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Olimpiadi di Rio 2016: la grande prova del colosso dai piedi di argilla (II)

Continua la nostra analisi sullo stato dell’arte circa la preparazione alle olimpiadi della città di Rio, tra scandali, ritardi e polemiche politiche. Per il momento si è parlato di tutto tranne che di sport. Leggi qui la prima parte

LAVORI IN CORSO – Delle 31 installazioni che ospiteranno le competizioni, 10 sono già pronte, 14 sono praticamente ultimate, 3 sono in leggero ritardo rispetto ai termini di consegna, 4 destano forte preoccupazione dato lo stato dei lavori. Quest’ultime sono:

  1. Il Centro Olimpico di Tennis a Barra de Tijuca. La data di consegna era il terzo trimestre del 2015; il ritardo è dovuto al fatto che i lavori sono contesi tra il Comune e un’impresa. L’opera, che ha un valore di 212,1 milioni di reais, dopo i giochi sarà un centro di allenamento olimpico nazionale.
  2. Il Velodromo. Arena avvenieristica, che costerà 145 milioni di reais del Governo Federale. I lavori del comune sono in forte ritardo, considerando che sarebbero dovuti finire nel dicembre scorso. Come l’opera precedente diventerà un centro di allenamento nazionale.
  3. Il Centro Olimpico di Ippica. Ippodromo costato 157 milioni di reais diverrà un centro di addestramento per l’esercito dopo i giochi. La consegna era prevista per questo primo trimestre di 2016. Come nel primo caso vi è stato un conteso per la realizzazione dei lavori tra un impresa a cui erano stato affidati i lavori inizialmente e il sindaco Eduardo da Costa Paes.
  4. Lo stadio di canottaggio di Lagoa, Rodrigo Freita. Le strutture per le gare di canottaggio sono realizzate dallo Stato Federale e dal comitato organizzatore di Rio 2016, per un costo dell’opera fissato per 14 milioni di reais. Le strutture erano previste per il secondo semestre del 2015, ma a causa di alcuni incidenti (su tutti la caduta del tetto della piattaforma mobile) si è concretamente ipotizzato che l’opera non possa essere finita che per l’inaugurazione dei giochi.

Da segnalare anche gli irrisolti problemi della Bahia di Guanabara dove si dovrebbero svolgere le gare di vela. La baia è inquinatissima ed è stata segnalata da diversi studi la massiccia presenza di batteri e virus tipici degli ambienti fognari che potrebbero addirittura provocare danni alla salute degli sportivi come l’epatite.
Le autorità di Rio assicurano che la bonifica va avanti, ma come fatto notare da numerosi ambientalisti si è ben lontani da quel 80% di livello di bonifica promesso dal sindaco di Rio de Janeiro.

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ZIKA – L’emergenza nazionale zika, il virus veicolato dalla zanzara Aedes Aegypti, non sembra fermarsi nonostante le strategie adottate dal Ministero della salute e le rassicurazioni del caso, non ultima quella di Dilma Rousseff: «Questa situazione non compromette l’Olimpiade. Otterremo risultati nello sterminio delle zanzare».
Gli organizzatori delle Olimpiadi, hanno ribadito che i giochi si svolgeranno ad agosto durante ”l’inverno brasiliano”, quindi in un clima più secco rispetto ai mesi estivi, tale da permettere una minore proliferazione di zanzare. Il ministro dello sport russo, Vitaly Mutko, ha dichiarato che c’è il rischio concreto che gli atleti vengano contaminati, al contempo le autorità australiane hanno già allertato tutte le atlete in età fertile del grande rischio che incorrerebbero in caso di gravidanza ossia la microcefalia del futuro nascituro.
Il Daily Mail ha ipotizzato un contagio di centinaia di migliaia di turisti che potrebbe letteralmente far fallire l’Olimpiade. Per quanto tale scenario appaia improbabile, sono altrettanto improbabili, specie dal punto di vista dell’immagine, le dichiarazioni del sindaco Eduardo da Costa Paes, secondo il quale l’influenza ha fatto più morti della zika.

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SICUREZZA – Il Brasile è uno dei Paesi più violenti del mondo: il 9° Annuario Brasiliano di Sicurezza, relativo all’anno 2014, ha tracciato un quadro inquietante con un totale di 58.559 omicidi in quell’anno solare – praticamente 160 omicidi al giorno – con un trend preoccupante di +4,8% rispetto al 2013.
Il caso della città di Rio offre dati contrastanti se messi a confronto. Da un lato abbiamo le dichiarazioni delle Segreteria di Sicurezza che, basandosi su relazioni ufficiali del Governo federale, constata un calo delle violenze e di omicidi, specie di bambini e adolescenti; d’altra parte abbiamo i dossier scioccanti del Comitato delle Nazioni Unite per i diritti dell’infanzia e di Amnesty International, i quali segnalano una vera e propria ”pulizia” delle favelas attuata dalle Unità di Polizia Pacificatrici, che stando ai citati documenti si sono rese autrici di omicidi ingiustificati di centinaia di ragazzini, i meninos da rua.
Sotto il profilo della pianificazione, la sicurezza delle Olimpiadi seguirà gli standard già applicati durante il Mondiale, attraverso l’unificazione dell’azioni degli organi di sicurezza – dunque le forze di polizia, la Difesa Civile e la guardia municipale. Saranno quasi diecimila le unità di polizia impiegate.
La segretaria nazionale della Sicurezza Pubblica, Regina De Luca Miki, ha affermato a Globoesporte che «la Polizia Federale e la Forza Nazionale già sono pronte dal 2015 per lo svolgimento delle Olimpiadi». Ha inoltre aggiunto, sul tema della corruzione, argomento sensibile quando si parla di forze di polizia brasiliane «Questi uomini non dovranno avere processi pendenti e possedere almeno da 3 a 5 anni di esperienza. Affronteranno diversi test e solo successivamente saranno approvati».

IMPATTO – Tra circa 150 giorni, ad agosto, il Brasile sarà nel mezzo della tempesta politica scatenata dallo scandalo Petrobras, con il fantasma sempre presente dell’impeachment alla Presidente Rousseff.
La Presidente, indebolita da un consenso ai minimi storici, è stata accusata, nell’ultima delazione alla magistratura dell’ex senatore petista Delcidìo Amaral, di essere a conoscenza delle illegalità che venivano sistematicamente commesse.
L’inchiesta Lava Jato procede spedita dando il via alla sua quarta fase che ha coinvolto anche l’ex Presidente Lula, ipotetico candidato del PT alle elezioni del 2018.
Il Partido dos Trabalhadores per tornare a mostrarsi forte agli occhi dell’elettorato ha bisogno di ottimizzare al massimo l’impatto in termini di immagine, ma anche di ritorno economico, che un’Olimpiade rappresenta. Uno studio assegnato alla Fundação Instituto de Administração (FIA) dal Ministero dello sport prevede un flusso di denaro per 51 miliardi di reais (12 mld di euro), con la creazione di 120.000 posti di lavoro, 60.000 dei quali temporanei.
Si parla dunque di un effetto moltiplicatore non solo per la zona di Rio, ma per tutto il Paese, visto che anche i cittadini di altre regioni beneficeranno dei posti di lavoro.
Alcuni economisti interpellati dalla BBC sono però sostanzialmente scettici rispetto alle previsioni di ingenti benefici economici: Wolfgang Maenning, economista all’Università dello Sport di Amburgo, definisce i giochi come un ”evento a somma zero”; secondo lo studioso vi è una perdita del flusso di turisti ”tradizionali” durante l’evento e da un punto di vista dei benefici i Giochi altro non sono che «una grande festa dove le persone possono sentirsi più felici» dove l’unico scopo per la quale una città chiede essere sede dei Giochi «è il maggior potere di contrattazione con le autorità federali rispetto all’assegnazione di appalti e lavori di ristrutturazione».
Juan Jensen del centro di consulenza imprenditoriale Tendencia, afferma che le Olimpiadi sono un evento minore rispetto alla Coppa del Mondo, poiché le gare durano solo due settimane, non quattro come i mondiali, e a differenza di questi ultimi, la città coinvolta sarà una sola. Inoltre rileva come 38 miliardi in investimenti siano pochi per un paese che ha un PIL da cinquemila miliardi: «A lungo termine di fatto esiste la possibilità che l’Olimpiade aiuti a promuovere Rio come destinazione turistica nel mondo.[…] Ma con questa situazione non è un Olimpiade ben organizzata che cambierà gli umori degli imprenditori o convincerà gli stranieri a investire nel paese. Ciò che convince gli investitori è vedere un paese che sta crescendo in un ambiente istituzionale favorevole, dove vi è rispetto delle regole».

Per quanto un evento sportivo non possa sollevare da solo le sorti di un Paese, il Brasile dovrà, sul fronte interno, procedere sulla via delle riforme economiche che generino un cambio di trend.
Il capitale di soft power che lo mostrava come un gigante in crescita nel quale investire è stato dilapidato da una classe politica restia al cambiamento, per la quale tornare a dialogare alla pari con gli altri attori regionali e continentali – su tutti gli Stati Uniti e la “nuova” Argentina di Mauricio Macri – è un processo che, nel breve periodo. non appare scontato.
Gli eventuali risultati che si raggiungeranno nell’archiviare la fase recessiva sono base e premessa per tornare a inseguire quell’incoronazione di Paese finalmente emerso, che solo un Olimpiade in ben altre condizioni di stabilità avrebbe potuto offrire.

Emiliano Caliendo

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più

Alcune delle strutture che ospiteranno i Giochi sono state solo ristrutturate poiché hanno già ospitato i Giochi Panamericani di Rio 2007. Mentre dal punto di vista della sicurezza, il primo importante banco di prova è stato superato con lo svolgimento del Mondiale di Tuffi di febbraio 2016. [/box]

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Emiliano Caliendo
Emiliano Caliendo

Vivo a Napoli dove studio Scienze Politiche e Relazioni Internazionali alla Federico II, sono appassionato di geopolitica dell’America Latina e del Vicino Oriente, di cui seguo costantemente le complicate vicende. Un viaggio in Brasile ha fatto esplodere la passione per quella parte di mondo, della quale per ora mi limito a scrivere dalla lontana Europa sperando di poter analizzare il tutto un po’ più da ”vicino” un giorno.

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