In 3 sorsi – A seguito della sorprendente vittoria alle ultime elezioni legislative nei Paesi Bassi, il Partito per la LibertĂ (PVV) di Geert Wilders avrĂ ora l’arduo compito di convincere altri partiti a formare un Governo di coalizione.
1. LA DESTRA RADICALE OLANDESE SBARAGLIA LA CONCORRENZA
Il risultato elettorale nei Paesi Bassi è stato senza dubbio sorprendente. Il Partito per la Libertà (PVV), semplice outsider alla vigilia, ha vinto le elezioni raggiungendo il 23,5% dei voti, circa 8 punti percentuali in più rispetto al secondo classificato, l’alleanza tra Sinistra Verde e il Partito del Lavoro dell’ex vicepresidente della Commissione UE Timmermans (GL/PvdA). A fare particolare rumore in queste elezioni è il netto calo di consensi (-6,7%) del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD), formazione liberal-conservatrice al governo del Paese negli ultimi tredici anni con il Primo Ministro Mark Rutte. La nuova leader del VVD, Dilan Yeşilgöz-Zegerius, più conservatrice del predecessore, non ha saputo convincere adeguatamente gli elettori indecisi, molti dei quali hanno voluto premiare l’agenda radicale ed intransigente del PVV di Wilders. Tra i partiti di fondazione più recente, il Nuovo Contratto Sociale (NSC) di Pieter Omtzigt ha ottenuto un promettente 12,8% di voti. Il suo leader, ex parlamentare del partito Appello Cristiano Democratico (CDA), non si è ancora sbilanciato sul posizionamento post-elettorale, e ciò potrebbe rappresentare un’apertura nei confronti del PVV, con cui condivide parzialmente idee euroscettiche e anti-establishment.
Embed from Getty Images2. L’AGENDA DEL PVV COMPLICA LE TRATTATIVE CON GLI ALTRI PARTITI
Sebbene Geert Wilders abbia dichiarato che il suo partito avrà ora il diritto di governare il Paese, la situazione post-elettorale dei Paesi Bassi si configura come assai complessa e caotica. I partiti tradizionali olandesi come il VVD, il Partito del Lavoro (PvdA) e la Sinistra Verde (GL) hanno sempre escluso in campagna elettorale la possibilità di stringere alleanze con il PVV. Tale presa di posizione consegna, per il momento, una situazione in cui il PVV si ritrova vincitore delle elezioni ma isolato e privo della maggioranza necessaria per governare. L’estremismo dell’agenda del PVV, apertamente contrario all’immigrazione ed alla presenza di musulmani nei Paesi Bassi, oltre che sostenitore di un referendum per uscire dall’Unione Europea, preclude ad oggi qualsiasi accordo con altre forze politiche. Qualora Geert Wilders non fosse disposto a moderare il proprio programma e a trovare dei compromessi, è plausibile che gli altri partiti cerchino soluzioni alternative in vista delle consultazioni che si apriranno nei prossimi mesi per eleggere il nuovo Primo Ministro.
Embed from Getty Images3. COSA ASPETTARSI DALLE ELEZIONI EUROPEE 2024?
A rendere l’esito delle elezioni nei Paesi Bassi ancora più rilevante vi è l’avvicinamento delle prossime elezioni europee, in programma a giugno 2024. L’eventuale crescita del PVV e di altre formazioni euroscettiche e radicali a livello europeo aprirebbe contemporaneamente un nuovo capitolo della storia politica olandese e di quella dell’UE. Se Geert Wilders dovesse essere incaricato di formare un Governo nei Paesi Bassi, è lecito aspettarsi un inasprimento dei rapporti con gli altri Stati membri dell’UE. Nonostante la ridotta popolazione, non paragonabile a quella di altri fondatori della Comunità Europea, i Paesi Bassi hanno da sempre fatto valere il proprio status di Paese fondatore al tavolo negoziale. Un eventuale esecutivo guidato dal PVV, con le sue posizioni nazionaliste ed euroscettiche, isolerebbe i Paesi Bassi danneggiando al contempo le relazioni con gli altri membri del blocco, in particolare quelli guidati da partiti moderati ed europeisti.
Giorgio Fioravanti
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