Ristretto – Dopo gli attentati terroristici del 11/09 New York è tornata a respirare la paura del terrorismo. A Manhattan, nel cuore di New York, Sayfullo Saipov a bordo di un pick up noleggiato ha investito e ucciso 8 persone e ne ha lasciate ferite una dozzina, di cui una in gravissime condizioni. L’attentatore, dopo aver abbandonato il mezzo utilizzato per perpetrare l’azione, è stato neutralizzato da due agenti di ronda sul posto e ora si trova in ospedale, essendo stato ferito allo stomaco da uno dei due
Saipov è un Uzbeko di 29 anni, residente a Tampa – Florida – con regolare permesso di soggiorno che gli permetteva di lavorare per l’agenzia Uber. Il pick up affittato per compiere la strage è stato noleggiato da Home Depot in New Jersey. Al momento non è ancora giunta la rivendicazione ufficiale di nessun gruppo terroristico ma siamo già in grado di delineare alcune considerazioni su quanto avvenuto.
È il primo atto terroristico, compiuto su suolo Americano, condotto per mezzo di un veicolo. Gli altri attentati di matrice jihadista negli US erano stati attuati per mezzo di armi da fuoco – Orlando, Chattanooga, Las Vegas -, tramite ordigni esplosivi – attentato dinamitardo fallito a New York, maratona di Boston – o per dirottamento di aerei.
L’attentato di ieri sposa in pieno la recente narrativa stragista tipica dei lone-wolves “europei”. Attentato efficace ma che richiede un minimo dispendio economico, strategico ed organizzativo. Azioni che solitamente vengono poi attribuite al network del Califfato. È infatti proprio lo Stato Islamico, molto più di altri gruppi jihadisti, che invita a compiere attentati di questo tipo. La rivista ufficiale di IS – Rumiyah – negli ultimi numeri ha più volto esortato i fedeli di al Baghdadi a perpetrare azioni simili data la loro alta percentuale di successo.
Tampa è la città nella quale fu organizzata buona parte degli attentati che colpirono gli Stati Uniti nel 11/09. Questo chiaramente non vuol dire che ci siano dei collegamenti tra i due, per giunta anche molto distanti temporalmente e per metodologia. Ma suggerisce che il problema della radicalizzazione negli US è ben presente, la comunità jihadista “statunitense” è ricettiva e che forse tiene anche dei centri di radicalizzazione ben definiti geograficamente.
Sarà interessante ora vedere come agirà lo Stato Islamico. Il Califfato rivendicherà l’attentato di ieri nonostante Saipov sia sotto arresto? Se accadesse sarebbe un fatto inedito, visto che tutte le azioni rivendicate finora avevano come oggetto attentatori ormai deceduti e che non potessero in qualche modo smentire la paternità dell’attentato. Questo potrebbe dirci molto sulla credibilità dello Stato Islamico. Resta comunque il fatto che, nonostante si avvicini la sconfitta territoriale del Califfato, dovremo ora essere in grado di fronteggiare la sua narrativa.
Valerio Mazzoni
Foto di copertina di Tomathon Licenza: Attribution-ShareAlike License