Caffè Lungo – Un’intervista al professor Andriamalala Heritiana, fondatore dell’Istituto Superiore di Scienze dello Sviluppo di Fianarantsoa, sul mandato del Presidente del Madagascar Andry Rajoelina.
LE RAGIONI DELLA CRISI IN ATTO
Incontriamo il professor Andriamalala Heritiana nel suo ufficio nel centro studi da lui fondato nel 2021, l’Istituto Superiore di Scienze dello Sviluppo, qualche giorno dopo la visita del Presidente Andry Rajoelina a Fianarantsoa per il centenario della scuola militare SEMIPI. Commentiamo con lui l’editoriale firmato da Ilaimitsikera sul quotidiano bilingue Midimadagasikara: nella rubrica Chronik’eco, del 14 maggio, il giornalista parla delle ragioni dei fallimenti economici del mandato presidenziale in corso, che sta per terminare, prendendo spunto da un report cofirmato dalla Banca Mondiale e dalla Società Finanziaria Internazionale. Il report, coraggioso e incisivo, intitolato “Come il Madagascar può rompere il circolo vizioso della povertà”, analizza le ragioni dell’impoverimento continuo del Paese dall’indipendenza e in particolare dal 2009 (anno del colpo di Stato) puntando il dito su tre fattori essenziali: il settore privato ostacolato dall’accaparramento monopolizzatore di un’élite e la mancanza di concorrenza; un cattivo governo caratterizzato da una fragilità delle Istituzioni, da un tenue livello di trasparenza, una grande centralizzazione dei poteri, un alto livello di corruzione e la mancanza di senso di responsabilità; la debolezza del capitale umano all’interno di un Paese a forte crescita demografica e nel quale i giovani con meno di 25 anni rappresentano i due terzi della popolazione“.

Fig. 1 – Il prof. Andriamalala Heritiana, fondatore dell’Istituto Superiore di Scienze dello Sviluppo di Fianarantsoa
PROMESSE NON MANTENUTE
”Confermo in toto quest’analisi – dice il professor Heritiana, che è anche docente di Sociologia all’Università di Tulear e Fianarantsoa. – Nella sua campagna elettorale del 2018, il Presidente ha fatto tante promesse, come la lotta contro la corruzione, il miglioramento della situazione economica e sociale, in particolare aveva fatto il grande annuncio che l’elettricità sarebbe arrivata al doppio della potenza, evitando i blackout nelle città, ma questo non si è visto. Soprattutto però non ha pensato all’80% della popolazione, che è rurale, vive nelle campagne. Poi nel suo discorso proprio qui a Fianarantsoa aveva detto che avrebbero fatto un’industria del cemento e che il costo di un sacco di cemento sarebbe diminuito, invece, abbiamo visto aumentare tutti i prezzi e il popolo soffre. Aveva parlato anche di nuove infrastrutture, ma il Paese ha una situazione delle strade pessima, questo nuoce anche al turismo, che sta solo da pochi mesi riprendendosi dopo la Covid-19”.
CORSA AL POTERE BRUTALE
“Io prendo il bus – prosegue il professore, – parlo con le persone, tutti soffrono, è una realtà, forse il periodo peggiore dopo 60 anni di indipendenza. Dal 2009, dopo il colpo di Stato, abbiamo visto una grande centralizzazione del potere, il 99% del budget finanziario pubblico è gestito dal centro, meno dell’1% arriva nelle direzioni regionali, la corruzione è aumentata negli ultimi cinque anni. Qui da noi la politica è diversa rispetto all’Europa, qui è più, come dire, selvaggia, non c’è opposizione e la corsa al potere si fa in modo brutale, se hai i soldi e il potere puoi fondare un partito e fare la tua campagna elettorale. Andry Rajoelina nel 2018 ha speso 180 milioni di dollari per la sua campagna elettorale, secondo soltanto agli Stati Uniti. I soldi li ha avuti grazie al concorso di alcune élite malgasce, francesi, cinesi e indiane, che sono dietro di lui. Hanno in mano il controllo dell’oro, della vaniglia, dei litchi e dei prodotti agricoli e sostengono il Governo, ma tutto rimane a livello centrale”.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Il Presidente del Madagascar, Andry Rajoelina
LA POSSIBILITÀ DI UN GOVERNO DI TRANSIZIONE
“Intanto, comunque, bisogna vedere se le elezioni del 9 novembre saranno confermate, si parla infatti della possibilità di fare una transizione, anche l’Unione Europea si è detta d’accordo, cioè fare un ponte, le forze politiche si mettono d’accordo e si nomina un capo provvisorio, senza andare a elezioni, ma il Presidente uscente, Andry Rajoelina, non è d’accordo, dice che è incostituzionale e vuole andare al voto. Nel periodo di transizione si dovrebbe provvedere a pulire bene le liste, evitare le cattive pratiche attuate dal potere per rubare voti, come già si è iniziato a vedere con l’assegnazione a tappeto sul territorio delle nuove carte d’identità, che sono risultate doppie e triple. Anche l’accesso dei candidati ai fondi dovrebbe essere regolamentato e anche l’accesso ai media. Dovrebbero avere tutti le stesse chance. Il Presidente uscente dovrebbe leggere la lettera aperta a lui indirizzata da Patrick Rahamanina, giornalista e fondatore di un partito politico, in cui gli spiega il perché non dovrebbe candidarsi: non solo la situazione del Paese in questi anni è molto peggiorata, ma potrebbe esserci una nuova crisi in occasione delle elezioni, cioè se Rahamanina si candidasse e venisse eletto al primo turno, nessuno ci crederebbe e si parlerebbe di brogli. Se va al secondo turno sarà sconfitto e ci saranno anche in questo caso contestazioni e scontri. Questo potrebbe gettare il Paese in una situazione molto pericolosa, di cui non ha assolutamente bisogno”.
Embed from Getty ImagesFig. 3 – Marc Ravalomanana, già Presidente del Madagascar dal 2002 al 2009, quando si dimise in seguito al golpe che condusse al potere Andry Rajoelina
GLI AVVERSARI
“Al momento il più potente è Marc Ravalomanana, che è già stato Presidente dal 2002 al 2009, quando appunto Andry Rajoelina con un colpo di Stato prese il potere e fu nominato Presidente di un Governo di transizione. È vero, Ravalomanana ha già una certa età, ma è una grande figura ed ha ancora molto seguito. Il suo errore è stato, nel 2002, il monopolio di TIKO, un’azienda agroalimentare, ma per il resto la vita in quel periodo nel settore socioeconomico era migliorata. Ravalomanana era riuscito ad avere la fiducia dei finanziatori internazionali, aveva introdotto l’inglese nelle scuole. Questo non era molto piaciuto alla Francia, con la quale non ha mai avuto un buon rapporto, così Parigi alla fine ha appoggiato Andry Rajoelina”.
LO SCARSO INVESTIMENTO NELL’EDUCAZIONE
“Ma il fattore più importante che rischia d’ipotecare l’avvenire per i decenni a venire – conclude Andriamalala, – è lo scarso investimento nel capitale umano. La qualità dell’educazione di base è bassa, senza parlare del degrado delle infrastrutture scolastiche. L’insegnamento superiore e professionale, in particolare, è trascurato, come testimonia lo stato delle nostre università e dei nostri licei agricoli. Una gioventù formata male farà fatica a rispondere ai bisogni di competenze delle imprese di oggi e domani. Il responsabile del prossimo Governo dovrà essere all’altezza di queste sfide”.
Milena Nebbia
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