Ristretto – La prima “vittima” illustre del Procuratore speciale Mueller a capo dell’indagine sul cosiddetto Russiagate è Paul Manafort, il quale si è consegnato oggi alle autorità federali. Sono 12 i capi d’accusa, tra i quali riciclaggio di denaro, mancata comunicazione di conti bancari esteri, l’aver operato come agente non registrato del Governo ucraino e l’aver mentito alle autorità federali
Chi è Paul Manafort e perché è importante per il Russiagate?
La sua carriera inizia con attività di lobbying che l’hanno portato a essere legato a personaggi controversi come l’ex Presidente filippino Marcos, Jonas Savinbi, leader del gruppo guerrigliero angolano UNITA e l’ex Presidente ucraino Viktor Yanukovych. Solo nel 2017 Manafort si è registrato retroattivamente presso il Dipartimento di Giustizia come Agente estero. Una mossa che non gli ha evitato le accuse.
In politica, è stato consigliere delle campagne di diversi repubblicani come Ford, Reagan, Bush sr e Dole. Nel marzo 2016 entrò nello staff della campagna presidenziale di Donald Trump, diventandone il capo a giugno. Proprio in quel mese avvenne l’incontro a New York tra Donald Trump jr, l’avvocatessa russa Natalia Veselnitskaya (che si spacciava per rappresentante del Governo russo e dichiarava di essere in possesso di documenti compromettenti su Hillary Clinton) e lo stesso Manafort. Ad agosto vennero a galla le sue connessioni con Yanukovych e fu costretto a lasciare lo staff di Trump. Non sorprende quindi che il primo a essere colpito dall’indagine di Mueller sia stato proprio lui. Il problema è che potrebbe non essere l’ultimo. Nel frattempo, Trump sta esprimendo tutta la sua rabbia su Twitter.
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