In 3 sorsi – La NATO, in seguito alla guerra in Ucraina, ha iniziato a rafforzare la cooperazione con quattro Paesi della regione Asia-Pacifico, tra cui la Corea del Sud. Già in questi primi mesi di presidenza, Yoon Suk-yeol ha direzionato la politica estera verso l’Occidente e la NATO, una mossa che desta preoccupazione, in particolar modo per Cina e Corea del Nord.
1. LA COREA DEL SUD CERCA UN TRAMPOLINO DI LANCIO IN OCCIDENTE
A pochi mesi dal cambio di presidenza in Corea del Sud, gli obiettivi di Seoul in materia di politica estera sembrano già essere motivo di forti tensioni regionali. Il Presidente Yoon Suk-yeol ha più volte dichiarato la necessità di intensificare le relazioni con l’Occidente, in particolare con gli Stati Uniti, al fine di assumere un ruolo più centrale non solo in Asia ma anche nel resto del mondo. A tal proposito il 21 maggio scorso si è tenuto un vertice bilaterale con il Presidente statunitense Joe Biden dove è stato annunciato il coinvolgimento della Corea del Sud nell’Indo-Pacific Economic Framework (IPEF), un’iniziativa economica di cooperazione regionale lanciata dallo stesso Biden, mentre il 29 giugno il Presidente Yoon ha partecipato al vertice della Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO) a Madrid. La Corea del Sud è uno storico alleato degli Stati Uniti e si è impegnata a collaborare con la NATO, seppur non facendone parte, sin dal 2005, una cooperazione che ha portato il Paese ad assumere il ruolo di “partner in tutto il mondo“. Un esempio concreto di questa partnership sono le operazioni congiunte in Afghanistan; nello specifico, la Corea del Sud, tra il 2010 e il 2013, ha guidato un team di recupero e sviluppo rurale della provincia di Parvan, oltre ad aver contribuito al fondo fiduciario dell’ormai sconfitto Esercito Nazionale dell’Afghanistan. La partecipazione al summit rappresenta un importante passo avanti nella concretizzazione della partnership, essendo Yoon il primo Presidente sudcoreano invitato ad un summit NATO.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il Presidente sudcoreano Yoon insieme a quello francese Macron durante il vertice NATO di Madrid, 29 giugno 2022
2. LA NATO VUOLE ESPANDERSI IN ASIA?
Le mosse strategiche della NATO sembrano virare sempre più verso il potenziamento dei partner coinvolti nell’Alleanza, un’estensione che si è in parte concretizzata con l’invito di partecipazione allo scorso summit di Madrid a quattro rappresentanti della regione Asia-Pacifico, ossia Corea del Sud, Giappone, Australia e Nuova Zelanda. La partecipazione, senza precedenti, dei quattro alleati degli Stati Uniti deriva in parte dalla crescente preoccupazione per la guerra in Ucraina. Infatti il Primo Ministro giapponese Fumio Kishida ha affermato durante il summit che la sicurezza dell’Europa e dell’Indo-Pacifico è inseparabile. Tuttavia, anche prima dell’invasione dell’Ucraina la crescita inarrestabile dell’influenza cinese nella regione ha destato preoccupazione tra i suoi vicini, nonché tra i Paesi NATO. Come affermato da Jens Stoltenberg, Segretario Generale della NATO, la Cina è diventata difficile da ignorare per l’Alleanza; pertanto, la NATO sta ora rincorrendo una più stretta collaborazione con Paesi ideologicamente vicini nella regione asiatica.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Il Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg durante il summit di Madrid, 30 giugno 2022
3. PECHINO E PYONGYANG ALLARMATE
Il rafforzamento dei legami tra la NATO e i Paesi dell’Asia-Pacifico invitati al summit di Madrid ha suscitato allarme a Pechino. Zhao Lijian, portavoce del Ministero degli Esteri cinese, ha accusato la NATO di strumentalizzare la guerra in Ucraina con il fine di provocare una “nuova guerra fredda”, insistendo sul fatto che la NATO è un’alleanza militare ed è quindi destinata a spalancare le porte a disordini e conflitti. Il delicato rapporto tra Corea del Sud e Corea del Nord, appesantito dall’approccio rigido del nuovo Presidente Yoon, è messo ulteriormente in crisi dall’avvicinamenti del Sud alla NATO: il Nord ha infatti apertamente accusato gli Stati Uniti di incoraggiare l’isolamento del Paese e di incitare conflitti, crisi e guerre in tutto il mondo. La degenerazione del dialogo tra Nord e Sud è quindi in parte determinato da alleanze diametralmente opposte, con la Corea del Sud sempre più propensa a stringere alleanze con l’Occidente, e la Corea del Nord vicina non solo alla Cina ma anche alla Russia. Infatti, il Nord ha da poco riconosciuto l’indipendenza delle repubbliche di Donetsk e Luhansk, a detta sua un esercizio di sovranità ma anche un segnale di forte alleanza con la Russia. Siglare accordi con la NATO, percioò, allontanerebbe ulteriormente Seoul da Mosca, con quest’ultima pronta a sostenere a sua volta Pyongyang più attivamente.
Alessia Sauda
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