In 3 sorsi – Per il Mercosur, da tempo minato da reciproche rivalità, l’elezione alla carica di presidente della Repubblica argentina di Mauricio Macri, candidato della destra liberale, potrebbe essere l’inizio di una serie di importanti cambiamenti.
1. IL MERCOSUR IERI E OGGI – Il Mercosur è un’organizzazione regionale creata nel 1991 da Argentina, Brasile, Paraguay ed Uruguay, ai quali si è aggiunto successivamente (2012) il Venezuela. Nato come un blocco per rafforzare i governi democratici della regione e facilitare il commercio, il Mercosur ha cercato di liberalizzare gli scambi commerciali sia tra i Paesi membri sia con altri attori esterni, quali gli Stati Uniti e l’Unione Europea. Malgrado gli ambiziosi progetti iniziali, che volevano trasformare il Mercosur in un’unione politica ed economica, il processo si è ben presto arenato, e i membri non sono riusciti a procedere oltre il livello di unione doganale – la quale, peraltro, presenta numerose falle ed eccezioni. A partire dagli anni 2000, con l’elezione di una serie di Presidenti riformisti quali Luiz Inácio da Silva, detto Lula, in Brasile e Néstor Kirchner in Argentina, il blocco ha progressivamente abbandonato le teorie del libero mercato spostandosi verso posizioni di stampo protezionistico e favorevoli al ruolo attivo dello Stato nell’economia nazionale. L’ingresso del Venezuela di Chávez ha in seguito ulteriormente rafforzato queste posizioni. Allo stato attuale, il blocco del Mercosur incontra notevoli difficoltà sia sul lato esterno, dove i negoziati con l’Unione Europea proseguono stancamente ormai da venti anni, sia sul lato interno, in quanto le politiche protezionistiche degli Stati membri hanno aumentato le rivalità e le tensioni reciproche.
Fig. 1 – Un momento del summit Mercosur di Caracas, 2014
2. LA DIMENSIONE POLITICA – È in questo scenario di sfiducia e disillusione che Mauricio Macri è stato eletto alla carica di Presidente dell’Argentina. La sua vittoria ha sconfessato le previsioni iniziali, che invece davano come vincitore Daniel Scioli, il candidato appoggiato dalla Presidente uscente Cristina Fernández de Kirchner. Anche gli altri Presidenti dei Paesi del blocco, che avevano già incontrato il candidato Scioli, sono stati presi alla sprovvista dalla vittoria di Macri, di cui sono note le posizioni critiche contro il Mercosur. Durante la campagna elettorale, infatti, Macri ha più volte criticato l’eccessiva deriva ideologica del blocco, che ha definito come un «asse bolivariano» colpevole di aver isolato l’Argentina a livello internazionale e di aver danneggiato la sua economia, ed ha promesso, una volta Presidente, di liberarsi da questa dipendenza per cercare migliori relazioni con Stati Uniti ed Europa. In particolare, Macri si è sempre mostrato molto critico nei confronti del Governo Maduro, del quale ha condannato gli abusi commessi contro la libertà d’opinione e contro gli oppositori, minacciando di sospenderlo dal Mercosur. Bisogna però notare che la sua posizione si è di recente ammorbidita, anche in seguito alla mancanza di sostegno da parte del Brasile, tanto che il nuovo ministro degli Esteri argentino, Susana Malcorra, ha annunciato che Macri non chiederà la sospensione di Caracas dal blocco.
Figura 2 – Il Presidente argentino Mauricio Macri con l’omologa brasiliana Dilma Rousseff
3. LA DIMENSIONE ECONOMICA – Tuttavia, è sul lato economico che si prospettano le principali svolte. Le politiche protezionistiche del precedente Governo argentino avevano infatti danneggiato i rapporti con i Paesi vicini, soprattutto Brasile ed Uruguay, i quali erano particolarmente indispettiti dai costanti problemi posti da Buenos Aires nell’ambito dei negoziati con l’Unione Europea. La tensione era cresciuta al punto che il Presidente uruguaiano Tabaré Vázquez aveva chiesto di rendere più flessibili le norme del Mercosur, le quali prevedono che i negoziati vengano svolti in forma congiunta. Allo stesso tempo importanti esponenti del mondo politico brasiliano, come il presidente del Senato Renan Calheiros, avevano chiesto al Governo brasiliano di abbandonare il Mercosur per poter negoziare in libertà.
Al contrario di Cristina Kirchner, Macri ha manifestato il desiderio di stringere un accordo commerciale con l’Unione Europea, e durante il recente incontro con la Presidente Rousseff, avvenuto il 4 dicembre, i due leader hanno mostrato di condividere la posizione sull’accordo, che entrambi definiscono come prioritario. Un’altra posizione condivisa dai due Presidenti riguarda la necessità di avvicinare il Mercosur all’altro blocco della regione, l’Alleanza del Pacifico (AP). L’Alleanza del Pacifico è un’organizzazione che comprende Cile, Perù, Colombia e Messico, tutte economie orientate verso il libero scambio. In questi ultimi anni l’Alleanza ha dato mostra di un elevato dinamismo internazionale, firmando una lunga serie di trattati di libero scambio sia con gli Stati Uniti sia con l’importante regione dell’Asia sud-orientale. La dinamicità dell’area è stata riconfermata dalla recente conclusione dei negoziati del TPP, di cui i membri dell’AP, con l’eccezione della Colombia, fanno parte.
Macri ha più volte espresso la volontà di una maggiore cooperazione tra l’Alleanza e il suo Paese, e, durante la visita nella capitale cilena Santiago, il neo-Presidente ha riaffermato l’ambizione di avvicinare i due blocchi al fine di incrementare la competitività e l’inserimento del Mercosur nell’economia mondiale.
Purtroppo per Macri, tuttavia, la strada per concretizzare le sue ambizioni è tutta in salita. Nonostante il sostegno da parte dei Presidenti di Brasile e Uruguay, questi progetti sono infatti destinati a incontrare l’opposizione del Venezuela di Maduro e della Bolivia di Morales, che proprio in questi mesi sta per ultimare il proprio processo di adesione al Mercosur.
Umberto Guzzardi
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””] Un chicco in più
Per saperne di più sul Mercosur è possibile visitare il suo sito istituzionale e quello della Presidenza della repubblica argentina, la Casa Rosada [/box]