsi principalmente sul monitoraggio delle minacce interne, ed è per questo che la macchina organizzativa ha già predisposto lo schieramento di 85.000 unità durante i giochi olimpici. Diverse critiche sono state mosse in tal senso dalla comunità internazionale, che non vede il Brasile dare la dovuta importanza alla cooperazione con le intelligence internazionali, sottolineando quindi come il Paese stia sottovalutando le minacce esterne.

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Fig. 2 – Dopo Parigi, anche il Brasile minacciato dal terrorismo: preoccupazioni per le Olimpiadi di Rio

3. IL POSSIBILE ACCORDO MERCOSUR-ALLEANZA DEL PACIFICO – L’intento dell’attuale Governo brasiliano è quello di dimostrare come la collaborazione con l’Argentina, nel forum di cui sopra, dia ottimi frutti sia sul piano della sicurezza che dell’economia. Questo comporterebbe la possibilità per Brasilia di acquisire nuova credibilità e stabilità, attraendo così nuovi investimenti e interesse da parte di altri Paesi latino americani. È per questi motivi che il Brasile si è detto aperto a valutare future adesioni nel forum di cooperazione.
Non solo, è già da qualche tempo che in America Latina le due principali alleanze, MERCOSUR (composta da Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela) ed Alleanza del Pacifico (di cui fanno parte Cile, Colombia, Messico e Perù) stanno volgendo i loro sguardi l’una all’altra, rendendosi conto che unire il blocco atlantico e quello pacifico significherebbe avere un peso maggiore sul piano internazionale, racchiudendo sotto di sé la quasi totalità delle esportazioni dall’America Latina. Attori come l’Unione Europea accoglierebbero di buon occhio la possibilità di chiudere accordi commerciali con un’alleanza solida e coesa, piuttosto che con singoli Stati soggetti a una possibile (e spesso imprevedibile) instabilità economico-politica. Non solo, sempre più attori regionali e globali stanno dimostrando interesse nelle due realtà, tanto che la stessa Italia ha richiesto ed ottenuto lo status di osservatore nell’Alleanza Pacifica.
Il futuro quindi dell’alleanza argentino-brasiliana si fonda sulla loro concreta opportunità di creare un’alternativa al MERCOSUR ma, soprattutto, sulla necessità di definire pienamente il loro ruolo in uno scenario in cui proprio il MERCOSUR e l’Alleanza del Pacifico intendono collaborare: che l’Argentina ed il Brasile vogliano così ritagliarsi una fetta importante nella futura (e probabile) alleanza atlantico-pacifica?

 Sara Belligoni

[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]Un chicco in più

Per comprendere la struttura e la mission del Mercosur di oggi si possono consultare sia il sito istituzionale che i nostri precedenti articoli.[/box]

Foto: Fabio Seixas

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Sara Belligoni
Sara Belligoni

Sara Belligoni is a Ph. D. Candidate in Security Studies at the School of Politics, Security, and International Affairs at the University of Central Florida. She investigates how vulnerable communities can better prepare for, respond to, and recover from crises and disasters. Sara adopts a multi-discipline approach that combines political science, public policy, and security studies. Prior to joining UCF, she received a Certificate in Global Affairs (2015) from the New York University, a Master’s Degree cum laude in International Relations (2015) and a Bachelor’s Degree in Political Science for Cooperation and Development (2012) both from Universita’ degli Studi Roma Tre.

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